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 La Pro Patria, nelle prima partita di un trittico davvero micidiale, vince per uno a zero con il Renate in quel di Meda.

Chi ben comincia è a "Meda"dell'opera e ora il match con la Pro Vercelli di Mercoeldi e con Vicenza di Domenica fanno meno paura.

In una sola volta i tigrotti cancellano tre negatività: vincono dopo un mese e dodici giorni, segnano un goal dopo quattro partite sterili e vincono in casa del Renate dopo otto partite.

E' Castelli il match winner che sfrutta una uscita non esteticamente indimenticabile del portiere locale Drago per mettere in tasca la vittoria.

Mister Dossena, tecnico del Renate, alla vigilia aveva fatto capire quello che pensava della Pro Patria. Seppur con tono sommesso e pacato da intellettuale e con accurata ricerca dei giusti termini per tentare di dialogare dandosi un tono da filosofo, aveva fatto capire che la Pro Patria non era certamente paragonabile all'estetica della Juventus Next Generation. I biancoblu erano stati dipinti come squadra agonistica, che corre e lotta e vive sulle seconde palle, insomma una squadra operaia che avrebbe tratto beneficio dal campo non impeccabile di Meda. In sintesi, quel che si dice sempre per le squadre un po' scarpone e poco dotate tecnicamente quando si vogliono giustificare, o come in questo caso, anticipare possibili debacle. 

Detto e fatto, la Pro Patria scesa in campo in perfetta tenuta operaia, con quella maglia giallo fluo che ricorda gli operai impegnati sulle autostrade, ha da subito fatto capire a mister Dossena che non si sbagliava in niente, tranne sul nome della squadra di Busto Arsizio che da sempre è nata femmina con il battesimo Pro Patria 1881 e poi ribattezzata sempre femmina dalla famiglia Tesoro in Aurora Pro Patria 1919. Ora, è vero che è tempo dove è di moda parlare di genitore 1 e genitore 2, ma maschio rimane maschio e femmina rimane femmina. Per cui, caro mister Dossena, la Pro Patria e non il Pro Patria.

Un lapsus che ha fatto pensare ad un'analisi pressapochista ed approssimativa della gara vista a Busto con il Padova da parte di Dossena, visto che oggi in campo si è vista solo la squadra in tuta da operaio, non quella in giacca e cravatta locale, letteralmente asfaltata dai tigrotti.

D'altra parte, cosa si  poteva pretendere di diverso da chi si veste come i manutentori stradali se non una bella asfaltata?

Diciamo che non serviva essere dei draghi per attendersi una Pro Patria con il coltello tra i denti, soprattutto dopo l'arbitraggio di domenica scorsa, per cui, anche chiamarsi Drago, come il portiere locale, non è bastato per evitare la sconfitta.

Tra l'altro, portiere che nell'occasione del goal non solo non ha letto la seconda palla, ma nemmeno la prima, con un'uscita goffa che ha causato il gollonzo di giornata.

I tigrotti, senza i soliti, più Piu, Nicco e Fietta, hanno giocato la partita quasi perfetta con uno spirito agonistico che ha letteralmente annegato ogni azione del Renate, con raddoppi asfissianti e ripartenze incisive che hanno costretto Drago a riscattarsi dal clamoroso errore iniziale con due parate da campione.

Poi, nel finale, è stato Del Favero a far capire che anche gli operai sanno parare bene con un paio di interventi da campione.

Tigrotti che dominano in campo e sugli spalti con tifo chiassoso e continuo che ha letteralmente asfaltato i tifosi locali, i quali non dispongono ancora di uno stadio proprio, ma, come oramai da anni, sono costretti a giocare in una città diversa dalla loro. 

Tra l'altro dal manto erboso non certamente di qualità, come anticipato da mister Dossena. Per fortuna che il Renate gioca sempre sul quel campo per cui lo conosce, brava la Pro Patria ad aver saputo neutralizzare anche questa variabile indipendente. Peccato che i tigrotti sono più esperti ad asfaltare che a seminare, diversamente avrebbero potuto dare una mano anche qui, l'unica soluzione è un cessione in prestito e senza diritto di riscatto del nostro manutentore del campo Mario Beliusse, per una sistemata a quello di Meda. 

Se ne parlerà nelle ultime ore di mercato, intanto mister Vargas fa seguito alle parole dette ieri in conferenza stampa con i fatti. Lui gioca con quelli che ha, non chiede altro e non si preoccupa delle strisce positive o negative, degli iimpiegati o degli operai, del campo bello o brutto,  perchè questo è il calcio, dove si vince e si perde. L'importante è l'atteggiamento e oggi era quello giusto. Un tecnico che ama dire pane al pane e vino al vino, che rifugge la spocchiosità  e lo stile del benpensante, preferendo le bermuda e le maniche corte anche d'inverno per essere pronto ad asfaltare le autostrade quando farà caldo. W gli operai!

Flavio Vergani

RENATE – AURORA PRO PATRIA 1919    0 – 1   (0 – 1)

Marcatori: 13′ p.t. Castelli (PPA).

 

RENATE (4-3-3): 12 Drago; 7 Anghileri, 28 Silva, 4 Angeli, 16 Ermacora (1′ s.t. 33 Colombini); 14 Baldassin (1′ s.t. 30 Marano), 26 Nelli (10′ s.t. 95 Sorrentino), 20 Squizzato; 8 Baldassan, 9 Nepi, 15, Ghezzi (1′ s.t. 10 Morachioli).

A disposizione: 1 Furlanetto, 13 Ciarmoli, 23 Manzolini, 32 Simonetti, 88 Esposito. All. Dossena.

 

AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Del Favero; 5 Molinari, 19 Lombardoni, 13 Boffelli; 21 Perotti, 11 Vezzoni (40′ s.t. 2 Vaghi), 14 Bertoni (22′ s.t. 8 Brignoli), 25 Ferri, 3 Ndrecka; 32 Pitou (22′ s.t. 7 Stanzani), 30 Castelli (32′ s.t. 17 Citterio).

A disposizione: 12 Mangano, 6 Sportelli, 17 Citterio, 18 Piran, 20 Gavioli, 22 Cassano, 24 Zanaboni. All. Vargas.

 

ARBITRO: Gioele Iacobellis di Pisa (Pio Carlo Cataneo della Sezione di Foggia e Gianluca Scardovi della Sezione di Imola. Quarto Ufficiale Federico Cosseddu della Sezione di Nuoro).

 

Angoli: 7 – 1.

Recupero: 0′ p.t. – 3′ s.t.

Ammoniti: Squizzato, Nelli, Nepi (REN); Molinari, Lombardoni, Del Favero (PPA).

Note: Giornata fredda e soleggiata. Terreno di gioco in discrete condizioni.

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