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MISTER VARGAS PIU' PESSIMISTA DELLA CITTA'

 Chi di poca fiducia ferisce, di poca fiducia perisce. Mister Vargas, dopo aver detto che la squadra credeva nella promozione, ma la città no ( e alla fine aveva ragione la città, visti i risultati da retrocessione diretta della squadra), dopo la gara col Piacenza ha salutato baracca e burattini, senza tenere conto della matematica che assegna ai tigrotti il 4% di possibilità di accedere ai playoff. Primi turni in trasferta, ma eventuale qualificazione alle fasi nazionali in casa. Per cui il saluto e le certezze espresse relativamente al fatto che quella col Piacenza fosse l'ultima gara casalinga di fatto dichiaravano la resa sua e della squadra, non credendo nemmeno nel 4% di speranze residue che in genere si finge di rispettare.  D'altra parte, una squadra che credeva nella promozione, perchè non potrebbe coltivare questa ambizione? Questa volta è Vargas e la squadra che non hanno creduto nei playoff e non da domenica scorsa, da molto prima.

RUMORS CONFERMATI

Semplicemente perchè quella squadra che ambiva in alto,  non c'è più e non c' è più da tanto tempo, ossia da quando il Direttore Sportivo Sandro Turotti parlò nel dopo Triestina Pro Patria, o da quando rumors provenienti da persone molto vicine ai calciatori ( persino troppo), avevano alimentato le voci di corridoio arrivate tra i tifosi ( mai casuali), che raccontavano che non erano proprie tutte rose e fiori in casa Pro Patria o da quanto detto dallo stesso Turotti a qualche collega nel dopo Trento che confermavano i rumors raccolti dai tifosi.Il meccanismo si è inceppato e da lì è stato un pianto greco che ovviamente ha inciso sul rinnovo contrattuale del mister e non solo. Ammesso che il mister avrebbe accettato il rinnovo, dopo il finale di campionato vissuto.

IL FUTURO DELLA SQUADRA

Questo è il passato, ma il futuro? La lista degli arruolabili per il prossimo anno parla di Mangano, Lombardoni, Ndrecka, Bertoni, Nicco, Ferri, Pitou , Castelli e Piran. Al netto delle possibili richieste di mercato che ci si attende per Lombardoni, Ferri, Pitou e Castelli, la squadra avrà bisogno di un rinnovamento e non solo in panchina. Panchina che potrebbe essere occupata da una soluzione interna, non conosciamo la risposta alle domande raccolte in settimana relativamente al "patentino" eventualmente nelle tasche di Colombo e Gentilini (tecnico vincente della Primavera 4), ma è chiaro che il discorso tecnico passa dalla continuità societaria, che non è scontata.

IL FUTURO DELLA SOCIETA'

Da quando la Presidente Patrizia Testa è arrivata in via Cà Bianca è cambiata solo la categoria. Era serie D e ora è serie C. Il resto è rimasto uguale o cambiato in peggio. C'era una "piana", chiamata posteggio, al suo posto ci sono due campi di calcio, ma non della Pro Patria. Quello in sintetico promesso è rimasta una promessa, il pubblico da 1.000 e passa che era, ora è di circa seicento persone, prima c'era qualcuno che dava una mano, oggi forse nemmeno mezza. Non lo ha ordinato il dottore e nemmeno lo Spirito Santo che Patrizia Testa debba svenarsi e coprire le perdite del simbolo di Busto, della squadra per la quale Busto è famosa, della squadra della Capitale dello Sport, mettendoci del suo solo, unicamente per ricevere qualche "Brava Patrizia" dalla città. Dei ringraziamenti che le costano centinaia di migliaia di euro ne potrebbe fare volentieri  a meno. Chiaramente, nessuno ha detto e nessuno sa che ci sono idee diverse dal proseguire la sua avventura alla Pro Patria, questo sia chiaro, ma è anche corretto che in sede di analisi si valutino tutti i possibili i scenari. Potrebbe essere questo uno dei motivi per i quali i lamentosi in cerca di rinnovo contrattuale siano stati educatamente respinti fin da subito? Non lo sappiamo e neppure mai lo sapremo, ma quello che è certo che dopo il finale di campionato pochi, anzi pochissimi, possono vantare crediti o pretendere un rinnovo contrattuale automatico. Per cui, è valida anche l'ipotesi opposta, ossia una decisa conferma dell'impegno della Presidente ma anche la chiara volontà di rinnovare la squadra magari con un profilo ancora più "green" e sostenibile, ossia con più giovani validi e meno lamentosi senior . La fiducia va guadagnata sul campo e quanto accaduto, al netto delle singole responsabilità ( la colpa è sempre degli altri) è palese e senza alibi. Il girone di ritorno è stato da conferme nessuna, ovvio che chi non aveva in tasca il contratto per il prossimo anno era ed è a forte rischio "grazie lo stesso, ma la tua avventura alla Pro Patria...finisce qui.

500 DENARI  PRIMA CHE L'ARBITRO CANTI TRE VOLTE PER EVITARE IL TRADIMENTO

Intanto, a proposito di soldi da tirare fuori, la Pro Patria dovrà sborsare ben 500 euro per l'espulsione del team manager Beppe Gonnella, avvenuta dopo il goal del Piacenza. Una santa espulsione che ha fatto capire all'arbitro che il cronometro di cui disponeva tirava indietro, visto che i sei minuti di recupero erano scaduti. Un lampo di genio che chissà se è vero o no, ma lo potrebbe essere, ha fatto venire sensi di colpa al direttore di gara, tanto da aggiungere il giusto tempo per il pareggio biancoblu. Cinquecento denari ben spesi per evitare il solito tradimento da parte della dea bendata che già quest'anno molto ha dato per punire la Pro Patria chissà per quale colpa grave. Prima che il gallo canti tu mi avrai tradito tre volte, diceva Quello famoso, prima che fischi tre volte il tradimento è stato evitato, diciamo noi, mentre da lassù si ode la voce di uno meno famoso di Quello famoso, che dice : "partita finisce, quando arbitro fischia".

Per cui, tutto bene quello che finisce bene e l'ultimo chiude la porta, meglio se a campionato finito.

Flavio Vergani


 

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