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 Siamo costretti a palesare quasi un certo imbarazzo nel tentativo di commentare e di conseguenza giudicare le ultime prestazioni inspiegabili nell'approccio alla partita, censurabili nella misura dei risultati, talvolta senza un senso logico nello sviluppo delle situazioni di gioco.

Una frettolosa analisi condurrebbe a constatare come motivazione primaria quella di una mancata connessione cerebrale immediata al fischio di inizio del direttore di gara, come se fossimo rimasti ancora nella fase di preparazione dell'incontro elaborando strategie future dimenticando di applicarle essendo già nella condizione esecutiva.

Siamo costretti a certificare il crollo delle certezze che ci avevano sostenuto fino ad ieri, dinanzi ad una situazione mentale inattesa con la conseguenza del ritorno della anemia realizzativa che oggi sembra avere i connotati della irreversibilità associata ad una permeabilità difensiva diventata campo di conquista da parte dei nostri competitori.

Ci siamo misurati con organici assolutamente non certo superiori in termini di qualità tecniche e tuttavia, molto spesso, abbiamo subito la pressione costante in tutte le zone di campo senza poter creare presupposti per una reazione che potesse costituire un pericolo concreto per le difese delle squadre avversarie di turno.

Pertanto a cosa attribuire questa incapacità di offendere in maniera pungente ritornando ad esprimere altresì anche quella compattezza tra le linee che ci aveva caratterizzato nel periodo antecedente a questa fase opaca ?

Una risposta per la quale mi assumo la responsabilità, corredata dal desiderio di una immediata smentita da parte dei ragazzi, potrebbe essere quella di un rilassamento psicologico con azzeramento delle motivazioni, avendo raggiunto con congruo anticipo la quota di punti, quasi garanzia dei programmi di partenza della società.

Quando la realtà ha proposto incontri con componenti di organici alla ricerca disperata di punti per evitare zone a rischio, la voglia di reazione si é trasformata in un cortocircuito mentale con smarrimento di una logica organizzazione di squadra e sfilacciamento dei reparti, con concessione di ampie zone di manovra da parte delle azioni offensive dei nostri antagonisti.

Occorre certamente a questo punto riannodare le fila e ricomporre l'unità di gruppo in vista dei prossimi scontri, determinanti sotto tutti gli aspetti, anche perché é insolito rubricare dichiarazioni esplicite da parte di un uomo come il nostro DS Sandro Turotti, persona dalle riconosciute doti di misura e comunicativa essenziale, con dimostrazione concreta della sua palese insoddisfazione, simbolo di una pazienza ormai esaurita.

Il derby del Ticino ritengo sia psicologicamente corroborante per dare quel segnale di reazione che tutti noi ci attendiamo, stimolando quel senso di sana cattiveria agonistica, con intelligente disposizione della squadra sin dal primo minuto e conseguente organizzazione di una pressione immediata sulle fonti di gioco dei nostri storici rivali e usando il possesso di palla non solo come impedimento ai tentativi di attacco degli antagonisti ma soprattutto base per le iniziative di proposizione offensiva e movimenti conseguenti da parte delle nostre punte.

Niente più alibi : occorre da ora in poi dimostrare quanto valiamo e ritornare a respirare quell'aria che ora ci manca molto !

Siamo sempre con Voi perché BIANCOBLU'  si nasce e non si diventa !

Sandro Lupidi


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