Header

 

Qualcuno si stupirà del fatto che solo oggi scriviamo di quanto avvenuto martedi sera nella sede del nostro club.

Una libertà che ci possiamo permettere in quanto non abbiamo l’obbligo della cronaca in real time che ci dispensa dal fast time a tutti i costi.

Opportunità che lasciamo volentieri ad altri, anche se nell’occasione non c’è stata certamente la coda per coprire la notizia e questo un po' lascia perplessi.

Il vero motivo di tale ritardo voluto sta nel fatto che quando la Pro Patria viene a trovarci in sede l’emozione è sempre forte, unica ed esclusiva.

Per cui, ci prendiamo lo stesso tempo di chi assaggia un distillato prezioso e lo gusta lentamente, lo assapora, ne sente prime le note olfattive di testa, poi quelle di corpo e infine quelle di coda.

Tempo inebriante che fa percepire tutto il valore del distillato e ne certifica l’unicità.

La serata è stata un’ubriacatura di emozioni forti, affetti dati e ricambiati, complimenti fatti e ricevuti.

Siamo entrati per un attimo nel mondo della Pro Patria e la Pro Patria è entrata per un attimo nel nostro mondo e la condivisione reciproca è stata magica.

Fuori dal campo a volte si fatica a riconoscere i giocatori, non solo a livello fisico, ma soprattutto per come sono a livello umano.

Abbiamo toccato con mano quanto ci sia in loro di bello che non appare sul tappeto verde. Qualità che sono apparse dirompenti appena dopo che ci siamo scambiati due parole. Sorrisi contagiosi, educazione da college inglese, disponibilità a concedersi ai tifosi, hanno colpito tutti, facendo emergere l’altra faccia della loro qualità, quella che in campo non appare e che solo in questi eventi diventa avvertibile.

Ragazzi che brillano di luce propria, come i gioielli Piran, Ferri, Pitou, Stanzani e Chakir, che tutti le mamme vorrebbero sposi delle proprie figlie (sorry, ma siamo all'antica e il riferimento rimane confinato)

Uomini che guidano il gruppo con la loro esperienza come Boffelli, Lombardoni , Del Favero, Saporetti, Piu e Bertoni, che tutti gli allenatori vorrebbero avere nel proprio organico.

Ragazzi che sommati agli uomini formano una squadra perfetta, equilibrata, bilanciata che sa vincere in campo, ma anche fuori e martedi scorso ha dominato e incantato.

Squadra che ha bomber in campo, ma anche fuori come Nicolò Ramella, che l’organigramma bugiardo continua a definire Addetto stampa, sbagliandosi clamorosamente per difetto, il Direttore Sandro Turotti, che quando parla è talmente chiaro che si sarebbe potuta spegnere la luce e il Team Manager Beppe Gonella, la sintesi di chi non ama le parole, ma parla con i fatti.

Poi, c’era la dirigenza rappresentata dalla Vice Presidente Stefania Salmerigo, un  perfetto mix di bellezza, gioventù e passione per questi colori che si sposano perfettamente con la parola futuro, trasmettendo solide certezze ai tifosi.

Raccontare una serata così densa di emozioni non è nelle capacità dello scrivente, troppo difficile descrivere col giusto tono e risalto le emozioni provate e l’orgoglio sentito per l’apprezzamento di Saporetti per la nostra bella sede ( “non l’avevo mai vista, davvero grande e molto bella, ricca di testimonianza importanti”), oppure godere del sorriso giovane e coinvolgente di Pitou o ricevere il ringraziamento di qualche giocatore che ci ha letti e apprezzati per quello che siamo, per come siamo e per quello che scriviamo.

Cosa volete che sia se solamente letto? Un grazie? Tutto qui? Si, tutto qui, a Natale fatevi regalare la sensibilità necessaria per trasformare il tutto qui in qualcosa di unico e grande e ne riparleremo.

Eravamo in tanti o in pochi? La domanda è scontata, ma dipende dai punti di vista. Si è giovani o vecchi a 50 anni?

Certamente erano più gli assenti che i presenti, perché la Pro Patria ha sempre un competitor forte che giustifica gli assenti, l’altra sera la partita tra Argentina e Croazia.

Qui, ha ragione Nicolò Ramella quando afferma che siamo in pochi per cui è obbligatorio rispettare i pochi, ringraziarli prima che se ne vadano, per cui grazie e chi c'era, peccato per chi non c'era.

Vi siete divertiti di più a sentire i commenti di Adani? Noi abbiamo preferito quelli di Turotti.

Vi siete emozionati con Messi? Noi applaudendo i nostri ragazzi per quello che ci hanno regalato finora.

Vi siete addormentati con l’inno dell’Argentina nelle orecchie? Noi con quello della Pro Patria, anzi col coro “Pro Patria…Pro Patria…”, che è nato spontaneo per abbracciare forte i nostri ragazzi.

Questione di scelte, o meglio questione di feeling.

C'era chi, come Gigi Farioli, ha la Pro Patria tatuata sul cuore e ha saputo sintetizzare in una frase e senza nemmeno troppi riferimenti latini, che avrebbero potuto confondere la base, che “per la Pro Patria si fa sempre troppo poco”. Come dargli torto?

Nonostante l’Assessore allo Sport Maurizio Artusa si sia sforzato di far capire che il tentativo per migliorare le strutture dello stadio è in atto, magari partendo dal poco (il bar) per arrivare al molto ( i campi, o meglio il campo dall’allenamento), lo stesso non è stato risparmiato da qualche frecciatina velenosa da parte di chi è veramente stanco di sentire parole che seguono le parole di prima e precedono quelle successive. E’ il destino dei politici, per cui occorre farsene una ragione, ma nemmeno abusare della pazienza dei tifosi che attendono da decenni la realizzazione di qualcosa che in altre città realizzano in un lampo.

 Per i più curiosi, l’aggiornamento per la realizzazione del campo di allenamento dice che metà della cifra necessaria è pronta nella cassa del comune di Busto, l’altra metà sarebbe stata promessa dalla Regione Lombardia. La conditio sine qua non, urca ci stiamo “fariolizzando”, insomma la condizione obbligatoria che dovrà realizzarsi per toccare con mano la metà che manca sarà la riconferma di Fontana alla presidenza della Regione. Una telenovela che farebbe invidia persino a Netflix, mille puntate e nemmeno si vede la fine.

E i posteggi? Dirà qualcuno. Beh, chiedete ad Andrea Scalvi, lui  è un supporter del tema, noi siamo sempre stati defocalizzati sul punto e poi, Artusa non è responsabile del tema posteggi, per cui serve interpellare il competente assessore. Delusi? Un po' si, ma fa niente

Decisamente impattante l’intervento di Daniele De Grandis, uno che la Pro Patria ce l’ha nel cuore da sempre, che ha preparato una lettera dedicata ai calciatori che sono stati toccati nel profondo del cuore per l’intensità del messaggio. Per chi non sapesse di chi stiamo parlando non importa, rimane Argentina Croazia.

L’applauso non è mancato per chi come Emanuele Gambertoglio sta scalando l’Everest con i sandali pur di diffondere il verbo biancoblu tra i giovani. Un miracolo vederlo già al campo 4, intorno ai 4.000 metri, gliene mancano altrettanti per arrivare in cima, ma lui è uomo delle grandi imprese e prima o poi la bandiera della Pro Patria arriverà lassù, dove non volano i cucù.

Giovanni Pellegatta, riconfermato Presidente del sodalizio, ha quindi omaggiato i presenti con un profumato regalo natalizio, mentre agli assenti è stato recapitato un panettone gigante di oltre 3 chili di peso.

Proprio quel panettone che per molti Mister Vargas non avrebbe mangiato, per via di un curriculum che non faceva spellare le mani. Ne mangia tre chili farciti e prenota la colomba.

Anche questa volta il Direttore Turotti ci ha visto bene, anzi benissimo. Per cui, la domanda è nata spontanea: Qual è il segreto di questa magia?

Il Direttore non l’ha presa nemmeno troppo larga: “Il coraggio di prendersi dei rischi ( ragionati n.d.r.) e capacità di ascoltare i consigli”. Certamente la capacità di ascoltare chi questo mondo lo ha creato è la password per fare o non fare bene come quelli di prina ( scusate abbiamo problemi tecnici, non funziona il correttore automatico).

Dobbiamo fermarci qui.

Flavio Vergani

DEL FAVERO CON ANTONELLA 




PITOU

PEROTTI

STANZANI 


DEL FAVERO





EMANUELE GAMBERTOGLIO

LO SPEAKER SCALVI

SHAKIR

ADDETTO STAMPA NICOLO' RAMELLA

PIU


LOMBARDONI

SAPORETTI









0 commenti: