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In casa Pro Patria va di moda il ritorno al passato, nido sicuro dove trovare antiche certezze, dopo che gli excursus verso il nuovo e lo sconosciuto hanno portato  grappoli di delusione e amarezze sul campo e fuori.

Il dopo Javorcic doveva rappresentare il trampolino di lancio verso un futuro in grado di scrivere una nuova pagina della squadra.
Un'intenzione così forte e sostenuta dal nuovo allenatore che non è bastata per essere assimilata dalla psiche dei giocatori, apparsi disorientati dalla nuova realtà.
Marchiati a fuoco dal pensiero di Javorcic, rassicurati dai successi ottenuti, fieri e orgogliosi di quanto fatto, i players non hanno saputo tagliare il cordone ombelicale con il passato, rigettando il futuro.
E' bastato poco per tornare agli antichi punti di riferimento e dimostrare a tutti che gli alibi Gatti, Lombardoni, Kolay e Latte Lath erano solo fragili giustificazioni di un progetto tecnico mai nato.
In parallelo, la società si apriva alla novità di una nuova dirigenza che ereditava la precedente ricca di successo. E' andata come non doveva andare, ma quello che conta non è come è andata, ma come è finita.
Un giro di 360 gradi per ritrovarsi al punto di partenza con Patrizia Testa che consegna la lettera di dimissioni dal ruolo di consigliere comunale, si libera dalla morsa dell'incompatibilità tra quel ruolo e quello di presidente della Pro Patria e fa capire che la Pro Patria le mancava, la tentava, la chiamava, la voleva. Un passo indietro in comune e due in avanti in via Cà Bianca con il ritorno ai pieni poteri in un team che potrebbe prevedere forze fresche nel ruolo di sponsor.
Squadra iscritta, fidejussione versata e via con un altro anno. Insomma, la Pro Patria fa giri immensi, poi torna al passato.
I tifosi e Busto ritrovano le proprie certezze, la città si toglie un fastidio, ci si rimette il distintivo della Pro Patria sulla giacca, precipitosamente tolto come sempre si fa quando il brand diventa chiacchierato e si tiene pronta la bandiera nel caso si dovesse presenziare alla festa promozione. Dove sono tutti quelli di Pro Patria Darfo Boario?
Mentre il portierone Caprile gusta la serie B con il Bari, a Busto si attende il nuovo allenatore, anche se forse la soluzione Sala con delega, potrebbe essere la soluzione migliore. Anche perchè, quale allenatore potrebbe sostenere il peso psicolgico di avere un secondo di tale qualità e con un recente passato difficile da uguagliare? 
Di secondo ci sarebbe solo l'aggettivo, Sala è n allenatore in tutto e per tutti e solo la mancanza del patentino di categoria lo limita, ma può un documento incidere sulla performance?
Infine, via al ritiro , chissà dove e chissà quando, presto le risposte.


Flavio Vergani

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