Dopo le lamentele sui social, i tifosi della Pro Patria tornano ai vecchi metodi per esprimere il disappunto per quanto sta accadendo in campo e fuori dal campo. Lo striscione apparso ieri allo stadio citava:“Il tempo passa, la pazienza è finita”. Un chiaro messaggio alla società immobile da troppo tempo di fronte ai risultati negativi della squadra. Dopo le parole del Direttore Turotti a Meda, ci si attendeva una reazione ben più tempestiva in ambito di calciomercato. Invece, siamo al 17 Gennaio e la campagna di rafforzamento per tentare di agganciare la salvezza ha portato ad un difensore svincolato. Nessun cambio di allenatore, nessun attaccante e forse in arrivo un difensore con un passato ricco di infortuni. Se è vero che questo è il momento di supportare la squadra, compito dei tifosi da sempre, è anche vero che la società deve supportare di pari passo il team con interventi immediati e di qualità. Lo striscione apparso ieri fa capire che questo non sta accadendo e il passo successivo potrebbe sfociare in una contestazione alla proprietà la cui lontananza è alimentata da colpevoli assenze e silenzi. In mezzo a tutto questo preoccupa quanto dice e non fa il Direttore Turotti che, dopo aver alzato l’asticella a inizio campionato ( “la posizione dello scorso anno non mi ha soddisfatto), per poi rilanciare dicendo che il rinnovo del suo contratto era motivato dal fatto di “voler scrivere una pagina importante della storia della Pro Patria”) sembra vivere la situazione non come vorrebbe. Ci sembra infatti strano che una dirigente sportivo di tale calibro e di esperienza senza confini, possa condividere questo immobilismo. Forse, più che accettarlo lo sta subendo e questo apre il fronte sulle più svariate ipotesi su quanto sta accadendo in società. Con la squadra così distante dalla salvezza e con un calendario terribile si è deciso di lasciare tutto come era e questo preoccupa i tifosi come non mai.
Con il Vicenza servirà un miracolo, i biancorossi sono fortissimi, probabilmente in casa Pro Patria si è ritenuto di non contare su questo match, ma sul prossimo col Novara prendendosela comoda nelle operazioni di mercato. Scelte coraggiose che passano dalla conferma dell’allenatore e da questo mercato sonnecchioso. A fine stagione il campo darà la sentenza, ma chiedere ai tifosi sempre di dare senza mai ricevere è esercizio che comincia a stancare.
Flavio Vergani