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 Per fortuna ha riaperto la sala stampa che ha permesso al duo Sala- Le Noci di ricevere i meritati elogi per l'impresa raggiunta dalla Pro Patria. Con loro, presente quel Nicolò Ramella che, anche se non in campo, ha dimostrato di potersi fregiare del titolo di vero "bomber", proprio come papà Ernestino, per il quale lo scrivente stravedeva. Il suo ruolo è andato ben altro il suo compito e solo grazie a forti doti di resilienza ha tenuto insieme quel che andava tenuto insieme e questo non ha prezzo.

Mancava il preparatore atletico Scirea, che a nostro avviso è un protagonista importante di questo successo, per cui, per lui complimenti digitali, ma ugualmente meritati.

Per il resto, non mancava nessuno, giocatori concentrati sul campo, Direttore Sportivo Turotti pronto a caricare la squadra e staff pronto a supportare questa ennesima sfida playoff.

Presenti gli ultrà che prima hanno inaugurato la loro "personale", galleria d'arte con opere dedicate a Sgai e Citarella, caldamente invitati a farsi da parte.

Presenza non solo scenografica, ma anche "in voce" con cori, e due forti esplosioni che hanno fatto vibrare l'intero Buon Gesù.

Mancava la proprietà di maggioranza, ma questa non è una novità.

Il succo della conferenza stampa, siate bravi, leggetelo da un'altra parte, oggi la nostra presenza era 100% nella veste di tifosi, l'occasione per attribuire complimenti a chi li meritava e per guardare negli occhi chi abbandonati al loro destino da un momento all'altro, ha saputo mantenere dritta la barra, mentre intorno a loro si parlava di arresti, di clausole non mantenute, di accordi non rispettati, di futuro non garantito.

In quei giorni, la Pro Patria era a tre punti dalla retrocessione diretta, oggi è ai playoff, vincendo la classifica avulsa con l'AlbinoLeffe e la Virtus Verona e relegando ai playout il Trento di Bocalon e di altre grandi firme.

Tutto questo rappresenta un successo paragonabile e forse migliorativo dei precedenti playoff, ottenuti in ben altre condizioni di esercizio e della stessa promozione dalla serie D.

Il segreto? Il lavoro, l'equilibrio, la capacità di non copiare tutto quello che era stato fatto prima, ma solo le pagine a colori, quelle in bianco e nero erano fin troppe e le hanno lasciate agli altri,
che ancora le stanno riempiendo di parole tante, fatti pochi, anzi, zero.

Questa la sintesi delle dichiarazioni ufficiali, ma inutile girare intorno al problema, questa squadra se da un punto di media partita con mister Prina è passata ai due punti della gestione Sala, vuol dire che il feeling con il precedente mister e con il suo preparatore atletico non è mai nato, cresciuto e sbocciato.

La manifestata sicurezza di mister Prina che da sempre aveva dichiarato che a fine campionato la Pro Patria avrebbe ottenuto la salvezza, mancava di un pezzo finale, ossia con un altro allenatore.

Non perchè Prina non valga chi è arrivato dopo, ma solo perchè forse il cambiamento in panchina doveva far seguito al cambiamento in campo, diversamente si corre il rischio che in campo si pensi come prima e non come Prina.

Acqua passata non macina più, guardiamo avanti e pensiamo al Lecco.

Chi l'avrebbe mai detto?

Flavio Vergani

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