Header


Sono passati dodici anni dalla prima volta della festa della birra. Ogni volta sembra sempre la prima volta, anche se è sempre diverso dalla volta prima. Abbiamo conosciuto tante persone, raccontato tanti fatti, vissuto qualche delusione, ma eh...già...siamo ancora qua, direbbe Vasco Rossi.

Ci piace metterla in musica, sia per la passione di chi scrive, ma anche perchè la musica è la voce dell'anima, che non fa sconti quando serve per capire le persone.

Abbiamo conosciuto tanti gruppi musicali durante questi dodici anni, tutti molto bravi, ma qualcuno con una marcia in più e non a caso il prossimo anno andrà in doppia cifra come presenze e un motivo ci sarà.

Certamente, il muro di persone che ieri li ha nuovamente acclamati lo potranno trovare scontato, ma scontato non è. Serve qualcosa in più di quanto si sa fare sul palco. Serve entrare nel nostro mood, nel nostro mondo che è fatto di persone vere, semplici, appassionate, ma soprattutto educate.

Ci sono band e cover band che continuano ad interpretare e imitare il gruppo di riferimento anche giù dal palco, dandosi arie da superstar, diventando delle ridicole macchiette di sè stesse, perchè quelli veri rimangono sempre gli altri.. Gente che se la tira come fosse la vera star, diventando patetica con una traduzione della parola che più che stella fa rima quella marca di pomodori.

Ci è sempre piaciuto scambiare due parole con i componenti delle band prima dello spettacolo, non sempre è stato possibile, anche con band "da urlo" sulla carta, ma non nella realtà. Spesso abulici nei rapporti umani, riottosi con i comportamenti, atteggiamenti distaccati, pretese di camerini inaccessibili, questa la sintesi di un copione interpretato per cercare di apparire quelli che non sono. Una traslazione nella vita di un sogno che si è realizzato sul palco solo a metà, o forse nemmeno quello. Prigionieri di un sogno che vorrebbero vendere come realizzato.

Poi, capita di scambiare due parole con Sensazioni Forti e in un attimo capire la loro diversità. Perfetti sul palco con la cura di ogni dettaglio per uno show da urlo, con totale ritorno alla normalità subito dopo la fine del concerto.

Grande disponibilità all'ascolto, al consiglio, alla cordialità di tutti i componenti della band e della splendida manager Pamela ( auguri di buon compleanno), che fanno apprezzare a tutto tondo quello che sono e quello che fanno.

Quello che hanno fatto ieri sera è stato incredibile. Mirox si è presentato in piena forma, carico a palla e deciso a far capire che gli anni passano, ma il Re rimane lui. Due ore di energia pura con un repertorio che ha spaziato tra i successi di Vasco Rossi con una band scatenata. Marco Gorla alla batteria con un rullante Tama bronze suonato in modalità gold, un vero motore a sei cilindri perfetto per un genere che si chiama Rossi e che fa rima con Red, la Bull, quella più potente di tutti. Il suo groove è da manuale, il timing perfetto e quando sorride diventa stratosferico e lui sorride spesso, per cui...

Vicino a lui, Andrea Ghitti alla chitarra solista, kenper rack magicamente settato per vibrazioni forti dal capo ai piedi. Un uragano di musica che sfonda il muro del suono, espresso con una naturalezza invidiabile e una capacità scenografica perfetta.

Stefano Scotti al basso, il gemello diverso della sezione ritmica, che ha dialogato a colpi di decibel con i rombi della grancassa del Gorla. Alberto Caiaffa alle tastiere ha completato l'opera con tocchi di classe, greche musicali e arrangiamenti di uno che la sa lunga quanto a tecnica del pianoforte.

Mirox ha sguazzato con esperienza e grande mestiere su questa base musicale, sembrava cullarsi nella musica che lo sa traslare nel suo mondo e che condivide generosamente con il pubblico, quasi fosse alla console di comando delle loro emozioni. Lui le sa accendere e spegnere, aumentare e diminuire, ne cambia il ritmo, i colori, i volumi, come un abile regista, come un perfetto Dj. Lui sa fondersi con la sua gente, sa leggerle l'anima, sa farle pulsare il cuore. I beat che scandisce il batterista, dopo un attimo diventano il timing del cuore delle persone presenti, che galleggiano sull'onda sonora, fino a diventare per tutti quello che fino a prima erano solo sul palco: Sensazioni Forti.

Il tutto, sotto il costante monitoraggio della storica manager Pamela, che nel giorno del suo compleanno ha voluto regalarsi un concerto perfetto e la band non poteva deluderla infiocchettandolo in versione premium.

Sensazioni forti sono un patrimonio dell'umanità, perchè chi sa regalare due ore di emozioni allo stato puro in questo mondo difficile, rimanendo quello che sono, è specie rara che va protetta. 

Il finale è stato scoppiettate in tutti i sensi, un modo per svegliare le stelle che stavano in cielo, ricordando loro che di stelle ce ne sono anche sulla terra, altrettanto luminose e belle da vedere e soprattutto da sentire, cambia solo il nome: Sensazioni Forti.

Flavio Vergani



0 commenti: