Se ne è andato Carletto Mazzone. Un uomo, prima di un allenatore, che molti sentono come uno di noi.
Un'appartenenza al gruppo dei "noi" non per tutti, non scontata, non semplice. Serve coraggio e lui è stato un coraggioso.
Ha sempre detto quello che pensava, pagando dazio spesso e volentieri, ma senza mai svendere la propria dignità.
Un tigrotto dentro, anche se non ha mai vestito la nostra maglia. Lui, era come noi siamo sempre stati, prima che la nascita dei social generasse tigrotti clonati, che al posto di dire come la pensano, preferiscono pensare a quello che dicono, Distributori di like all'ingrosso, pur di stare dalla ( presunta)parte del giusto, che garantisce stima e apprezzamento. Lui non era un "of no opinion"e mai lo sarà, rendendolo immortale, indimenticabile e unico. Un esempio per tutti di personalità e spessore che andrebbe imitato per vivere da uomini e non da caporali la propria passione sportiva, senza baratti assurdi e senza teste chinate in cambio di una carezza consolatoria
Non era un signorsi, mai ha barattato un vantaggio personale o una tranquillità esistenziale in cambio del silenzio assenso o del parere unilaterale a favore del dispensatore.
Ha sempre detto quello che pensava e ora raccoglie la stima di chi, come mister Guardiola o Roberto Baggio, lo hanno conosciuto e apprezzato. Una celebrazione meritata che i tanti "lechè" si sognano.
Quelli come te oggi ti salutano ringraziandoti per quello che sei stato e per come lo sei stato.
Buon viaggio Carletto.
Flavio Vergani
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