La Pro Patria non c’è ( quasi )più. Dopo la fiammata di inizio anno che ha di fatto permesso di raggiungere l’obiettivo della salvezza, gli stimoli son scomparsi, la condizione fisica ha perso brillantezza e qualche infortunio di troppo ha spento il furore dei tigrotti, che si sono fatti sbranare spesso e volentieri da avversari non indimenticabili. Sei sconfitte nelle ultime dieci partite parlano da sole, disfatte nel gioco come quella di Fiorenzuola o nel punteggio come quella di ieri sera, confermano che la squadra è fragile, mentalmente spenta, senza stimoli in grado di vincere i famosi duelli che Mister Colombo identifica da sempre come prima priorità da considerare per vincere le partite. Certamente la dimensione biancoblu non è certamente foriera di stimoli aggiuntivi, dopo il raggiungimento dell’obiettivo primario, ma certamente il modo con il quale sono arrivate le due recenti sconfitte esterne lasciano l’amaro in bocca. C’è sempre un onore da difendere, una magia da onorare, dei tifosi da rispettare, una dignità da preservare, questi dovrebbero essere fonte di stimoli per evitare imbarcate del genere. Anche i tifosi che da sempre sono stati più pazienti e misurati nel criticare le sconfitte dei tigrotti, queste volte hanno definito “vergognose” le recenti partite. Siamo in parte d’accordo con l’aggettivo, meritato a Fiorenzuola, meno ieri, dove vergognoso è solo il punteggio, la prestazione solo insufficiente, vista la reazione dopo i tre schiaffi presi in rapida successione. Reazione vanificata dall’errore di Nicco che ha innescato il goal del definitivo k.o. Un Nicco che, dopo l’inizio di campionato disastroso sotto il punto di vista fisico ha ritrovato il vecchio smalto nel 2024, ma che ora sembra in calo, anche visto il quattro secco che si è meritato in pagella nella giornata di ieri. Indubbiamente, un campionato non indimenticabile per un elemento della rosa che dovrebbe garantire un delta qualitativo importante. Senza il suo, senza quello di Lombardoni ( per altri motivi) e con la delusione Marano, è chiaro che la squadra soffra particolarmente, in quanto povera di altri big in grado di garantire eccellenza.
Tornando al discorso motivazionale, crediamo che sul punto Mister Colombo non sia riuscito ad incidere come avrebbe dovuto e potuto. Troppe volte abbiamo sentito parlare di approcci sbagliati al match, un punto fondamentale che l’allenatore ha il compito di sviluppare per tenere sempre sulla corda la squadra. Troppo spesso si è avvertita rassegnazione di fronte a partite con squadre di alto lignaggio, definite in modo persino affrettato e certamente non motivante come “ non sono queste le partite da vincere”, un modo sbagliato per dichiarare le proprie debolezze, affossare l’autostima, generare nella truppa una convinzione di non essere all’altezza, che non aiuta certamente quello che gli inglesi chiamano pensare “out of the box”, ossia, affrontare con coraggio quello che c’è fuori dalla propria area di comfort, di misurarsi con ottimismo con i primi della classe, per dimostrare il proprio valore. Questo atteggiamento con le forti, con le deboli, come a Fiorenzuola, la lettura della situazione motivazionale della squadra avrebbe dovuto consigliare un ben altro approccio pre partita, non atto a dipingere le qualità degli avversari, esercizio scontato e obbligatorio delle conferenza stampa, ma, far presente ai ragazzi il rischio di una caduta non accettabile. Rispetto sempre e comunque nell’avversario, ma quello che spesso non si è avvertito è il concetto che “noi siamo la Pro Patria”, una squadra che nel 2024 ha messo sotto tutti, per cui, non sarà un Fiorenzuola qualsiasi a poterla mettere in difficoltà.
Forse, era o è, il momento di pescare stimoli da risorse che quest’anno hanno vissuto un campionato nelle retrovie e che smaniano di mostrare il proprio valore come investimento per il proprio futuro. Vista la performance della difesa di ieri, davvero non pensiamo che Bashi avrebbe fatto peggio, Piran sparito dai radar nella gestione Colombo dopo il bellissimo campionato scorso, avrebbe potuto trovare un momento di riconoscenza per aver accettato un downgrade inaspettato da tutti a favore di chi non è di proprietà della Pro Patria, Ghioldi avrebbe potuto vivere il campo dopo due anni di stop, cosa che da sempre anela e quindi dovrebbe riempirlo di energia
Tre risorse della Pro Patria e non di altri, che visto il momento avrebbero potuto essere presi in considerazione.
Farlo a salvezza raggiunta sarebbe poco fair, il modo sbagliato per fargli percepire una stima tardiva e poco motivante, in quanto conseguente ad una situazione ormai risolta, ma da altri.
Flavio Vergani