La prestazione di Fontanafredda ha entusiasmato l’animo dei tifosi che vivono la stagione come a bordo di un ottovolante. Dalla disperazione di fine 2023 alle gioie ripetute del 2024, con la Pro Patria prima in classifica del girone come punti ottenuti. Un salutate la capolista, seppur su un arco temporale ridotto, che nessuno pensava di poter cantare dopo il pessimo girone di andata. Poi, Babbo Natale ha regalato un nuovo modulo tattico a Mister Colombo ed ecco il miracolo inaspettato. Un “down and up” che mette a dura prova gli esegeti dell’equilibrio più volte richiesto dal Direttore Sandro Turotti per leggere le diverse situazione che accadono in un campionato, ma che, a torto o a ragione, non fanno rima con la passione dei tifosi veri.
Quelli che molto danno e tanto chiedono e che ritengono che anche una critica possa essere segno di amore verso la propria squadra. Trattasi di pareri, sale della democrazia che contempla anche l’opposizione, elemento in grado di alimentare il confronto, che a sua volta qualifica l’interlocutore che diventa rilevante solo quando in grado di ascoltare e non solo sentenziare o peggio ancora di derubricare tutto quel che diverge dall’allineamento obbligato a protezione del piuttosto rispetto al niente. Da sempre, con i farisei vivono i pubblicani, bisogna farsene una ragione.
Equilibrio che diventa elemento centrale anche in sede di valutazione del momento che deve essere vissuto con entusiasmo ma razionalità. La Pro Patria di Fontanafredda è stata davvero bella da vedere, certamente la miglior Pro Patria del campionato ma forse di fronte alla peggior Triestina del torneo. Un elemento che bilancia la prestazione dell’andata con ruoli esattamente invertiti. Senza dubbio una prestazione dei tigrotti inaspettata persino dal tecnico Colombo che alla vigilia si era riferito al “niente è impossibile”, per dare una speranza alla sua Pro Patria impegnata su un campo difficilissimo. Ebbene, quanto visto sul campo ha davvero poco dell’impossibile vista la facilità con la quale la Pro Patria ha asfaltato gli avversari. Una dichiarazione dell’allenatore che ha mostrato anche la sua maturazione in campo di comunicazione motivazionale, sono passati pochi mesi da quando lo stesso Colombo dichiarò, dopo la sconfitta di Vicenza, che “non sono queste le partite da vincere”. Dall’impossibile al possibile il passo è stato breve. Un passo breve che separa i playout dai playoff, zona ora occupata dai tigrotti che, se confermata, potrà dare lustro all’ennesima stagione biancoblu. Equilibrio che deve suggerire anche cautela evitando voli pindarici verso valutazioni esagerate persino troppo responsabilizzanti per i giovani tigrotti. La prestazione di Fontanafredda è stata ottima, ma non certamente paragonabile alla dominazione tecnico e tattica del famoso Dream Team che ha insegnato calcio, prima di perdere ( o vincere?)la scommessa con la serie B. Lato morale a parte, quella Pro Patria è al momento inarrivabile e la migliore vista dalla generazione dello scrivente.
Il vero esame di maturità per i tigrotti sarà quello rappresentato dal doppio turno casalingo. Prima Pergolettese, ossia una squadra in lotta per evitare i playout e quindi ostica in un verso e poi Padova impegnata nel rincorrere la capolista Mantova e quindi ostica per un altro verso. Livello di difficoltà alto anche per via del fatto che la Pro Patria è quarta in classifica nel rendimento esterno, ma solo sedicesima in quello interno, per cui si avrà la possibilità di dimostrare se il miglioramento finora dimostrato si confermerà anche in situazioni lontane dalla confort zone dei tigrotti.
Intanto nuvoloni neri appaiono all’orizzonte relativamente alla realizzazione del campo in sintetico per via di qualche componente dell’opposizione che afferma che ci sono interventi prioritari diversi da un campo in sintetico. Non perderemo ancora tempo per aggiungere una parola a quanto scritto finora in merito a questa vicenda. Il tempo e i (non)fatti parlano da soli. Questa è Busto, prendere o lasciare.
Flavio Vergani