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Maniche corte per Vargas, piumino per Foschi |
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Sul finale Vargas si copre, ma non troppo |
Va di "Fietta" questa Pro Patria che stende il Lecco e si porta nella "Stanza(ni)alta della classifica.
Dopo il sacco di Zanica e il pareggio sul campo dell'ex capolista Pordenone, arriva una convincente vittoria per due a zero con il quotato Lecco che delude i suoi moltissimi tifosi presenti con una sconfitta bruciante, che fa seguito all'ultima ancora più caustica dell'ultimo playoff.
Il Lecco è per i tigrotti come il rosso per il toro e le statistiche, sia quelle del sempre bravo Scalvi e sia quelle del Dottore in matematica Sandro Lupidi, insomma di due che con i numeri non scherzano, dicono che il "non vincete mai" è il coro perfetto da dedicare alla chiassosa curva lecchese, che perde sul campo in modo secco, ma anche in panchina dove Mister Vargas imita per lunghi tratti la scialoneria ospite, che mostrava il petto nudo nonostante la temperatura rigida. Vargas rispondeva con le maniche corte e un cappello con alto grado di personalità, per poi ricorrere ad una mantellina improvvisata quando, ormai col risultato al caldo, non era più il caso di far vedere con i fatti che lui e la sua squadra hanno le palle d'acciao inox.
Foschi messaggi arrivavano invece dalla panchina del Lecco dove abbondavano i piumini pesanti fin da subito, anche se la copertura preventiva non dava gli esiti sperati. Prima era Castelli ad essere in down nella sua personalissima curva bioritmica, che sembra funzionare al meglio quando i goal sono difficili, per poi deludere quando l'occasione è facile, proprio come il calcio di rigore calciato sul palo.
Poi, era Fietta, oggi signore del centrocampo, a raccogliere un assist di Stanzani e scagliare in porta un missile terra-aria che lasciava muta l'indisciplinata e persino maleducata curva ospite.
Poi, ecco il raddoppio di un ispirato Stanzani. Goal che scatenava lo speaker Andrea Scalvi con una celebrazione in perfetto stile Superbowl.
Goal che risolveva il personalissimo dilemma che lo angustiava nel dover decidere il migliore in campo tra Ndreka e Stanzani. I vicini di seggiolino della tribuna stampa silver, meno prestigiosa della gold , ma col vantaggio di poter essere più tifosa, meno ingessata e più spontanea, votava per l'albanese, ma lui ha sperato fino all'ultimo che il numero sette rimanesse in campo per segnare quel goal risolvi dubbi e così è stato.
Insomma, un goal chiamato che ha reso felice lo speaker e i possessori dei 716 tagliandi emessi ufficialmente comunicati, che comprendono l'ancora sconosciuto numero di abbonati, un segreto che compete con il terzo di Fatima e i non abbonati. Rimane un fatto, che siano molti gli abbonati e pochi i non abbonati, oppure il contrario, ossia molti i presenti non abbonati e pochi gli abbonati, il risultato finale non cambia. Settecento tifosi in serie C con larga rappresentanza ospite, significa la totale distanza della città verso questa squadra. Non c'era la serie A, nemmeno il Gran Premio di Formula Uno e nemmeno il calcio inglese. Che poi qualche decina di persone l'abbia vista in televisione non cambia la sostanza. Pochi sono e pochi rimangono.
La sintesi è semplice e merita l' l'hashtag #chissenefregadellaProPatria quando gioca, per poi essere adattato alla bisogna in #quantoamolaProPatria, quando mi serve.
Per un attimo ci si metta nei panni di chi caccia i soldi per tenere in piedi la baracca. Cosa proveremmo noi se fossimo al loro posto e vedessimo 716 spettatori presenti a fronte di sacrifici economici importanti? Ognuno esprima liberamente cosa direbbe o cosa farebbe, probabilmente un bel vaffanculo a tutto e tutti sarebbe la risposta più gettonata e ovviamente meritata. L'orgoglio di Busto, la millantata Pro Patria simbolo di Busto, la gloriosa maglia nota in tutto il mondo, gioca di fronte a 700 persone al lordo dei tifosi ospiti. Ce n'erano di più al Teatro Sociale quando si festeggiavano i Cento Anni di vita del club. Tutto molto triste, tutto molto ipocrita, tutto molto nauseante, nonostante molti degli assenti di oggi e di sempre popolassero le prima file del teatro con il distintivo sulla giacca e la sciarpa al collo.
Per un attimo mettiamoci nei panni di un potenziale acquirente della Pro Patria che, dopo la vittoria di Zanica e il pari col Pordenone, muove settecento persone scarse. Un bacino di potenziale utenza da oratorio feriale che scoraggerebbe ogni investitore a mettere soldi in un progetto che quando la squadra va bene non arriva ai mille presenti.
Stop con gli sbordamenti, i maestri del giornalismo serio, quello della tribuna gold, direbbero che il segreto per farsi leggere è di scrivere pezzi corti e incisivi. Io, e il Dottore in Fisica e Matematica Lupidi siamo tagliati fuori, malati di sindrome prolissa, per cui, grazie a chi ci ha letto fino a qui. Abbiamo la fortuna e il privilegio di non scrivere per farci leggere, nemmeno per l'audience e tanto meno per piacere o compiacere. Abbiamo la libertà di essere liberi e di questo ringraziamo il Pro Patria Club che da sempre e per sempre ci permette di farlo, senza bavagli, senza guinzagli, senza l'obbligo di piacere o compiacere a qualcuno. Ringraziamo anche voi che ci leggete e un po' ci sopportate.
Un esercizio non così semplice.
Domenica la Pro Patria viaggerà verso Piacenza per continuare in una serie positiva davvero entusiasmate, tanto che ha mosso anche la pacatezza del Lupidi che, a fine partita, minacciava un pezzo dal titolo "Stiamo arrivando" e se lo dice lui che di calcio se ne intende diventa una sicurezza. Anche perchè, da quel che si dice, è esperto in assicurazioni, per cui siamo in una botte di ferro.
Flavio Vergani
AURORA PRO PATRIA 1919 – LECCO 2 – 0 (0 -0)
Marcatori: 10′ s.t. Fietta (PPA), 30′ s.t. Stanzani (PPA).
AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Del Favero; 6 Sportelli, 19 Lombardoni, 4 Saporetti; 2 Vaghi (1′ s.t. 11 Vezzoni), 10 Nicco, 16 Fietta, 25 Ferri (39′ s.t. 20 Gavioli), 3 Ndrecka (42′ s.t. 13 Boffelli); 7 Stanzani (39′ s.t. 32 Pitou), 30 Castelli (21′ s.t. 27 Piu).
A disposizione: 22 Cassano, 5 Molinari, 17 Citterio, 18 Piran, 24 Caluschi. All. Vargas.
LECCO (3-5-2): 1 Melgrati; 32 Lepore, 13 Battistini, 5 Enrici; 7 Giudici (38′ s.t. 19 Longo), 21 Girelli, 96 Galli (24′ s.t. 15 Maldonado), 8 Lakti (15′ s.t. 20 Ilari), 30 Rossi (15′ s.t. 23 Zambataro); 18 Pinzauti, 90 Mangni (1′ s.t. 10 Scapuzzi).
A disposizione: 22 Stucchi, 97 Maffi, 3 Maldini, 4 Sangalli, 6 Pecorini, 14 Stanga, 98 Zuccon. All. Foschi.
ARBITRO: Enrico Maggio della Sezione di Lodi (Mattia Regattieri della Sezione di Finale Emilia e Ferdinando Pizzoni della Sezione di Frattamaggiore. Quarto Ufficiale Giorgio Bozzetto della Sezione di Bergamo).
Angoli: 3 – 6.
Recupero: 0′ p.t. – 5′ s.t.
Ammoniti: Girelli, Ilari, Giudici, Lepore, Melgrati (LEC); Nicco (PPA).
Note: Giornata fredda e nuvolosa. Terreno di gioco in buone condizioni.
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