Quando lo scorso Febbraio una serie di coincidenze ci rivelò il nome di Luca Bassi a capo di Finnat iniziammo a sognare in grande come mai era accaduto. Non era una voce, un rumors o la solita voce senza un volto, era una certezza. Il patto era chiaro tra chi sapeva e chi ascoltava, il segreto assoluto sul nome che abbiamo rispettato, ma non ci ha impedito di sognare far sognare chi ha a cuore la Pro Patria, anticipando un futuro radioso, seppur anonimo nel suo protagonista principale.
Come non rimanere attoniti di fronte al curriculum di Luca Bassi? Entrato in Bain Capital nel 2003. Luca Bassi ha conseguito un MBA presso la Columbia Business School e una laurea triennale con lode presso l’Università Bocconi. È Partner del team Europe Private Equity e Co-Head del settore Technology. Luca Bassi si concentra sugli investimenti nei settori software, tecnologia e servizi finanziari, nonché sulla copertura dell’Europa meridionale (Italia e Spagna). Prima di entrare in Bain Capital, ha lavorato per Goldman Sachs nella divisione Investment Banking a Londra, dove ha assistito aziende italiane e internazionali in operazioni di M&A cross-border. In precedenza, Luca Bassi ha lavorato come consulente strategico presso Bain & Company a Milano, dove si è concentrato sul settore dei servizi finanziari.
Basta leggere il suo curriculum per capire il profilo di questo manager di Bain Capital, un fondo che nel 2023 ha generato revenus per 141 milardi di dollari.
Un profilo di altissimo livello nella finanza internazionale, ma anche presente nel mondo del calcio come uomo di fiducia di Stephen Pagliuca, americano, vice presidente di Capital Bain, proprietaria di Boston Celtic ( basket). Insomma, la persona giusta, anche come network relazionale nel quale si muove, per dare lustro alla società tigrotta dotandola di una struttura sempre più business oriented e sempre meno padronale e artigianale.
Non sappiamo a che titolo, quando e come diventerà operativo in seno alla Pro Patria e soprattutto con quel investimento economico, Nma certamente siamo di fronte ad un manager di altissimo livello abituato ad organizzazione e gestione societaria di alto livello, a obiettivi chiari in termini del famoso ROI, ossia ritorno dell’investimento e senza dubbio a disagio in strutture diverse da quelle da sempre frequentate. Ecco perchè è possibile che la famosa “nuova costruzione”che l’avvocata Zema ha paventato in sede di conferenza stampa necessiti di tempi medi lunghi in quanto Bassi sa perfettamente, come ogni manager di quel livello, che, prima della squadra, servono le strutture per decollare. Ovviamente, senza esagerare aggiungiamo noi, in quanto dopo aver perso la categoria nello scorso campionato, sarebbe davvero grave riperderla quest’anno con ulteriore allungamento del progetto vincente. Ovvia la domanda dei tifosi che potrebbe suonare più o meno così: “ma perchè uno di questo livello che potrebbe acquistare la Pro Patria in dieci minuti non lo ha fatto in dieci mesi ( visto che il closed dell’acquisizione del 49 % da ieri sappiamo avvenuto a Dicembre 2024)?
La risposta è impossibile in quanto ogni investimento ha i suoi tempi, i suoi modi, le sue peculiarità ed evidentemente non ci sono ancora le condizioni per farlo. Quello che è importante è la dimensione di Luca Bassi e l’unica preoccupazione è che questo stallo sia normale, voluto e pianificato e non un ritardo inaspettato che potrebbe stancarlo e allontanarlo. Non può andare sempre male a Busto, stavolta dovrà andare meglio delle altre volte perchè perdere questo treno sarebbe davvero ingiustificabile.
Flavio Vergani
Il curriculum di Luca Bassi













