La partita di ieri con la capolista Pro Sesto, ormai diventata Pro Prima, ha lasciato una lunga coda di polemiche e ricriminazioni.
Si ricrima sulla formazione iniziale schierata da Mister Vargas, giudicata troppo timida in fase di attacco, si polemizza sui torti arbitrali subiti dalla Pro Patria.
LADRI A CHI? Ieri sera, da Sesto San Giovanni, è arrivata la replica per contestare il grido di "ladri...ladri..."che ha accompagnato l'uscita dei calciatori ospiti dallo Speroni. Difesa d'ufficio che poggia il basamento principale sulla mancata espulsione di Saporetti, che ha commesso il fallo da rigore. Da Sesto fanno sapere che se è rigore, allora è anche espulsione con spostamento del baricentro della partita in ben altra direzione. Si aggiunge: in dieci contro undici, difficile che la Pro Patria si sarebbe potuta permettere di inserire tre punte dopo la fine del primo. Che poi l'arbitro possa avere sbagliato altre decisioni a sfavore dei tigrotti, questo è del tutto un fatto concreto, ma serve riferirsi anche al primo grande errore subito dalla Pro Sesto che avrebbe cambiato la partita a favore della capolista. Due a zero e dieci contro undici, molto meglio che due a zero e undici contro undici. CLICCA QUI E DECIDI SE ERA ESPULSIONE
Insomma, si rimanda al mittente l'appellativo di ladri e si conferma l'assoluta giornata nera dell'arbitro di giornata. Arbitro a parte, c'è altro da analizzare? Si, c'è molto, vediamo qualche key point.
NICCO INDICA LA STRADA PER NON ANDARE A PICCO: "Eravamo sempre in ritardo sulle seconde palle, abbiamo dobbiamo approcciare meglio le partite, possiamo dare di più, io per primo". Titolo del paragrafo esagerato solo per trovare una rima, ma rimane una sintesi perfetta del centrocampista biancoblu che evita di utilizzare l'alibi della direzione dell'arbitro per suonare la sveglia in casa tigrotti. L'equazione delle tre ultime partite restituisce un meno nove punti per le tre sconfitte che devono far tornare l'antica carica in campo ai tigrotti. Evidentemente, l'esperienza di Nicco gli consente di essere sensibile e attento ai bioritmi della squadra e ha voluto concentrare la sconfitta sugli errori della squadra piuttosto che su quelli dell'arbitro. Una analisi del tutto condivisibile, viste anche le sconfitte precedenti.
RIPARTITE E RIPARTENZE: La ri-partita, ossia la rivincita della partita di Sesto sembra sia stata approcciata da Mister Vargas con l'intento di evitare le ripartenze della Pro Sesto, fatali nella gara di andata. Da qui la logica conseguenza di una formazione senza punte di peso e con una strategia di gioco apparsa fin da subito rinunciataria. Io sto qui, ti aspetto, non offro il fianco alle ripartenze e vediamo chi si stanca per primo. L'andamento della gara ha fatto franare fin da subito la strategia iniziale costringendo a tre cambi obbligati a fine primo tempo con l'ingresso di tre attaccanti che hanno inciso positivamente sulla performance tigrotta, anche se troppo tardi. Vista la condizione di classifica, forse un po' più di coraggio e spregiudicatezza avrebbe fatto bene.
NON STO FUORI PIU: La squadra, mai come ieri, ha bisogno di Piu, unica punta dello scacchiere biancoblu in grado di dare fisicità, essere punto di riferimento, garantendo anche goal. Lo scorso anno tutti hanno potuto apprezzare la performance di questo attaccante che sa cantare e portare la croce. Si fatica a comprendere le frequenti rinunce al suo contributo, anche tenendo conto del fatto che spesso si invoca la mancanza di Parker, ma se poi hai Piu e il sostituto di Parker, che si chiama Chakir e nemmeno loro giocano, diventa difficoltoso comprendere quanto sia incidente l'assenza di Parker.
RIMANDATI PER TROPPE ASSENZE: C'è assenza e assenza in ambito di conteggio che fa sempre otto perchè tre sono fisse. Le assenze di Parker e Rossi sono state compensate in sede di mercato con gli arrivi di Gavioli e Chakir, entrambi disponibili, ma non messi in formazione. Vezzoni, Ghioldi e Brignoli da sempre hanno denunciato fragilità fisica che spesso non gli ha permesso di esprimere in pieno la loro potenzialità. La loro riconferma basata sulle assolute qualità comprendeva nel contratto questi rischi di assenze a singhiozzo che di fatto si sono confermate. A loro si sommano le ricadute di Lombardoni che con Bertoni, costituiscono le vere assenze della Pro Patria di ieri. Un quadro che deve essere specificato con le opportune differenziazioni per evitare frettolose e ingiuste analisi posticce e dannose verso i professionisti che curano la preparazione fisica dei tigrotti.
MULTE IN ARRIVO?: Qualche tifoso ieri sera ha scritto che l'arbitro andrebbe denunciato per istigazione a delinquere. Una affermazione che potrebbe essere anche concreta ma che non sarà presentabile in sede di difesa nel caso arrivasse sul tavolo del Giudice sportivo quanto accaduto allo "Speroni". Panchina ospite spesso bersaglio di accesi dibattiti cin interlocutori alla ramata, il Dottor Pane, responsabile stewards, che ha dovuto sguinzagliare i suoi uomini sulle tribune per calmare gli animi, cori verso la terna arbitrale ripetuti e certamente non amichevoli, saranno oggetto del probabile super rapporto che verrà depositato nei piani alti con possibili conseguenze sulla società. Ecco spiegata l'utilità di un dossier da presentare in tali sedi con la collection dei rigori contro la Pro Patria (CLICCA QUI E DECIDI SE ERA RIGORE), ma anche di quello dati e poi precipitosamente tolti, delle espulsioni subite, come quella di Saporetti colo Padova o del fallo sul portiere di ieri completamente inventato dall'arbitro (CLICCA E QUI E DIMMI SE E' FALLO SUL PORTIERE). La Pro Patria e i suoi tifosi meritano le multe quando le meritano, rispetto sempre e comunque.
GUARDARE AVANTI: Messi da parte i sogni di gloria, occorre tornare alla realtà. Il titolo del Tigrottino, organo ufficiale del Pro Patria Club, citava "Riportiamoli sulla terra", una speranza di far precipitare dall'orbita i sestesi. Titolo quanto mai utile anche per la Pro Patria che deve tornare sulla terra con la testa e con il corpo, ritrovando antiche certezze. Solo nel dizionario successo viene prima di sudore. Ripartire da qui diventa un obbligo.
Flavio Vergani
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