Ormai Vicenza fa rima con sconfitta, con remissività, con l’attesa che si compia un destino, una sentenza. Così è stato ieri. La Pro Patria ha atteso il temporale sotto un albero e senza ombrello e non sono serviti i fulmini per sciogliere quella difesa di burro per la quale basta un refolo di vento per metterla al tappeto.

Come sono lontani i tempi nei quali i tigrotti andavano a vincere in casa delle corazzate poi promosse in serie B con partite tutto cuore e strategia che il “maestro” Ivan Javorcic scovava nelle sue insonni notti popolate da libri di strategia calcistica, ma anche scacchistica.

Non vogliamo cadere nella tentazione dell’”era meglio quando si stava peggio”, ma crediamo sia anche giustificato che la tifoseria possa vivere momenti diversi da quelli che gli sono negati da troppo tempo.

Due sono le parole magiche che risuonano da tempo nell’ambiente: ambizione e asticella da alzare, ma l’eco che finora hanno prodotto fa rima con retrocessione lo scorso anno, alla quale ha fatto seguito un inizio di campionato del tutto negativo.

Se prima il buon Turotti è stato in grado di portare con due mele e tre pere i vari Santana, Colombo, Fietta, Le Noci tra i senior e Gatti, Caprile, Pierozzi e Castelli tra i giovani, non si può negare che il si stava meglio quando si stava peggio inizia a risuonare tra i tifosi.

Mister Greco predica pazienza, la stessa che predicava Mister Colombo, ma non si può avere pazienza sempre e comunque. E’ troppo tempo che la si invoca senza che abbia mai fine l’attesa.

Pazienza per una retrocessione dovuta alla pazienza con la quale non si è intervenuti prima sull’allenatore e poi sui giocatori, con una campagna invernale del tutto discutibile. Pazienza per accettare una squadra infarcita di under per ragioni di bilancio e, quando sembra che i vincoli siano stati sciolti e la minoranza in grado di alzare l’asticella, si deve portare pazienza perché siamo partiti tardi? E’ partita tardi, anzi non è partita la Triestina che viaggia come un treno, mentre il Ravenna che ha saputo del ripescaggio ben dopo la riammissione della Pro Patria è addirittura in testa al girone B della serie C. Come è possibile che a Trieste e Ravenna tutto fili liscio fin da subito, mentre a Busto si parla addirittura di tempi di maturazione che arriverebbero solo a Febbraio?

La difesa inadatta alla categoria, alcune scelte della panchina nelle partite con Pro Vercelli e Inter U23 pesantemente incidenti sul risultato, la scelta di giocatori fermi da tempo e ricaduti in lunghi infortuni sembrano essere i veri freni di una maturazione ritardata e non un processo naturale che li richiedono, visto che in altre città tutto funziona da subito e molto bene.

Inutile girarci intorno, la campagna acquisti di Sandro Turotti non ha pienamente convinto i tifosi, troppe le scommesse, le riconferme misteriose, la rinuncia ad alcuni giocatori come Alcibiade e Beretta e i risultati al momento confermano l’impressione. Se, come si narra, il budget di quest’anno era molto più alto del precedente, allora ci sarebbe da preoccuparsi per l’esito dell’investimento.

Alzare l’asticella e parlare di ambizione con due punti in classifica in cinque partite con dieci reti subite diventa complicato e crediamo che l’alibi del ritardo nella partenza abbia fatto il suo tempo.

Da giovedì conta solo vincere senza troppi se e  senza troppi ma e rendersi conto quali siano i margini di miglioramento della squadra per riflettere su eventuali cambi in corsa che sembrerebbero davvero utili in difesa. Non è ambizioso presentarsi a Vicenza con un unico centrale di difesa in panchina e nessuno in campo e non è ambizioso attendere il temporale sotto la pensilina senza neppure provare ad aprire l’ombrello.

Questa è la solita realtà, diteci voi dove vedete la novità

Pazienza che i tifosi stanno esaurendo anche relativamente alle vicende societarie, ci si chiede come sia possibile che i nuovi dirigenti siano in carica dal 1 Luglio 2024 e al 22 Settembre 2025 non si siano ancora paventati, non abbiano condiviso un progetto se non abbozzato in modo macro in sede di conferenza stampa e cosa ancora deve accadere per un passaggio di quote che la maggioranza da sempre comunica di voler effettuare, ma che per un motivo o per l’altro non è stato ancora realizzato. Più di un anno è passato senza conoscere i nomi, quanto dovrà passare per conoscere i volti?

Ci avevano promesso un “salto in Bassi”, non un salto in basso!

Flavio Vergani

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