Manca un minuto al termine del derby delle Pro. Gli ospiti sono in vantaggio e pregustano la vittoria.
La modalità è la solita: perdite di tempo, giocatori che paiono colti da un fulmine che cadono a terra, sostituzioni che richiedono eternità, rimesse in gioco al rallentatore.
I tigrotti, già orfani dei loro Generali Sportelli e Lombardoni, perdono il soldato semplice Vaghi, caduto in battaglia colpito da un siluro "rosso" dell'arbitro di giornata.
Il dado è tratto, il destino segnato. Questo è quello che pensano tutti, tranne gli undici in campo che vestono la gloriosa maglia tigrotta con onore, determinazione e orgoglio. Tra loro qualche giovane recluta, qualche soldato di ventura, pochi sergenti e nessun colonnello. Tutti uniti da un sacro furore agonistico, da una volontà di ferro, che li rendono forti, inossidabili, persino sfacciati di fronte alla sconfitta che ormai gli ride in faccia beffarda.
L'inferiorità numerica viene trasformata da un alibi a uno stimolo forte. Il minuto che manca prima della fine delle ostilità diventa un'eternità per gli avversari, prima colpiti da una testa(ta)nucleare di Saporetti che fa venire giù lo stadio e poi affossati da un missile terra aria di Nicco.
Tigrotti eroici che mettono nel fodero il fioretto e usano la sciabola per trasformare una onorevole sconfitta in una indimenticabile vittoria.
Ribolle lo "Speroni". Erano in cinquecento, sembravano cinquecentomila!
E' la giovane recluta Ndreka che si involta nelle retrovie nemiche dopo la patta con il coraggio di un veterano. La tigna di questo ragazzino è quella di un marines, indifferente ai pericoli e per niente intimorito da un terreno minato, che percorre con la solita corsa agile di chi è giovane e ama il rischio.
Al capolinea lo aspetta Gianluca Nicco per la coincidenza perfetta con destinazione Paradiso.
Ci vorrebbe in sottofondo la musica dell' Istituto Luce, quando narra le eroiche vicende dei tigrotti di un tempo, quelli che solo il Giacomelli sa raccontare.
Nicco, un nome che è sinonimo di questa Pro Patria fatta su misura per lui. Stessa anima, stesso cuore, stessa voglia, determinazione, stessa "cazzimma", stessa ferocia. Nicco è l'artiglio di questa Pro Patria e niente succede per caso. Lui, dopo la battaglia si prende il merito di essere stato al posto giusto nel momento giusto, ma nulla succede per caso. Il fiuto è quello del cane da tartufo e lui era lì dove c'era il tartufo. Specialità di Alba, fatto assaggiare ai vercellesi prima del dolce che, già ordinato è stato velocemente disdetto. Ora, serve l'amaro, meglio se Giuliani, quello per quando si ha il fegato grosso.
La recluta che serve il tenente di lungo corso, la gioventù e l'esperienza che si fondono insieme in modo perfetto, rendendo onore alla bandiera biancoblu che troppo in fretta il nemico voleva ammainare.
Un esercito nemico con grandi nomi: Comi, Arrighini, Della Morte, più i gioiellini Rizzo, portiere 2004 di grande qualità e quel Saco, che lo Scalvi ha segnalato fin da venerdì come elemento da tenere d'occhio.
La Morte in campo, la "Paci" in panchina, ma la guerra la vince la nostra (Pro) Patria.
In tribuna Marco Parolo, ex Lazio e il Capitano Zaffaroni, forse non lì per caso, sugli spalti chi c'era c'era e chi non c'era non c'era.
Chissà se il Ferolli di Dairago, tifoso disperato perchè messo alla porta per i botteghini chiusi e, a suoi dire anche la rivendita di Buon Gesù, ha trovato il modo per entrare e gustarsi questo spettacolo.
Che tenerezza faceva quando ripeteva: "Aiutatemi, chiamatemi la Presidente, sono sempre stato abbonato e quest' anno per la prima volta non l'ho fatto, vengo da Dairago, datemi una mano".
E, chissà che fine ha fatto quel signore che pregava in ginocchio lo steward per avere un biglietto per entrare e otteneva continuamente la solita risposta: "Io non faccio i biglietti, io faccio altro".
Una vittoria che vale ben più di tre punti, una partita che rimarrà nella storia , negli occhi di chi c'era e nel rimpianto di chi non c'era.
Un boato così non si sentiva da tempo e sembrava davvero di essere dove non eravamo.
Grazie Pro Patria!
AURORA PRO PATRIA 1919 – PRO VERCELLI 2 – 1 (0 – 1)
Marcatori: 33′ p.t. Perrotta (PRV); 44′ s.t. Saporetti (PPA), 46′ s.t. Nicco (PPA).
AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Del Favero; 2 Vaghi, 13 Boffelli, 4 Saporetti; 17 Citterio (12′ s.t. 21 Perotti), 10 Nicco, 8 Brignoli (42′ s.t. 14 Bertoni), 25 Ferri (28′ s.t. 20 Gavioli), 3 Ndrecka; 7 Stanzani (1′ s.t. 30 Castelli), 27 Piu (1′ s.t. 26 Chakir).
A disposizione: 12 Mangano, 22 Cassano, 16 Fietta, 18 Piran, 24 Caluschi, 28 Badnjevic. All. Vargas.
PRO VERCELLI (3-4-2-1): 12 Rizzo; 33 Silvestro, 4 Cristini, 5 Perrotta; 17 Iotti, 94 Saco (12′ s.t. 20 Louati), 23 Calvano, 32 Anastasio (24′ s.t. 21 Renault); 7 Mustacchio (12′ s.t. 38 Arrighini), 30 Vergara (20′ s.t. 11 Gatto); 99 Della Morte.
A disposizione: 1 Valentini, 26 Rigon, 2 Masi, 3 Gentile, 6 Corradini, 10 Comi, 27 Macchioni, 29 Iezzi, 40 Guindo. All. Paci.
ARBITRO: Leonardo Mastrodomenico di Matera (Nicola Morea della Sezione di Molfetta e Alessandro Rastelli della Sezione di Ostia Lido. Quarto Ufficiale Stefano Calzolari della Sezione di Albenga).
Angoli: 2 – 1.
Recupero: 1′ p.t. – 6′ s.t.
Ammoniti: Vergara, Perrotta, Gatto (PRV); Stanzani, Vaghi, Chakir, Brignoli, Nicco (PPA).
Espulsi: Vaghi (PPA) al 41′ s.t. per fallo da chiara occasione da gol.
Note: Giornata mite e soleggiata. Terreno di gioco in buone condizioni.
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