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Dopo la grandinata di reti subita dal Laveno Mombello, che nel match di esordio del campionato di Promozione,  le ha rifilato ben quattordici reti, la Pro Patria women concede il bis perdendo per otto a zero con la Virtus Cantalupo.

Parliamoci in modo chiaro e trasparente, come sempre facciamo, al momento del calcio femminile ai tifosi della Pro Patria importa il giusto, la squadra è stata iscritta al campionato solo ed esclusivamente perché obbligati dalle norme federali (pena sanzioni), che vorrebbe “facilitare l’attività sportiva delle ragazze”, senza però stimolare le società a curarne anche la qualità in fase di selezione. Insomma, discorso diverso da quanto avviene per gli “under” che, se di qualità, permettono alla società di garantire loro un minutaggio, che a fine torneo porta soldi in cassa.

Però, c’è un però, ossia che a nessuno piace vedere accostato il nome della Pro Patria con tali umiliazioni, conseguenze di una squadra non competitiva in questa categoria, o almeno così sembra essere dai primi risultati.  

Ci vorrebbe un Turotti anche qui, anzi, una Turotta, per identificare profili vincenti anche in questo ambito che possano almeno  evitare risultati più che tennistici.

Qui potrebbe aprirsi anche un tema di educazione sportiva e di rispetto che ci aspetteremmo da parte delle avversarie, ma che non abbiamo visto. Ci chiediamo il senso di vincere quattordici a zero, quando anche vincendo cinque a zero verrebbero assegnati i tre punti. Questo, visto che stiamo parlando di un calcio promozionale, dovrebbe arrivare dalla panchina, perchè oggi capita agli altri, ma domani potrebbe succedere a te. Un gentleman agreement che varrebbe di più di una vittoria che così larga che perde di ogni senso e persino valore, ma evidentemente il fair-play non esiste a queste latitudini. Riccardo Colombo, quanto avresti da insegnare!

Cerchiamo il lato positivo della vicenda dicendo che, al momento, più che facilitare l’attività sportiva delle ragazze sotto il punto di vista fisico, si sta preferendo una lezione di pura filosofia sportiva che il barone Pierre de Coubertin sintetizzava col concetto dell’importante è partecipare.

Gli ottimisti fino al midollo, come il Paolo Chinello, commentano che c’è stato comunque un miglioramento rispetto al primo match, mentre altri tifosi come Christian Crespi, hanno manifestato il loro disappunto in modo meno fatalista. Crespi scrive che “è come picchiare i bambini, ma era necessaria questa umiliazione per il brand Pro Patria? Max Corio aggiunge: “è una pallonata unica”.

Insomma, la materia interessa il giusto, ma nemmeno merita totale disinteresse, visto che il nome in ballo è quello della Pro Patria, che interessa molto a tutti.

Forza ragazze, non mollate e credeteci!

Flavio Vergani

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