Header

 


Quasi mai qualità fa rima con quantità. A meno di poter disporre di budget elevatissimi.

E' più facile che in un box ci sia una Ferrari e non due. Più facile che ci siano due Fiat 500.

Ci si può illudere per un periodo di guidare una Ferrari. Succede quando si compra una Fiat 500 nuova, magari con gli interni in pelle e le ruote di dimensioni maggiorate. L'emozione è così forte che potrebbe far percepire un comfort paragonabile, un motore scattante tanto quello del Cavallino rampante. Poi, passa il tempo, le sospensioni cominciano a scaricarsi ed a far avvertire le buche, lo spunto e la velocità rallentano e le gomme non hanno più la performance delle "slick"  di Maranello.

Cambia la musica, anche se magari le due auto hanno entrambe montato l'impianto della Bose.

Capire esattamente la vera potenza del motore diventa importante per non andare in testacoda. Testacoda? Parliamo della testa? No, dai, meglio di no.

Meglio parlare della coda. La testa è un ricordo di qualche giornata fa, sfiorata e persino accarezzata a lungo, una sensazione unica regalata per un attimo alla tifoseria. Ovviamente stiamo parlando della classifica, meglio chiarire per non scomodare il fotografo.

Dimenticata la testa, è tempo della coda, che appare sempre più vicina ai tigrotti.

Dopo la sgommata iniziale, l'auto del driver Vargas si è ingolfata, batte in testa, anzi in coda e ha frenato la sua velocità iniziale, senza nemmeno far stridere le gomme.

Gomme a terra a quanto sembra. Serve un cambio di marcia.

Il pilota è persona che dalla muretto box ci dicono molto umile, tanto che domenica scorsa al collega che chiedeva se tutti i tigrotti fossero abili e arruolati ha detto sì, anche se così non era, visto che poi si è saputo che Piu e Bertoni non erano al meglio. Qualcuno le chiama bugie di pretattica, se così fosse, anche se davvero fatichiamo a credere che abbiano influenza, non hanno funzionato. Anzi, si è rischiato il doppio danno. In campo e sugli spalti.

Un modo per non cercare alibi, l'interpretazione ufficiale di questa scelta, anche se a nostro avviso gli infortuni sono fatti concreti e non giustificazioni. Attenzione a correre il rischio di far percepire che l'auto ha nel bagagliaio una ruota di scorta gonfia e nuova, mentre non si ha nemmeno il ruotino di scorta e neppure il kit per le forature. Saperlo è meglio che accorgersi.

L'auto biancoblu da sempre assicura non eccessiva velocità, ma una buona regolarità, garantite dai suoi optional storici. Uno per reparto: Lombardoni, Bertoni, Piu/Parker. Senza nulla togliere agli altri sia chiaro, ma tutti sono utili, qualcuno indispensabile e loro lo sono.

Optional che per un motivo o per l'altro non sempre, anzi quasi mai , sono stati in campo regolarmente.

Non sono alibi, un'auto, che si chiami Fiat 500 o Ferrari, senza i pezzi migliori non sono le stesse. Al di là della differenza di qualità intrinseca. Inutile illudersi.

Per ovviare all'assenza lunga di chi è e sarà in carrozzeria a lungo si è tentato di acquistare un pezzo di ricambio. L'impressione che sia un pezzo non originale e neppure compatibile è elevata. Difficile chiamarla sostituzione, forse neppure imitazione e questo non è un alibi, ma una constatazione.

Se rinunci agli optional di qualità e i pezzi di ricambio non funzionano, il pilota non può pensare sicuramente alla pole position, ma rischia di non passare nemmeno le qualifiche Q3.

Le prossime uscite dell'autostrada si chiameranno Zanica e Lignano Sabbiadoro, dove sarà importante usare l'utilitaria brutta, sporca e cattiva, ma in grado di resistere ai colpi di una squadra normale e di una corazzata. Sarebbe meglio il carro armato, ma questa Pro Patria è troppo fragile fisicamente per sperare a così tanto. Meglio far conto sul vero acciaio inox che da sempre caratterizza la carrozzeria tigrotta, ossia il carattere, la resilienza, la capacità di soffrire e di vendere cara la pelle.

L'assicurazione di questa auto è da tempo la stessa, Propone una Kasko a copertura dei danni totali con una polizza low cost. Auto con motore e vetri rotti? Ci pensa Turotti! Questo il claim perfetto per sintetizzare il vero asset della Pro Patria, la vera Ferrari che vorremmo dire è posteggiata fuori dallo stadio, anche se non lo possiamo dire perchè il posteggio non c'è più. Un'assicurazione che ha garantito un'auto sempre performante nei rally della salvezza con qualche giro da protagonista in griglia alta.

Tutto questo nonostante un budget da ultime file, collaudatori giovani ed inesperti e piloti spesso poco più che esordienti nella categoria.

Una garanzia che anche questa volta farà la differenza per comprendere i problemi del motore biancoblu e trovare pezzi e strategie di muretto che possano tornare a far correre veloce la nostra 500 che a tutti da sempre appare una Ferrari, seppur le Ferrari biancoblu esistano solo nella nostra fantasia.

La realtà dice che non abbiamo una Fiat 500 e nemmeno una Ferrari, ma sicuramente una bella Mini che sa farci sentire sempre in prima classe, nonostante il nome non sia sinonimo di ambizione, ma, come sempre, il piuttosto è meglio del niente e piuttosto che andare a piedi, meglio andare in Mini.

Flavio Vergani 



0 commenti: