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 E' l'unico superstite della promozione dalla serie D alla serie C, ha la Pro Patria tatuata sul cuore, tanto che, ci dice chi ben lo conosce, a volte in campo diventa un limite questa sua "tigrottità", tanto da fargli perdere quelle lucidità propria del distacco di chi svolge una professione rispetto a chi vive una passione.

Il suo non è stato e mai sarà un percorso semplice, il passato condiziona il presente, tanto che è sempre sotto la lente di ingrandimento e convivere con questa realtà è un merito che gli va attribuito. Ossia, la capacità di gestire queste pressione esagerata a chi fine a ieri era un under. Oggi è un calciatore a tutti gli effetti e la fascia di Capitano che ha indossato in occasione della partita di Coppa Italia conclude il vecchio percorso e apre prospettive su un nuovo futuro.

Bello il premio che ha ricevuto il portiere Giulio Mangano, una fascia che si è meritato per la resilienza e la determinazione con le quali ha sempre saputo rialzarsi quando è caduto in errori di gioventù.

L'altra sera è stato protagonista di una parata importante e di un'altra non banale, come già avvenuto nel turno precedente con l'AlbinoLeffe. Meriti da sottolineare come si sono sottolineati gli errore, per regalargli meriti quando ci sono.

Un fascia da Capitano coraggioso che ha sfoggiato dopo anni di praticantato, dopo anni intensi nei quali ha toccato il cielo con un dito , ma anche sprofondato nell'oblio dell'inferno.

Un ragazzo che è nato nel nostro settore giovanile e che se fosse per lui rimarrebbe a vita in biancoblu.

La fascia di Capitano è stato un riconoscimento meritato, ora serve un ultimo scatto per mettersi addosso quella maglia numero uno che, a volte si e a volte no , ha dimostrato di meritare. Il segreto si chiama continuità che fa rima con lucidità, che non può essere accecata dalla troppa passione.

Flavio Vergani


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