Dennis Curatolo, attaccante, classe 2004, già noto ai tifosi biancoblu per i suoi trascorsi, è un giocatore di proprietà della Pro Patria. Per lui un contratto fino al 2026 con opzione di rinnovo.
Intanto, come anticipato, Ndrecka e Castelli si accasano all’Entella, due partenze ampiamente previste, sopratttutto la seconda, visto che la punta biancoblu ha stabilito il record di goal nello scorso torneo, per cui è chiaro che ambiva ad un salto di qualità. Certamente dispiace perderlo nel momento nel quale ha raggiunto la maturità, ma rimane comunque un giocatore ampiamente sostituibile, visti i suoi 25 goal in 112 partite in serie C, di cui 13 nello scorso campionato.
Ossia, di fatto, un attacccante chiamato a ripetersi e non un bomber consolidato. Identico discorso per Ndrecka che non ha ripetuto nel campionato scorso la performance di quello precedente. Non sappiamo a quanto ammonti la liquidità che portano in cassa queste cessioni, ma non crediamo siano cifre esorbitanti che possano determinare un cambio di strategia in casa bustocca.
Strategia che ha ben sintetizzato il Direttore Sportivo Turotti nel giorno del raduno e che ha fatto riferimento alla necessità della società di strutturarsi diversamente, quale condizione “sine qua non” per aspirare a traguardi più ambiziosi. Ha chiesto alla squadra di essere ambiziosa, sottolineando che questo aggettivo significa non la serie B, ma un piazzamento migliore rispetto a quello dello scorso anno che non lo ha soddisfatto. L’impressione è che il direttore vincoli la sua presenza futura a Busto al miglioramento dell’organigramma societario, ossia ad un salto di qualità dietro le quinte che farebbe uscire la Pro Patria da una dimensione “artigianale” per proiettarla verso un modello più evoluto e organizzato.
Sembrerebbe che i pochi prestiti e i contratti lunghi siano la semina che Turotti ha deciso di fare per un raccolto che potrebbe avvenire nei prossimi anni, sempre se le condizioni da lui desiderate dovessero realizzarsi. E’ insomma una fase di transizione davvero importante che deciderà il futuro dei tigrotti. Un futuro che potrebbe comprendere anche altri investitori a supporto dei Patrizia Testa per valorizzare al meglio il brand biancoblu ora relegato in una terra di nessuno lontana dai playout e lontana dai playoff che contano. Certamente quest’anno non è come gli altri anni, Turotti ha parlato poco di salvezza, password degli anni scorsi, ma di ambizione che non può far rima con salvezza. Forse il modo migliore per far capire che anche la squadra da lui costruita lo scorso anno avrebbe potuto già esserlo, come poteva esserlo anche quella di Mister Vargas, ma è sempre sembrato che questo ossessivo riferimento alla salvezza abbia fatto sentire la pancia piena troppo in fretta e a troppi giocatori. Ora, l’asticella viene alzata e le aspettative dichiarate sono ben altre. Ovviamente, non la promozione, visto che le solite corazzate dispongono di budget stellari impossibili da pareggiare in termini di qualità dell’organico, ma un atteggiamento mentale diverso, proiettato alla performance massima e non a quella di minima sopravvivenza. Sappiamo quanto l’aspetto psicologico sia importante nel calcio, quanto conti comunicare nel giusto modo le k-word ai calciatori e quanto sia importante non sfociare nell ‘overpromising e neppure cadere nell’underpromising. Sembrerebbe che Turotti quest’anno non abbia distribuito il libretto delle giustificazioni a nessuno, ma solo compiti chiari a tutti. Evidentemente, il campionato scorso portato a casa senza praticamente mai giocarlo gli ha fatto capire che è venuto il momento di pretendere, dopo aver tanto dato e sopportato.
Da capire anche quale sarà la strategia per far tornare l’affetto della città verso la squadra, lo stadio è troppo vuoto e sarebbe bello poterlo vedere rifiorire quanto a presenze. Il marketing societario è chiamato ad un brainstorming sul tema.
Flavio Vergani