Mancava un asset? Ce lo siamo dimenticati? Non è stato considerato? Risposta sì alla prima domanda, no alle altre due.
Semplicemente meritava così tanto spazio che l'articolo sarebbe diventato troppo lungo, con il rischio che la "Laura"Centenaro poi ci cazziasse. Lei legge tutto e di questo la ringraziamo, ma se il pezzo è troppo lungo entra in modalità stand bye e alla prima occasione te lo fa sapere.
Per cui, meglio un pezzo al giorno che leva il medico di torno.
Asset Vargas: il suo nickname è "El Tractor", un termine che ricorda immediatamente la tradizione contadina, la determinazione, la forza, lo spirito di sacrificio, ma anche l'educazione, il rispetto delle persone, del tempo, delle stagioni e della terra che dà da mangiare.
In bermuda fino a poco tempo fa, in maniche corte fino a settimana scorsa, confermano la tempra contadina d'acciaio inox del cileno, giunto a Busto con uno zaino pieno di esperienze da giocatore, ma povero come allenatore.
Se non ci fosse stata la "garanzia Turotti", molti avrebbero storto la bocca, anche perchè l'alternanza lo penalizzava: Bonazzi male, Javorcic bene, Prina male, Sala bene. Era il turno del male che unito alla credenziali facevano temere il peggio.
Poi, fonti vicinissime alla società, anzi della società, hanno condiviso le prime recensioni che parlavano di uno spogliatoio entusiasta del modo di porsi di Vargas e questo valeva già molto. Si sa come va quando il feeling non scatta.
Poi, i risultati che rendono inutile ogni altra considerazione. Ci piace però sottolineare alcune qualità di questo allenatore che hanno colpito nel segno. Una delle principali è lo stile con il quale è entrato nella realtà bustocca, non in punta di piedi, che avrebbe potuto trasmettere una timida paura, ma con garbo, leggerezza, equilibrio. Non è mai parso di troppo o di troppo poco, mai fuori posto. Il suo linguaggio non è mai stato eccessivamente accondiscendente, ma nemmeno distaccato, assolutista, puntualizzante. Ha il dono di sapere tenere la giusta distanza dai differenti ruoli, senza mai apparire lontano. Una equidistanza che lo rende affidabile, soprattutto quando risponde che non può rispondere, invece di rispondere tanto per rispondere.
Ci è piaciuta la sua trasparenza quando nel passato ha motivato alcune scelte forti che hanno escluso un giocatore da sempre punto di riferimento della squadra a favore di un giovane emergente. Avrebbe potuto dire la stessa cosa in modo doverso, con la bocca, mentre gli cresceva il naso, invece ha evitato l'effetto Pinocchio che accende sempre un campanello d'allarme nel campo della comunicazione, motivando che la scelta era legata alla performance e che quindi non teneva conto del passato, anche se illustre.
Non si è fatto voler bene con sdolcinate attestazioni di stima verso la tifoseria, verso la storia di una gloriosa società, non ha scelto la strada comoda di leccare il culo a qualche opinion leader influente per ingraziarsi la tifoseria ( non che gli altri lo abbiano fatto, ma solo per dire che esiste in questo mondo anche questa opportunità che a volte viene scelta).
Avrebbe potuto far emergere, anche solo in controluce, la sua performance record del girone di andata, che ha fatto meglio di chi a Busto è giustamente considerato il benchmark di riferimento degli ultimi anni, ma ha glissato sull'argomento, ha sfumato l'impresa, ha evitato di far rimarcare.
Un po' come, a nostro parere non sempre in modo giustificato, non ha mai voluto crearsi alibi per le molte assenze. Le assenza non sono mai un alibi, ma una realtà. Un modo da lui scelto per credere in quello che ha sempre detto, ossia che questa rosa al completo è fortissima, senza qualche componente è forte.
La sua miglior qualità l'ha però confidata il Direttore Sandro Turotti, uno che parla poco e che non ama il gossip, ma al quale piace dire pane al pane e vino al vino, seppur in filigrana, con toni calmi e pacati e senza mai alzare al voce. Di lui ha detto che : "sa ascoltare". Un dettaglio che è un pilastro di questo asset. Ascoltare non per essere influenzati o succubi di qualcuno, ma solo per sfruttare l'esperienza di chi conosce questo mondo come le proprie tasche, le sfumature dei caratteri e delle qualità tecniche della squadra, l'umore dei tifosi, le aspettative della proprietà.
Una dimostrazione di intelligenza molto fine e ricercata che ha confermato a tutto tondo il profilo umano e caratteriale del "tractor".
Scoperta la password, la cassaforte si è aperta e dentro c'è un allenatore che molto farà parlare di sè, l'ennesima scoperta della società di Via Cà Bianca che da lustro agli assets citati ieri.
Flavio Vergani
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