Fuori Stanzani, Parker e Castelli, la Pro Patria ha congedato quasi per intero il proprio reparto offensivo, al momento formato dal solo Pitou, che l’Avvocato Agnelli definirebbe un dieci e mezzo, e Curatolo rientrato alla base dopo l’anno di stage.
I tifosi fremono e attendono news dal Direttore Turotti chiamato come non mai a fare le nozze con i fichi secchi. Non sarà semplice portare a Busto un paio di attaccanti di peso per rimpolpare una rosa offensiva ai minimi termini.
Intanto, come da noi ampiamente previsto, si sono ridimensionate le cifre stellari girate dopo la cessione di Castelli e Ndrecka all’Entella. La cifra per il centravanti che è trapelata è del tutto in linea con le aspettative dei pià realisti e conferma che la cessione è stata una scelta più indirizzata dal giocatore, che ambiva ad una esperienza più ambiziosa, che non dalla società chiamata a trovare un’alternativa con un budget in entrata per nulla straordinario. Non merita invece nessuna riflessione il capitolo Ndrecka, un giocatore senza dubbio valido, ma davvero poco diverso da tanti altri disponibili sul mercato. Per cui, anche qui, chi ha gridato all’affare economico per la Pro Patria è distante anni luce dalla realtà.
E’ un mercato difficile per la Pro Patria che ha rinunciato per motivi vari a colonne portanti del suo antico progetto. Un progetto che ha mostrato le prime crepe nel girone di andata, quando i risultati non sono stati i soliti e alcuni protagonisti di sempre non hanno dato il solito contributo, giocandosi la riconferma. Crepato anche il progetto tattico che da sempre è stato il Dna della squadra. Quel 5-3-2 che ha garantito anni di calcio esteticamente discutibile, ma ricco di risultati e di valorizzazione di giovani giocatori. Un calcio che ha sacrificato completamente lo spettacolo a favore della concretezza, del certo al posto dell’incerto. L’arrivo di Pitou ha riaperto la finestra con vista spettacolo, i suoi colpi, le sue intuizioni, la sua interpretazione hanno deliziato il palato dei tifosi e costretto Mister Colombo ad un cambio di modulo tardivo, ma fortunatamente utile a raggiungere un obiettivo che si era maledettamente complicato.
Ora, la Pro Patria è chiamata a inserire nuovi giocatori in un modulo non così di lunga data e le difficoltà raddoppiano. Fortunatamente, i giocatori fin qui arrivati danno ampie garanzie, effetto Marano a parte che deve essere un’eccezione che conferma la regola. Insomma, un campionato ricco di novità in campo e speriamo anche fuori dal campo dove i rumors che danno per certi interessi importanti da parte di qualche investitore affascinato dal progetto biancoblu.
Flavio Vergani