Dopo l'adrenalinica conclusione dell'incontro con il Piacenza, dove la storia ha voluto scrivere una pagina forse improbabile ma ugualmente emozionante, condensato di sensazioni contrastanti, derivate casualmente da una appendice di over-time decisa dal direttore di gara che aveva perso probabilmente la cognizione del tempo reale, è giunto il tempo di formulare un bilancio su quanto ci lascia il percorso compiuto dalla nostra squadra.
L'indagine retrospettiva fornisce aspetti ed immagini a volte esaltanti a volte meno gratificanti, tuttavia sempre spaccati di un vissuto che non si può rinnegare e che quindi ha avuto in ogni caso ragione di esistere con il conseguente corredo di quanto costituisce naturale palcoscenico di un evento sportivo.
L'ecoscandaglio retrogrado nella mia mente evidenzia aspetti contrastanti: da un lato la moderata soddisfazione per il risultato minimale raggiunto, condizionato nel positivo solo per quanto di negativo poteva accadere e per fortuna abbiamo evitato dopo periodi di vera sublimazione mentale e in fondo la meno gratificante stagione proposta dalla nostra squadra che forse ci aveva abituato troppo bene, fornendoci piatti prelibati con contorno di play-off garantiti.
Niente processi ma solo ulteriore esperienza in ottica gestionale da farne tesoro per i prossimi anni, con qualche obiettivo più stimolante da raggiungere per tentare di fare quel salto di categoria che tutti noi abbiamo nel cassetto dei sogni, con basi ovviamente solide, non solo in termini di investimento su giocatori (può essere controproducente avere nomi di prestigio e con pesante incidenza sui conti con risultati pessimi sul campo) ma anche soprattutto con la tanto auspicata, ma mai verificata, maggiore partecipazione di pubblico-istituzioni-
Nello sport di squadra troppe variabili possono incidere sui risultati (infortuni di grave entità - episodi casuali avversi - mancato amalgama del collettivo) ma impostare dall'inizio un organico equilibrato, corretto mix di gioventù e maturità, costruendo il tutto seguendo il vecchio archetipo della spina dorsale di valore ed affidabile, potrebbe già essere la colonna portante della costruzione definitiva.
Le qualità del nostro architetto deputato all'opera sono riconosciute ed indiscusse e quindi possiamo affidare a tale professionista le scelte future in quanto, conoscendone il carattere, reputiamo che abbia sviluppato anche per questo campionato un senso di autocritica per un esito non completamente soddisfacente, con allegato desiderio di rimettersi in gioco, per dimostrare ancora una volta le sue capacità di indagine ed assemblaggio degli attori, quale consumato regista su uno scenario che ha visto il suo operato sempre premiato da risultati sorprendenti alla luce delle risorse a disposizione.
L'alchimia da utilizzare resta ovviamente lasciata alla sua discrezione ed al consolidato supporto anche dei collaboratori, validi nel segnalare e porre in evidenza soggetti, oggi non conosciuti al grande pubblico, ma sicuri possibili interpreti da proporre e fare crescere in società, sviluppando e modulando al meglio le caratteristiche naturali, sgrezzando solamente gli aspetti meno produttivi e trasformando il bruco in farfalla.
La linfa vitale biancoblù ha dimostrato che la base può avere caratteristiche con prospettive interessanti sullo schermo del futuro (vedi vittoria in Primavera 4) e quindi molto spesso non occorre guardare ed attingere ai giardini altrui quando forse é sufficiente coltivare e fare sbocciare virgulti, oggi sicuramente acerbi, ma con virtù che, nascoste ancora a causa di età e conseguente inesperienza, possono rivelarsi autentici tesori da custodire e proporre sempre con la nostra meravigliosa casacca.
Ricostruire non é sicuramente semplice ma l'importanza di una base con fondamenta affidabili può costituire elemento determinante per garantire un esito con minori rischi di errore.
Il fine campionato diventa come sempre campo di coltura per analisi, critiche, valutazioni dove tutti noi tifosi diventiamo giudici senza contraddittorio per esprimere i nostri concetti a commento di un risultato che può essere interpretato sotto diversi aspetti.
In questa ottica mi permetto di inserirmi, a titolo esclusivamente personale, per esprimere la mia opinione in relazione all'ultima conferenza stampa proposta dopo l'incontro con il Piacenza da parte del nostro responsabile tecnico, avente come oggetto la comunicazione della sua non riconferma alla guida della squadra per la prossima stagione che, pur apprezzabile per sincerità e trasparenza, mi é sembrata inopportuna non tanto per i contenuti ma quanto per la tempistica di esecuzione, essendo ancora in programma l'ultimo confronto di regular-season, rivelatosi a posteriori pleonastico per i nostri colori ai fini del risultato finale di classifica, ma in ogni caso degno di attenzione per i nostri ragazzi che alla fine hanno onorato l'impegno con l'orgoglio di sempre.
E per ultimo voglio dedicare un pensiero particolare anche agli ammirevoli tifosi del Piacenza che nell'arco di una settimana hanno vissuto un autentico psicodramma in due atti e sempre all'over-time degli ultimi due incontri, scenario pericoloso per la salute delle coronarie e conseguente prossimo stato depressionario per affrontare la conseguente e non facile risalita.
Sandro Lupidi
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