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E' terminato il ritiro della Pro Patria in quel di Sondalo, quartier generale estivo, ormai tradizionale per i tigrotti, che evidentemente si trovano a loro agio all' Hotel delle Alpi, oltre che rispettare la cabala che li vuole sempre salvi dopo i ritiri in questa località.

Da Mercoledi', si torna alla normalità con allenamenti al "Carlo Speroni" di Busto Arsizio, in attesa dell'inizio del campionato che verrà come al solito posticipato. Si parla di due settimane per le solite vicende che da anni attanagliano le categorie sotto la serie A. Sentenze, ricorsi, appelli, che rendono inutile la compilazione preventiva di gironi e calendari.

Pensate che l'ultima partita della Pro Patria si è giocata il 22 Aprile con il Sangiuliano e che la prima di campionato potrebbe, il condizionale è d'obbligo, disputarsi ben cinque mesi dopo. Il tutto, dopo che il campionato ha previsto turni di mercoledi in orari più disparati, chissà per quale fretta, chissà per quale motivo, chissà per quale necessità. Cinque mesi di sosta che per i calciatori sono deleteri per la perdita del ritmo partita, ma anche per i tifosi che hanno tutto il tempo per appassionarsi di altro, di perdere il contatto con un ambiente che fa parlare di sè molto più per quanto accade fuori dal campo che dentro il campo. Pensate che l'attesa del nuovo campionato compete con i tempi di attesa di una visita oculista non urgente col Servizio Sanitario Nazionale. Un po' troppo, cosa ne dite?

Questo è un aspetto secondario per i padroni del vapore, visto che il pubblico sta sempre più perdendo appeal per le società, che privilegiano altre forme di autofinanziamento. I giovani propri, ossia del settore giovanile, piuttosto che quelli di altre squadre maggiori da valorizzare, sono le vere fonti di reddito per le squadre e non certamente la rincorsa a nuovi abbonati per i quali non si prevedono orari certi delle partite, costi abbordabili per la modalità "try me", facilità di acquisto dei biglietti, venduti spesso in prevendita con extra costi spacciati per diritti di prevendita, piuttosto che obbligo o quasi di pagare in contati, quasi fossimo negli anni 70, per mancanza, chissà  perchè della forma di pagamento più diffusa al mondo, ossia il bancomat.

Insomma, tutto fuorche un programma di "caring" utile a coccolare i tifosi, farli sentire importanti, ossia trattarli da clienti, bensì rinvii di campionati, cancellazioni di squadre dalla serie B con un colpo di spugna, dirigenze che vanno e vengono senza che si comprenda il motivo per il quale sono scese in campo qualche mese prima, improbabili fondi stranieri che si interessano di squadre sull'orlo del fallimento, con l'unico obiettivo e sempre quello di costruire uno stadio, chissà quando, chissà perchè e chissà dove, visto che quello che c'è è sempre vuoto, o quasi.

Una categoria che non può più vivere di toppe peggiori del buco,  ma dovrebbe essere riprogettata tagliandola su misura per la dimensione di ciascuna società, che non può solo sentirsi professionista sulla carta, ma deve essere in grado di farlo nella realtà. Quante società di serie C dispongo di strutture da professionisti? Quante squadre dispongono di un organigramma da professionisti? Quante dispongono un pubblico da professionisti? Qualcuna sì, molte no. Ne segue, che la categoria non è per tutti la stessa, anche se si chiama nello stesso modo. Due campionati in uno, o meglio tre in uno: quello di chi punta a salire, quello di chi punta a salvarsi ( lasciamo perdere l'assurda pagliacciata dei playoff fino al decimo posto) e quelle delle Under 23, dopo la Juventus, ecco l'Atalanta, che dispongono della concessione di poter essere promosse, ma non retrocedere ( se non con l'obbligo di reinventarsi ricomprando i diritti di partecipazione, thanks Andrea Macchi). Altra concessione è quella di poter schierare durante l'anno non la migliore formazione in assoluto, ma la migliore con i giocatori disponibili in quella settimana, al netto di chi è stato aggregato alla prima squadra. Una situazione che di default rende il campionato irregolare nella sua genetica e la Pro Patria ne sa qualcosa nel playoff perso con i bianconeri.

Parlavamo di playoff allargati a squadre che mai arriveranno in serie B da decime,. ma vogliamo parlare dei playoff veri, ossia quelli che hanno promosso il Lecco? Se venisse confermata la sentenza che esclude il Lecco dalla cadetteria, la domanda sarebbe: Chi ha vinto i playoff del campionato 2022/2023? Per che motivo si sono giocati? Quale squadra è stata premiata? Il Brescia? Ma, non era retrocessa dalla serie B? Quindi?

Dopo tutto questo, se qualcuno dovesse chiedersi il motivo per il quale, dopo cinque mesi di sosta conditi da episodi di politica sportiva inaccettabili e da scelte penalizzanti per i tifosi, la gente si disaffeziona e diserta gli stadi, la risposta è una controdomanda, ossia, per quale motivo dovrebbe fare il contrario?

Flavio Vergani

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