Anche ieri, come sempre, come da sempre, nonostante qualche tecnico comunale dica il contrario, nei distinti centrali non si sentiva una parola di quanto detto dallo speaker. Una situazione segnalata più volte senza che l’amministrazione comunale abbia trovato una soluzione. L’assessore allo sport Maurizio Artusa ha da tempo dato disponibilità per la soluzione del problema, ma alle parole non sono seguiti i fatti.
Così, il buon Scalvi annuncia le formazioni e nessuno le sente, annuncia i comunicati relativi alla sicurezza senza che i tifosi li sentano, insomma cose da terzo mondo nella ex Manchester d’ Italia.
Cose note direte voi, ma vi sbagliate, perchè c’è una novità che ha indispettito Giovanni Pellegatta, Presidente del Pro Patria Club, che ha immediatamente messaggiato allo stesso Artusa dal quale ci si aspetta dia una risposta definitiva su quanto accaduto.
Ebbene, udite udite, nella partita giocata dal Milan Futuro allo “Speroni” nei distinti centrali l’audio si sentiva perfettamente. Quale è il motivo di questa clamorosa differenza? Il Milan ha portato un suo amplificatore? Il Milan sa far funzionare meglio quello che normalmente non funziona? Oppure, cos’altro ha fatto sì che quello che non ha mai funzionato, la scorsa settimana funzionava e una settimana dopo non ha più funzionato?
Pellegatta lo ha chiesto ufficialmente all’assessore Artusa nella serata di ieri, le indagini sono in corso, la curiosità è davvero tanta. Cosa rende “altoparlante” ciò che è generalmente “altosilente”? Non diteci che, oltre ai contributi, alla cura maniacale del campo da parte dei giardinieri del Milan e all’arredo degli spogliatoi da top class portati a Solbiate Arno, ci siamo persi anche l’altoparlante rossonero in grado di far parlare i muti, mentre a Busto il Comune non è in grado di farlo parlare da anni.
Parlano le bocche, quelle si, spesso e volentieri e soprattutto in campagna elettorale, poi però tacciono quasi tutti e fanno finta di niente. Attendiamo risposta ufficiale e una soluzione definitiva al problema che sta diventando una barzelletta.
Flavio Vergani