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Le due sconfitte consecutive con Pergolettese e Virtus Verona restituiscono alla Pro Patria il sesto posto in classifica.

Si può dire che stiamo tornando verso la normalità di sempre, dopo aver sognato ad occhi aperti.

Tre indizi fanno una prova che fa pensare ad una squadra ancora alla ricerca della continuità.

I picchi e i flessi della performance bustocca sono facilmente leggibili: bene a inizio torneo, quando gli stimoli erano al massimo per il desiderio di misurarsi con le altre squadre, poi una flessione quando la certezza di essere competitivi ha spento qualche motivazione, poi la risposta al periodo negativo per tornare in carreggiata, quindi l’ultimo flesso proprio quando serviva pensare in grande e salire il gradino motivazionale.

La squadra costruita per la salvezza sta vivendo un over performance che ha azzerato fin da subito il problema salvezza e orientato la squadra in una terra di nessuno compresa tra la solita zona playoff e la improbabile promozione.

La conseguenza logica è stato un calo motivazionale spontaneo, probabilmente combattuto, ma non facile da gestire che ha ripresentato la modalità montagne russe in casa Pro Patria.

A partite davvero pregevoli fanno seguito partite praticamente non giocate, come quella di ieri quando si è permesso all’avversario di segnare due reti comode fin nella prima mezz’ora, per poi giochicchiare senza mai rendersi pericolosi. Neppure un rigore è servito per cambiare il destino del match.

Prestazione simile a quella di Mantova, quando mister Vargas si attribuì le colpe di una preparazione del match non ottimale. Una bella presa di responsabilità da parte del condottiero che però è ritornata fuori in queste due partite non impossibili che avrebbero portato la Pro Patria nell’aria rarefatta dell’alta classifica.

Davvero un peccato perdere l’occasione di realizzare qualcosa di grande, come raggiungere una posizione che permettere ai tigrotti di disputare fin da subito i playoff nazionali, saltando i primi turni.

Senza dubbio un obiettivo a portata di mano vista la qualità delle squadre competitors, visto che in casa Pro Patria potrebbe tornare qualche infortunato di lusso. Un’occasione da non perdere per dare un calcio alla normalità.

Una normalità pregevole, sia chiaro, frutto di grandi intuizioni del Direttore Sandro Turotti, al quale è stato chiesto di salvarsi e salvezza sarà, al quale è stato chiesto di scovare qualche predestinato  dopo Javorcic, Gatti, Pierozzi e Caprile e lui ha risposto con Vargas, Ndreka, Pitou, Ferri,ma anche Castelli e Stanzani, rigenerati nei numeri in zona goal, ma anche una normalità da combattere senza porsi limiti.

La squadra ha le capacità per pensare in grande, per stabilire fin da subito la miglior performance dell’era Turotti, deve solo crederci, avere ancora fame e non farsi abbracciare dalla zona di comfort e dalla convinzione che è stato fatto quello che andava fatto.

C’è molto altro da fare, perdere due partite con Pergolettese e Virtus Verona, subendo quattro reti da squadre come i cremaschi che hanno la penultima posizione in classifica nelle gare in trasferta e dai veronesi che hanno la penultima posizione nella classifica di rendimento casalingo, fa pensare che l’approccio non sia stato quello corretto e che le partite le abbia perse più la Pro Patria che vinte dalle avversarie.

Il ritornello che gli avversari sono sempre temibili e buone squadre lascia il tempo che trova di fronte ai numeri citati sopra.

La Pro Patria ha perso con squadre più scarse, tra le più scarse nelle classifiche parziali e e con distanze in classifica generale comprese tra gli otto e i dodici punti. Rispetto per gli avversari sempre, ma eccessiva valorizzazione degli stessi mai. Se qualcuno avrebbe dovuto preoccuparsi delle performance  erano gli avversari che incontravano una Pro Patria in cima alla classifica, non il contrario.

La stagione è ancora lunga, tempo per combattere la normalità ce ne è in abbondanza, serve cambiare il mood mentale e tornare a sbranare gli avversari come accaduto in tante partite che hanno svoltato la stagione tigrotta. Fin da domenica, quando a Busto arriverà una Pro Sesto tecnicamente niente di più della Pro Patria, visto che ha l’organico dello scorso anno quando arrivò ai playout e non oltre e senza il suo bomber Bruschi. Nonostante questo i sestesi sono in alto, dove anche i tigrotti potrebbero stare e su questo non c'è nessun dubbio.

Insomma, l’occasione perfetta per l’impresa perfetta.

Flavio Vergani

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