Se non pareggia…perde! Questa al realtà della Pro Patria nelle ultime sette giornate di campionato. Fa festa l’Alcione di Mister Cusatis che rifila due reti ai tigrotti nel match odierno giocato a Sesto San Giovanni.
Il calcio inteso nella sua essenza presenta il conto alla Pro Patria, al di là di qualsiasi altra valutazione si possa o si voglia fare, così la mancanza di un esterno di ruolo in grado di sostituire Somma e Piran non esiste nella rosa della Pro Patria a causa infortuni. Si è deciso di non correre ai ripari sperando che i due ragazzi fossero di acciaio inox, ma oggi mancava Piran e al suo posto si è adattato Ferri. Per Invernizzi dell’Alcione è stato un gioco da ragazzi saltarlo come una bandierina del calcio d’angolo per mettere in mezzo un cross al bacio che Marconi ha messo nel sacco.
Poi, Mister Cusatis, da sempre uno che la fase difensiva la conosce molto bene, ha chiuso la porta a doppia mandata e anche il famoso lavoro svolto in settimana e relativo alle soluzioni offensive, sbandierate da Mister Colombo nel pre partita, sono naufragate per gli interpreti chiamati a realizzarle risultati mediocri. Il raddoppio arrivava grazie ad un goal di Palombi, sogno di mezza estate di qualche tifoso bustocco che poi si è dovuto accontentare di Beretta, arrivato dopo otto giornate di campionato e sparito nelle ultime due. Per l’ex patavino un triennale da 500 mila euro lordi, davvero non si capisce come certi sogni possano circolare tra la tifoseria, che forse ancora non si è resa conto di quello che ci si può permettere e cosa no a Busto.
Altra voce del conto presentato dal calcio riguarda quello che ha fatto l’Alcione e quello che non ha fatto la Pro Patria. Il Presidente dell’Alcione Gallazzi ha messo mano al portafogli portando in rosa due punte con i fiocchi, tali Marconi ed appunto Palombi, la Presidente Patrizia Testa ha invece venduto Castelli che garantiva la doppia cifra capitalizzando la somma pagata dall’Entella, senza reinvestirla per un attaccante di pari valore. Il risultato fa due a zero per i padroni di casa. Il resto è aria fritta. Inutile continuare a fare analisi approfondite in cerca di un colpevole comodo da citare, senza considerare le concause di questa situazione. L’allenatore ha le sue colpe, ci mancherebbe, ma non si può continuamente tacere le colpe di chi ha costruito questa squadra senza alternative in alcuni ruoli, con conferme di giocatori, tipo Curatolo, che oggi ha confermato quello che già si sapeva di lui ( meglio Ferrario dall’inizio piuttosto che continuare a vedere prestazioni del genere), di Lombardoni con evidenti problemi fisici e con acquisti non determinati come Palazzi o Cavalli, che oggi ha pensato bene di entrare nel guiness dei primati con un’ ammonizione dopo 9 secondi e dicasi 9 secondi di gioco. Il Direttore Sandro Turotti ha fatto non bene, ma benissimo fino a prima d’oggi, ma è umano anche lui e può sbagliare come tutti, l’onestà intellettuale imporrebbe di affermarlo senza per questo offendere o mancare di rispetto per quanto fatto finora. Se non lo si fa e si pensa che cambiato l’allenatore la Pro Patria inizierà a segnare goal a grappoli o a ritrovare soluzioni in aree del campo nella quali oggi mancano, lo si faccia presto e subito, ma non si venga dire che questa rosa è da quinto posto, come qualche ottimista vuol far credere. Altri ottimisti dicono che i molti pareggi ottenuti dai tigrotti confermano che non sono da meno di molte altre squadre. Un’analisi un po’ grossolana, perchè se questo fosse vero significa che questa squadra vale la Triestina, vale il Caldiero ed è inferiore all’ Arzignano e allora ci sarebbe poco da stare allegri.
Come non sembra corretto tacere continuamente a riguardo di scelte societarie ad alto rischio ( vedi la cessione non coperta di Castelli) o alla continua neecssità di schierare orde di giovani anche in numero superiore a quello necessario per ricevere i contributi da parte della Lega, solo e unicamente per ridurre il monte ingaggi. Il saving ossessivo va bene se garantisce un balance con le prestazioni, ma non può essere sempre e comunque giustificare i mancati interventi riparatori a livello tecnico. Una società professionistica richiede un minimo di risorse che non può continuamente scendere negli anni sfidando il basso livello medio del campionato e sperando che ci siano sempre quattro squadre peggiori della Pro Patria. Questa vision comincia stare stretta ad una squadra che si chiama Pro Patria e che nella logica della cose non dovrebbe competere con Arzignano, Caldiero, Clodiense, senza peraltro mai riuscire a prevalere. Se poi, si preferisce accusare l’allenatore con doppia dose di critiche per evitarle ad altri ne prendiamo atto, certi però che l’eventuale nuovo mister non dovrà appartenere alla solita fascia di ingaggio entry level, ultimanente preferita nelle scelte tecnice. Per ovviare a questa situazione ne serve uno bravo e quelli bravi costano.
Flavio Vergani
Alcione-Pro Patria: 2-0 (2-0)
Marcatori: Marconi (A) al 13’pt, Palombi (A) al 41’pt
ALCIONE MILANO (4-3-1-2): Bacchin; Chierichetti, Pirola, Ciappellano, Dimarco; Bright (34′ st Pio Loco), Bertoni (14′ st Bonaiti), Palma (27′ st Stabile); Invernizzi (34′ st Bagatti); Palombi, Marconi. A disposizione: Agazzi, Piccinocchi, Mazzola, Foglio, Lanzi, Caremoli, Samele, Pessolani, Bertolotti. Allenatore: Cusatis.
PRO PATRIA (3-4-2-1): Rovida; Bashi, Alcibiade, Cavalli (22′ st Terrani); Somma, Nicco (14′ st Renault), Mallamo (37′ st Palazzi), Ferri (37′ st Mehic); Curatolo (37′ st Ferrario), Pitou; Toci. A disposizione: Pratelli, Gadda, Reggiori, Miculi, Vaglica, Sassaro. Allenatore: Colombo.
ARBITRO: Caruso di Viterbo (Scardovi di Imola e Romaniello di Napoli; Rinadi di Novi Ligure)
NOTE – Spettatori 500 ca con larga rappresentanza bustocca. Pomeriggio ferddo, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Cavalli (PPA), Bertoni (ALC), Ciappellano (ALC), Nicco (PPA), Pirola (ALC), Marconi (ALC).Angoli: 1-6 Recupero: 2′ pt / 4′ st