La società ha ufficializzato il cambio di tecnico dopo le dimissioni di Mister Colombo. Come già anticipato il nuovo allenatore sarà Massimo Sala, tecnico delle giovanili bustocche con un passato miracoloso in prima squadra.
Dimissioni che arrivano tardi e che probabilmente hanno anticipato di un attimo il sicuro tardivo esonero (impossibile pensare ad un perpetuarsi dell’autolesionismo). Insomma, una risoluzione consensuale se vogliamo corretta e rispettosa per il curriculum del giovane allenatore lasciato fin troppo a lungo a far da unico bersaglio della tifoseria, anche se le colpe di quanto accaduto non lo vedono unico protagonista. Che i tifosi volessero bene a Colombo uomo e giocatore non è difficile da comprendere anche ai bambini dell’asilo, chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Poi, ovviamente, è accaduto quanto chi vive il calcio dalle tribune conosce perfettamente, ossia che l’esasperazione per una società immobile di fronte al precipitare delle cose, una campagna acquisti partita in ritardo, dopo una campagna acquisti estiva imbarazzante. hanno causato lo sfogo dei tifosi che hanno bersagliato l’allenatore, in mancanza di altri referenti tecnici e societari, sempre assenti dal palcoscenico, se non a Meda.
E’ successo anche a Torino con Pirlo e Ferrara, ma non esiste uno juventino che non vuole bene alle due bandiere bianconere. Tutto normale insomma. Confondere gli affetti forti e i legami solidi con la situazione contingente del campo è cercare l’ago nel pagliaio per accendere inutili fuochi polemici che davvero in questo momento hanno poco senso.
E un è esercizio fine a sè stesso che può solo essere archiviato nella cartella dell’indifferenza.
In genere, i cambi di allenatore coincidono con una “chiamata alle armi” dei tifosi, da esplicitarsi con l’unità di intenti, con il serraggio dei ranghi, con un invito all’unità per cercare di centra tutti insieme il traguardo. Se questo non avviene si è persa un’occasione che si somma alle molte altre lasciate per strada a litigare col buonsenso. Certo è che la Pro Patria non è penultima per colpa dei tifosi: con la loro passione, resilienza e resistenza i tifosi tigrotti sarebbero se non primi almeno in zona playoff. Su questo non ci piove, ma in campo non scendono loro e nemmeno possono esonerare gli allenatori quando lo ritengono opportuno e se oggi accade quello che tutti pensavano accadesse cinque settimane fa e se durante queste cinque settimane si è perso cinque volte su cinque significa che un perchè alle richieste c’era ed era giustificato. Chi non ha ritenuto di procedere subisce il torto dei numeri, che sono oggettivi, amareggiano, ma non offendono.
Mister Colombo ha condiviso una lettera d’addio i cui contenuti sono largamente condivisibile da parte di tutta la tifoseria che mai e poi mai ha messo in discussione la persona, ma il ruolo e questo fa tutta la differenza del mondo. Concetto semplice da capire anche senza i sottotitoli.
Flavio Vergani
La lettera di Mister Colombo
«Ho presentato le mie dimissioni subito dopo la sconfitta di Novara; ho sempre voluto il meglio per questi colori, ho cercato di dare tutto alla squadra e ho messo tutto me stesso in questa avventura. Ho commesso i miei errori, ma ho sempre messo il cuore in quello che ho fatto. Prendere questa decisione non è stato semplice, anzi mi piange il cuore farlo, ma è tutto per provar a dare una scossa. Il legame con questa società e questi colori è stato da sempre viscerale, e auguro a chi guiderà la squadra di raggiungere l’obiettivo salvezza, che è la cosa fondamentale. Ringrazio la Società, a partire dalla Presidente, al Direttore, a chi lavora dietro le quinte. Un grazie alla squadra che mi ha sempre seguito, allo staff medico e a quello tecnico: ognuno di loro mi è stato accanto con il confronto quotidiano. Sempre Forza Pro Patria».