Header

La Pro Patria rispetta al tradizione e perde per l'ennesima volta con la squadra di Crema, recordman di ripescaggi ai tempi del presidente (cremasco)Macalli, che ormai da sempre, quando vede i tigrotti diventa come il toro quando vede rosso.

Biancoblu che ritrovano la loro dimensione dopo qualche volo pindarico procurato dall'aria di alta classifica che aveva stimolato qualche speranza, fin troppo eccessiva per un obiettivo da sempre fuori portata.

Può accadere che qualche Gran Premio la vinca la Toro Rosso, o l'Alfa Tauri, o la Mc Laren , ma il Campionato del Mondo lo vincerà sicuramente la Ferrari o la Red Bull o la Mercedes.

La presenza di outsiders nelle zone alte della classifica, o addirittura in testa, è conseguenza di un mix di fattori casuali  eccessivamente premianti per le squadre sorprese ed eccessivamente penalizzante per le corazzate del girone. Inutile dire che a questo campionato mancano squadre come Triestina, Novara e Padova, altre, come il Vicenza, stentano a decollare, mentre Feralpi e Pordenone sono in perenne rampa di lancio, senza tuttavia aver ancora spiccato il volo. Questo ha favorito l'accorciamento della classifica e dato la possibilità a squadre come Pro Sesto, Lecco e Pro Patria di recitare il ruolo di guastafeste con vista sull'alta classifica, senza tuttavia possedere l'organico qualitativo di chi andrà in serie B, che difficilmente sarà la Pro Sesto per i motivi di cui sopra.

Che il Direttore Sportivo Sandro Turotti abbia clamorosamente sbagliato l'obiettivo costruendo una squadra da promozione, invece che da salvezza, pare francamente fuori luogo. Diciamo che ha costruito una squadra salvezza che ha saputo andare al di là di ogni più rosea aspettativa e meritato il posto che occupa a prescindere da altre valutazioni, ma dirsi delusi per la sconfitta di ieri che di fatto fa tornare alla realtà. appare del tutto inopportuno.

La strategia di Turotti è da sempre la stessa: un pilastro per reparto e il resto giovani di valore. Quando i pilastri con nome Lombardoni, Nicco, Castelli o Parker, vengono meno e quando chi è stato l'eroe delle prime sei giornate di campionato come Del Favero ( molti punti di inizio torneo hanno la sua firma), incappano in giornate storte come quella di ieri, le risorse rimanenti fanno quello che possono 

Finora lo hanno fatto non bene, me benissimo e questa à la soddisfazione che va gustata fino in fondo, senza diluirne il sapore con l'amaro di una sconfitta che fa sempre male, ma che è solo un infortunio di un percorso del tutto soddisfacente.

Che poi, ai molti infortuni, per l'ennesima volta si debba sommare un episodio arbitrale sconcertante con il rigore non dato, il tutto diventa più complicato. Episodi che non sono classificabili come dubbi e da Var, ma realtà concrete oggettive come l'ammonizione a un ora dal termine del match comminata a Saporetti  per perdita di tempo in quel di Trento che lo ha portato in squalifica. Oppure, rigori dati e poi tolti dal guardialinee, come col Vicenza, o espulsione incredibile di Saporetti con il Padova. Episodi che vanno al di là dell'errore che un arbitro può umanamente commettere. Siamo in serie C per cui la qualità degli arbitri è quella dei calciatori, ma quest' anno si vedono atteggiamenti e comportamenti che ai limiti tra l'incapacità e la prevenzione verso i tigrotti.

Se fosse davvero tutta incapacità, ci sarebbe da aprire una profonda riflessione sul mondo arbitrale, sulla formazione di queste giacchette nere a volte impresentabili e sulla regolarità, o meglio sull'affidabilità, del campionato. Chi, quando e perchè permette a questi personaggi di essere promossi in serie C con queste lacune?  I collaboratori dell'arbitro sono peggio di lui, tanto da non ravvederlo, a parte casi isolati come col Vicenza? Il quarto uomo, a parte avere viaggio, albergo e ristorante pagato, che utilità ricopre in ambito formativo dell'arbitro se non in grado di limitarne i danni con inteventi sul campo diretti? Che senso ha averlo a bordo campo con il solo incarico di stressare gli allenatori quando escono dal perimetro dell'area tecnica? Quello è il vero problema della partita, mentre in campo l'arbitro ne fa di cotte e di crude? Prima di pensare a complicate riforme o scimmiottare il calcio che conta con imitazioni pacchiane e cinesi di quanto avviene nelle serie superiori, ci si preoccupi di formare arbitri di qualità, magari dando funzioni di tutoring direttamente sul campo, evitando quanto visto finora.

Chiunque segue il calcio, anche da decenni, ci dica quando mai ha visto un'ammonizione a un ora dal termine della partita per perdita di tempo di un giocatore militante in una squadra quarta in classifica che gioca contro una in zona playout. Poi, spiegateci se trattasi di arbitro scarso o prevenuto, o cos'altro?

L'elezione della Presidente Patrizia Testa nel Consiglio di Lega capita a fagiolo per far presente quanto sta accadendo ormai da tempo in casa biancoblu. Una società educata e spesso rispettosa del fairplay non può esimerla dal farsi sentire quando i fatti sono così incontrovertibili. Forse, è proprio in tale direzione che serve fare un passo in avanti, migliorando le relazioni, la presenza, la visibilità e l'autorevolezza nelle sedi che contano, coltivando relazioni di network che spesso aiutano a garantirsi un diverso rispetto e considerazione.

Flavio Vergani


0 commenti: