Oggi ci addentreremo in un terreno minato affrontando un
tema per niente semplice e ricco di complessità, a seconda del punto di
osservazione.
Parleremo di trasferte, analizzando in modo più oggettivo
possibile una realtà notevolmente mutata nel corso di questi ultimi anni.
QUADRO GENERALE
Dicevamo ieri quanto fosse numericamente basso il numero di
tifosi che frequentano lo “Speroni”.
La diretta conseguenza è una ancor minore numerica in
trasferta, la percentuale di un numero basso, non può che esserne uno ancora
più basso.
Situazione del tutto paragonabile a quello di molte altre
squadre della categoria. Nell’ultimo campionato non si sono viste file di pullman
posteggiati fuori dal nostro stadio e spesso la tribuna ospiti è rimasta
addirittura chiusa. Tutto il mondo è paese.
I motivi? Non annoieremo i lettori con una lista a tutti
nota e, che piaccia o no, determina la realtà.
Costi non sempre abbordabili, possibilità di vedere la
partita in diretta tv, che non è la stessa cosa, ma non è nemmeno la stessa
cosa di non vederla per niente. Non è la stessa cosa anche in termini di spesa,
pochi euro per la televisione, almeno 25/30 euro per la trasferta fisica.
PAROLA ALL’ACCUSA
L’aspettativa dei tifosi fedeli alla Pro Patria in trasferta
è di poter contare su un servizio pullman organizzato dai club cittadini, una
mission che dovrebbe essere prioritaria rispetto a tante altre meno in focus
con l’identità dei club. In poche parole: un club dovrebbe pensare prima ad
iniziative “pro” Patria e poi al resto, mentre la realtà sembra dire il
contrario, viste le imponenti iniziative quali la Festa della Birra del Pro Patria
Club, apprezzate da tutti, ma che sembrano essere prioritarie rispetto ad altre
a sostegno della squadra.
PAROLA ALLA DIFESA
Il Pro Patria Club si difende snocciolando numeri: un pullman
di 50 posti per trasferte vicine, come Seregno, Crema, Sesto San Giovanni, Vercelli,
ecc costa intorno ai 500 euro, per cui, per proporlo ad un prezzo popolare
servono 50 persone, diversamente si avrebbe una importante perdita economica
che il club non può sostenere sempre. Nel passato, è stata sostenuta diverse
volte, ma coprendo piccole cifre, impensabile farlo tutte le domeniche. La
soluzione pullman da 25 posti, che non costa la metà come qualcuno potrebbe
pensare, ma solo 50 euro in meno, non risolve il problema, anzi lo amplifica. D'accordo la mission, ma il club non è una onlus e nemmeno sarebbe etico dover a tutti i costi proporre un servizio in perdita che interessa a pochi o a nessuno. Diverso è non proporlo quando richiesto, ma questo non è mai accaduto e mai accadrà. Il rischio di impresa è un fattore che determina qualsiasi scelta di buonsenso.
QUADRO SPECIFICO
Quante sono le persone che oggi firmerebbero l’impegno ad
essere presenti a tutte le trasferte della Pro Patria sul pullman del club?
Facile la risposta:
circa 5. Ne mancano 45 per un pullman da 50 e 20 per un pullman da 25.
Pensare che il Club debba immolarsi pagando un pullman da 25
posti per 5 persone è impensabile, ci guadagnerebbe pagando la trasferta
direttamente a questi 5, senza ingrassare il noleggiatore di bus.
Se, invece, il numero fosse sottostimato, lo si dica, così
diventerebbe tutto più semplice e il servizio garantito, ma davvero crediamo di
non sbaglairci.
PAROLA ALLE SOLUZIONI
Si parlava nel pezzo di ieri della proposta di costituire un
comitato esecutivo dei tifosi in grado di essere il punto di riferimento per i
tifosi e per la società per tutto quanto attinente a tematiche proprie del tifo.
Un comitato il cui primo obiettivo sarebbe quello di evitare
quanto accaduto nel passato, ossia litigare tra i componenti, difendere l’orto
di appartenenza, sprizzare gelosie da tutti i pori e vantare non si sa quali,
come e perché “tituli” di nobiltà biancoblu ,conquistati non si sa dove, non si
sa quando e non si sa perché.
Un comitato a nome “pro” Patria, in grado di risolvere i
problemi trovandosi, parlandosi e lavorando insieme, Invece di urlare contro il
cielo sui social rimbalzandosi colpe e meriti in un’ infinita partita di ping
pong. Una gruppo di sostanza e di lavoro e non ideologico o di appartenenza, un
gruppo operativo in grado di semplificare e non di complicare.
In sintesi, unire le risorse, invece di dividerle e
sfruttare al massimo il potenziale di ciascuno e i relativi interessi. Non
tutti sanno fare tutto, ma molti sanno fare bene quello che altri non riesco. Questo
è il segreto del lavoro in team.
COSA C’ENTRA LA MUSICA?
Ok, tutto questo pippottone per dire cosa? Cinque vanno in
trasferta adesso e cinque andranno anche dopo, cosa cambia? Calma con i soliti
pessimismi, frasi fatte e conclusioni affrettate.
Qui, mi permetto di citare un caso personale che può aiutare
nella comprensione del tema proposto.
Come qualcuno sa, lo scrivente suona in un gruppo musicale
dilettantistico, certamente non di qualità eccelsa, ma alimentato dalla
passione dei suoi componenti. Ebbene, spesso la domanda che viene fatta è la
seguente: Scusate, ma come mai avete così tante date live, quando altri gruppi
molto più bravi ne hanno la metà?
Qui entra in gioco la parola magica: “sbattimento”. Il gruppo
dispone di due persone che mosse dalla passione per la musica, loro primo
pensiero del mattino e ultimo della sera, contattano i locali, sacrificano
serate feriali per andare ad incontrare il proprietario, innumerevoli telefonate,
mail, messaggi, insomma, un vera e propria ossessione. Chi non ha nessuno nel
gruppo con questa disponibilità, anche se bravo, suona poco, chi ne ha una suona
un po’, chi ne ha due suona molto. Certamente, lo sforzo è enorme, ma se mosso
dalla passione diventa sostenibile.
TORNIAMO AL TEMA TRASFERTE
Dopo la divagazione, che è servita a citare un caso reale e
quindi ripetibile, un salto nel presente e uno nel futuro.
Il presente: siamo nella sede del Pro Patria Club e la
domanda che viene fatta è “chi viene in trasferta domenica”? Risposta, più o meno
la solita: ossia, quando va bene cinque o sei persone. Troppo poche per il pullman.
Chiuso il discorso.
Intanto, a qualche isolato di distanza, altre cinque
persone, certe che non ci sarà il pullman, si stanno organizzando per andare
per loro conto. Sarebbero dieci, se sommate.
Altre, che non sono quei cinque e nemmeno i cinque del club,
prendono atto che non ci sarà un pullman e quindi se la vedranno in Tv,
potrebbero valere altre cinque persone. Sarebbero 15 se sommate. Chi coordina? Chi raccoglie le disponibilità? Chi sa dell'altro?
Il futuro? Ora, se il comitato esecutivo dei tifosi, raccogliesse
queste adesioni reali e quelle potenziali, se ci fosse un unico punto di
ingaggio dei tifosi, se tutti facessero quanto fatto da quelli del gruppo musicale,
ossia ossessionino gli amici per farli andare in trasferta, se si attivasse il
passaparola competitivo, si eviterebbe
quanto sta accadendo in Italia in questi giorni : ossia che si parla di siccità,
quando il 40 % dell’acqua viene persa dai tubi che la trasportano.
Il problema è la siccità, oppure sono i tubi?
Se poi il pullman da 25 posti fosse occupato solo da 20
persone e il problema sarebbe di coprire la spesa di 5 posti, il Pro Patria
Club lo ha sempre fatto e sempre lo farà, ma avere la pretesa che lo stesso
copra sempre e da solo il rischio di impresa è francamente improponibile.
QUINDI?
La carta prende tutto, diceva mio nonno e non aveva torto.
Adesso, serve passare dalle parole ai fatti.
Se l’argomento interessa e quanto interessa, va indagato.
Una proposta sarebbe che chi è disponibile a mettersi in gioco
sul tema e diventare collante per tentare di far ripartire i pullman per le
trasferte costituendo un gruppo embrionale che potrebbe poi evolversi in un
progetto a più ampia scala, sfociando nel comitato esecutivo con maggior area
di azione.
Ora, serve slancio, in modo che si possa porre la prima
pietra del progetto.
L’invito è aperto a tutti, club, tifosi singoli, piccoli
gruppi di tifosi, troviamo il modo di raccogliere le disponibilità e sederci
attorno ad un tavolo, mondi da qualsiasi pregiudizio o insoddisfazione del
passato, per dare il proprio contributo al progetto.
Ovviamente, migliorandolo con idee aggiuntive o con proposte alternative. Me ne viene una, ma potrebbe essere prematura, ma perchè non dirla? I ragazzi che il bravo Emanuele Gambertoglio porta allo stadio, potrebbero essere protagonisti della "mia prima volta in trasferta", esperienza che lo scrivente ricorda con grande emozione e che potrebbe essere coinvolgente per i genitori dei ragazzi. Qui, ha voglia a riempire un pullman da 50, ne servirebbero il triplo.
Fatevi sotto, scrivete, telefonate, commentate e date la vostra disponibilità.
Si fa più in fretta a fare insieme quello che serve,
piuttosto che aspettare che lo facciano gli altri.
Pazza idea? Può darsi, ma prima di essere certi che il problema non ha soluzione, proviamo a risolverlo. Non costa niente! Voi cosa ne dite?
Flavio Vergani
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