Non è la notte dei miracoli in quel di Sesto San Giovanni dove la Pro Patria perde l’enensima partita con l’Alcione di Mister Cusatis per due a zero. Mister Greco alla vigilia del match aveva detto che l’Alcione vince come fanno le grandi squadre. Ossia, uno a zero o due a uno, oggi lo ha fatto per due a zero. Da capire se significa da grandissima squadra o da squadra normale. Quisquiglie, ci verrebbe da dire, che producono solo invidia per una società che ha fatto seguire i fatti alle parole, issandosi al quinto posto in classifica. A Busto le asticelle si alzano a inizio campionato e si abbattono appena inizia, i passaggi di proprietà si annunciano ma non si fanno e le retrocessioni non insegnano niente.

Come non insegnano niente i curriculum dei giocatori portati a Busto da Sandro Turotti che parlavano di giocatori con vagonate di problemi fisici. Chi ha avuto il coraggio di fare il tifoso antipatico, ossia chi dice quello che pensa sempre, per il bene della Pro Patria , ma sempre a suo rischio e pericolo, è passato per disfattista. Non erano maghi o veggenti, ma solo realisti. Oggi, Schiavone out dopo la fugace apparizione del turno scorso, Masi out dopo l’infortunio del turno scorso, Mora missing, Orfei prossimo protagonista della trasmissione “Chi l’ha visto”? Paradossale la situazione in casa Pro Patria nella quale il gatto si morde la coda. Mister Greco rivendica l’impossibilità di schierare la formazione titolare per gli infortuni, Turotti ha fatto sapere che sarebbe partita un’indagine interna per capire metodi, tempi e modi della preparazione per capire le sue eventuali influenze sugli infortuni e il preparatore atletico potrebbe far sapere di aver ricevuto molti giocatori fragili dalla campagna acquisti estiva. Insomma, l’esempio perfetto dello scarica barile che da due campionati presenta un conto salato per la tifoseria che in altri tempi avrebbe già abbondantemente perso la pazienza. Basti pensare agli scioperi in era vavassoriana o le pesanti contestazioni alla famiglia Vender in circostanze ben migliori rispetto a quelle odierne. Un segnale del disinteresse, della rassegnazione e della delusione che ha avvolto i tifosi che sembrano anestetizzati da una realtà che appare senza via di uscita.

Una situazione doppiamente paradossale in quanto fotocopia di quanto avvenuto lo scorso anno con clamorosi errori in fase di costruzione della squadra da parte di Turotti, solita fiducia ad allenatori esordienti e con il solito staff certamente non indimenticabile nelle performance dello scorso campionato.

Non accorgersi che questa squadra, oltre che zeppa di infortunati cronici, ha una difesa imbarazzante è davvero incredibile. Lo hanno detto tutti i tifosi nessuno escluso, possibile che gli addetti ai lavori siano gli unici a non averlo capito?

Questa sera gli alibi arbitrali stanno a zero, rigore negato all’Alcione anche dopo FVS per un fallo di mano di Reggiori apparso all’interno dell’area di rigore e clamorosa non espulsione di Di Nunno per una doppia ammonizione per fallo su Pitou.

Intanto, l’Ospitaletto vince con doppietta dell’ex Varesina Bertoli giunto al sesto goal stagionale. Ci chiediamo il motivo arrivino giocatori come Renelus da Reggio Calabria, quando a pochi chilomatri di distanza ci sono talenti di ben altro spessore tecnico. Forse una riflessione a livello di scouting andrebbe fatta.

Oggi Udoh è entrato in campo solo sulla carta, visto l’atteggiamento inaccettabile in termini agonistici e di voglia, almeno avesse la voglia di un certo Beretta scaricato frettolosamente per dare spazio ad attaccanti esordienti come l’ex Reggina o con zero minutaggio, o quasi, come Ganz il cui arrivo a Busto è ancora da spiegare, visto il ruolo di quarta punta che avrebbe potuto ricoprire un qualsiasi giovane o lo stesso Zanaboni la cui cessione è tutta da spiegare.

Cosa accadrà adesso è difficile da ipotizzare, dopo quanto visto lo scorso anno con Mister Colombo, nulla più è scontato, nulla più sorprende, nulla più diventa prevedibile. Rimane un umiliante ultimo posto in classifica in una stagione che doveva fare rima con fondamenta per il futuro ma che al momento fa rima con macerie del passato.

Flavio Vergani

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