Esercizio finale del campionato è il classico pagellone. Ovviamente, regna la soggettività per cui non prendetevela male, niente di assoluto, ci mancherebbe, ma solo un parere che vale uno. Per quelli che vorranno commentare, una mail o la compilazione del form che trovate qui sulla destra e vi sarà data parola. Ovviamente, solo agli educati e ai contenuti degni di pubblicazione.
CAPRILE: 8
Fa dimenticare subito il pur ottimo Greco e fa nascere
immediatamente la domanda che non ha ancora una risposta: cosa ci fa uno così
in serie C?
MANGANO: n.g.
Gioca poco, anche se ultimamente ha fatto capire che il
portiere del prossimo campionato potrebbe essere lui.
MOLINARI: 6
Rendimento mediamente sufficiente, anche se è mancato un
miglioramento concreto su debolezze del passato ancora da limare
BOFFELLI: 7
In campo fa quello che ha sempre fatto, fuori gli
straordinari per essere quel faro esperto nelle frequenti mareggiate
societarie.
SPORTELLI: 6,5
Sorpresa del campionato tigrotto che si merita un voto alto
per la sua capacità di farsi trovare pronto, anche quando la difesa imbarcava
più acqua del Titanic.
VAGHI: N.G.
LOMBARDONI: N.G.
SAPORETTI: 6
Un’obbligazione a basso rischio e a rendimento noto, non
certamente un’azione che si muove tra picchi e flessi, ma un tasso fisso
rassicurante.
NICCO: 6+
Non lo dice e quindi non lo nega, ma se lo dicesse non lo
negherebbe, con Mister Prina non si è proprio preso bene con una prima parte di
campionato nella quale è stato irriconoscibile, poi molto meglio, ma la media
ne risente.
BERTONI: 7
Quando non c’è si sente e quando c’è pure, metronomo di un
centrocampo low quality che fa affidamento sui sui suoi piedi di velluto e
cervello da intellettuale del calcio.
FIETTA: 6
Un jolly che ha dispensato esperienza in campo e fuori, a
centrocampo e in difesa, senza mai arrendersi all’età.
COLOMBO: 6+
L’anno giusto per avere un ruolo extra campo che si prende
con la solita diligenza e generosità. In campo lotta con l’età, ma alla fine
vince sempre lui.
GHIOLDI: 6
Drupi canterebbe piccolo e fragile, piccolo non è, ma
fragile si e questo comincia ad essere un problema.
BRIGNOLI: 6-
Idem come sopra, ma con un rendimento al di sotto delle
aspettative: da capire il rapporto tra rendimento e problemi fisici che sembra
essere il vero rebus di questo giovane.
GALLI: 6-
Non un campionato indimenticabile per l’esterno e interno
biancoblu che fatica a trovare il passo e la fiducia nei suoi mezzi. Troppo
timido e timoroso per un giovane che ha nel passato aveva mostrato ben altre
potenzialità.
VEZZONI: 6,5
Sempre in crescendo il suo rendimento, peccato sia terminato
il campionato mentre stava decollando. Rimane il rimpianto di tante, troppe
assenze.
PIZZUL: 6
Il soldatino diligente risponde sempre presente quando
chiamato in causa con prestazioni mediamente sufficienti.
PIEROZZI: 8
Nove reti, tanta corsa, tanta qualità e tanta voglia per un giovane
con la maglia di un esperto e con la potenzialità di un campione.
FERRI: 6,5
Altra bella sorpresa del campionato che dispensa qualche
partita eccellente e qualcun’altra più normale. Realtà propria dei giovani in
crescita e lui sta molto crescendo.
PIU: 8
L’ennesima scommessa vinta da Turotti che pesca questa punta
a zero minuti e zero goal dall’Arezzo e lo riporta ai suoi tempi migliori.
PARKER: 6
Pochi goal, troppo pochi per uno come lui, che paga un
inizio di campionato difficile per vari motivi. Finisce in crescendo, ma il
campionato rimane in chiaroscuro.
CASTELLI: 6--
Il goal di Verona vale una montagna di pepite, ma il resto è
ben sotto le aspettative. Qualche lampo, ma il barometro segna brutto tempo.
STANZANI: 6
Una piccola manciata di goal diluiscono un campionato
iniziato sotto ben altre aspettative. Si perde con Prina per ritrovarsi con
Sala, ma, l’impressione è che abbia dato molto bene di quello che avrebbe
potuto.
BANFI: NG
PESENTI: 6--
La disperazione di Sandro Lupidi, la stima di Mauro Bottigelli, la media del pollo fa sei, ma anche meno, meno.
MISTER PRINA: 5
D’accordo le assenze patite a inizio torneo, d’accordo i
problemi societari che hanno destabilizzato l’ambiente, d’accordo il Covid che
ha colpito la sua gestione, ma i risultati parlano chiaro. Non aver accettato
di pensare al passato per coniugarlo al presente è errore imperdonabile.
MISTER SALA/ LE NOCI: 10
Salvano la squadra senza nemmeno troppa fatica (percepita),
raggiungono il secondo turno di playoff, impresa non riuscita neppure al suo
illustre predecessore, rinforzano la peggior difesa del campionato e
rivitalizzano il peggior attacco, per la serie peggiore per caso e non per
scelta loro, ma di altri.
PATRIZIA TESTA: 5
La premessa dovrebbe essere inutile, ma diventa indispensabile per gli improvvisati avvocati difensori d’ufficio che confondono il passato con il presente, deformando il secondo per amplificare il primo. Il passato di Patrizia Testa è valutato 10 e lode, quello che ha fatto lei in questi ultimi anni lo hanno fatto in pochi, anzi pochissimi, forse nessuno, per cui giù il cappello e un vagone di ringraziamenti. Quello che è accaduto dopo ha tutt’altra valutazione, che non può e non deve risentire di presunte influenze della “riconoscenza” da taluni sbandierata. Se il marito di vostra figlia avesse un passato impeccabile da volontario della Caritas, della Croce Rossa e dopo aver fatto il chierichetto per lunghi anni e frequentato le missioni, cadesse in tentazione e ammazzasse la moglie, avreste identica stima in virtù del suo passato da incorniciare? Suvvia, un po' di onestà intellettuale e realismo non farebbe male.
La strategia di “fast exit” è stata largamente insufficiente per i modi, i tempi e le scelte. Dopo aver inseguito per anni concetti di alta compliance e profonda eticità del progetto, rifiuta differenti interlocutori che l’avrebbero garantita, per affidare la società ad un gruppo rivelatosi fin da subito non in grado di portare avanti il progetto. Sconcerta i tifosi che l’avevano premiata con il voto, certi di un impegno “pro” Patria a 360 gradi. Una grande illusione da subito disillusa, è proprio volando in comune che è obbligata dalle norme a togliersi la maglia biancoblu, norme peraltro note a tutti, tranne alla maggior parte dei votanti che si sono ritrovati mazziati e cornuti. Ovviamente, solo la parte che aveva simpatizzato per la candidata per questo obiettivo a tinte biancoblu, gli altri felici erano e felici rimangono della loro legittima scelta politica. Per la serie: averlo saputo prima...
Delude gli uomini di riferimento dello staff societario con una mossa clamorosa che avrebbe meritato almeno l’ovvia preventiva condivisione, che, a loro detta, non c’è stata.
CONSORZIO SGAI: 0
Si materializza solo con un dipendente al quale è stata attribuita la carica di Presidente senza portafogli, mentre la proprietà è impegnata a difendersi da accuse importanti. Il progetto di fatto muore prima di nascere e l’aborto lascia senza eredi la Pro Patria, costretta per l’ennesima volta a darsi in adozione. Chi si era illuso che i "fatti" sui quali è stato steso un velo pietoso nella conferenza stampa di welcome fossero relativi al passato, tanto da tacitare chiunque lo mettesse in dubbio, si scontra con la realtà dei fatti che dicono il contrario. Forse la peggior cessione societaria della storia della Pro Patria.
DIRETTORE SANDRO TUROTTI: 10
I fatti lo costringono a trasformarsi da Direttore Sportivo
a Direttore Generale facente funzione. La delusione di essere stato lasciato
solo e abbandonato dalla precedente proprietà è percepibile anche solo
ascoltando il suo respiro, ma da professionista Premium quale è ha comandato la
barca fino a portarla in porto, nonostante le quotidiane mareggiate. La
tentazione di mandare tutto a fanculo è stata forte, la resilienza ancora di
più e di questo gli va reso merito. Uno così è difficile da trovare e
facilissimo da perdere. Che non sia ancora accaduto è solo un caso, urgente
evitare che accada.
ADDETTO STAMPA NICOLO’ RAMELLA: 10
Il titolo, oltre che riduttivo, diventa ridicolo per chi
conosce cosa ha fatto e come lo ha fatto durante questo campionato. Un saldatore
che ha cementato gli anelli della catena che si indebolivano giorno dopo giorno
per quello che succedeva, o non succedeva, fuori dal campo, pur di non far
collassare la struttura portante della società lasciata in balia degli eventi
da scelte incommentabili.
Un punto di riferimento costante che ha saputo mantenere
dritta la barra con un impegno andato ben oltre i confini della sua
responsabilità diretta.
LO STAFF: 10
Beppe Gonnella, Cristian Moroni, Andrea Stramare, Mario
Beliusse, Bruno Chiericoni, Catullo, Pacchioni, Coltro, Giussani, Gabriella, i
medici Valcarenghi, Monti e Besnati, sono stati i marinai che hanno saputo
navigare senza il loro comandante. Gente che con i fatti ha dimostrato l’amore
per il proprio lavoro e per la Pro Patria, lasciando ad altri le parole. Qualcuno
di loro vive di Pro Patria per cui non è stato facile gestire un vuoto di poter
che ha alzato il livello di preoccupazione, non solo in ambito sportivo, ma
personale e famigliare. Non hanno mollato un centimetro, facendosi trovare
pronti ogni giorno al loro posto con la voglia di sempre, nonostante tutto e
tutti. Hanno sudato come sempre la maglia che sarebbe da incorniciare per
ricordare l’impresa. Peccato sia così brutta da essere dimenticata, tanto
quanto tutto il resto.
Flavio Vergani
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