Lecco Pro Patria 2-1

Mai avevamo visto una Pro Patria schiacciare l’avversario nella propria area di rigore nei primi quindici minuti di gioco realizzando una rete con Beretta, colpendo un palo con Piran e creando un’occcasione da rete con Nicco.

Mai avevamo visto una squadra viva combattere su ogni pallone portano un pressing alto che ha letteralmente confuso un Lecco che faticava a vedere la porta persino con la telecamera di Sky “cazziata” ripetutamente dal commentatore per la lontanza dell’immagine.

Raramente abbiamo visto un tabellino con cinque ammoniti della Pro Patria che testimoniano l’ardore bustocco. Poche volte abbiamo visto una squadra di mestieranti, anche tra i giovani come Rovida, che hanno rallentato i ritmi con pause tattiche, perdite di tempo strategiche e gestione del tempo da vecchie volpi.

Insomma, una squadra “decolombizzata” e rinsaldata, anzi rinsalata da Mister Sala che a Lecco ha vinto nel 2022 un playoff con goal di due che non sono passati alla storia per la loro carriera : Pizzul e Sportelli.

Sempre abbiamo visto che nel secondo tempo la squadra non è quella del primo tempo e anche oggi è andata così. Sempre abbiamo visto che quando escono i titolari ed entrano le riserve ( per favore finiamola con la storia del tutti titolari che fa ridere i gatti), la squadra si indebolisce e se pareggia spesso perde e se vince spesso pareggia. Oggi vinceva al 91 esimo ed è riuscita a perdere al 95 esimo.

Palazzi non è Nicco, Toci non è Beretta, Pitou non ha sostituti in panchina, per cui, rinunciare a loro significa portarsi in casa l’avversario per i minuti che mancano e dare coraggio agli stessi che lo hanno preso a piene mani e sfruttato oltre ogni meritito. Zanellato, uno che era stato accostato alla Pro Patria a Gennaio, ma che ovviamente costava troppo per il risicato budget biancoblu, ha risolto la partita. Chi meno spende più spende e chi non spende spesso retrocede. Non è sempre festa e non sempre gli under fanno miracoli.

La rinuncia progressiva ad attaccare un Lecco che non aveva mai visto la porta ha causato un progressivo abbassamento della squadra che ha subito una beffa atroce, passando dalla vittoria che avrebbe rilanciato qualche speranza ( non troppe, non facciamo i finti tonti), ad una situazione drammatica. La prima posizione salvezza è occupata ora dallo stesso Lecco che dista 11 punti, mentre la distanza dalla quart’ultima, ossia la Pro Vercelli, dista nove punti con i piemontesi che devono ancora giocare con la Clodiense. In caso di vittoria la quart’ultima diventerebbe la Triestina che dista 11 punti e che niente c’entra con la zona playout. Insomma, situazione disperata su tutti i fronti e davvero ci sorprendono quei tifosi che, alla vigilia del match odierno,  raccomandavano equilibrio e pazienza anche in caso di sconfitta a Lecco. Davvero non comprendiamo questi esercizi di ottimismo sfrenato di fronte ad una stagione fallimentare sotto tutti i punti di vista. Se poi, ogni occasione è buona per cercare di diluire le colpe e giustificare sempre e comunque chi è responsabile di quanto sotto gli occchi di tutti, ovviamente lo si può fare in piena libertà, ma con la certezza che questo non è il sentiment della maggior parte della tifoseria, che di pazienza ne ha portata tanta, sicuramente troppa,  di fronte all’immobilismo permanente che ha portato ad un cambio di allenatore tardivo, di fronte ad una campagna acquisti estiva condotta in pieno regime di saving ossessivo e di una campagna acquisti invernale che ha portato il solo Rocco come valore aggiunto, visto che gli altri due non sono niente di diverso da quello che già c’era.

In altri tempi altro che invocare pazienza, altro che far finta di niente, si organizzavano persino scioperi in Piazza San Giovanni o si contestavano ferocemente in quel di Novara i Signori Vender e la S non è maiuscola per caso. Dirigenti con uno stile da lord che non è bastato per salvarsi da critiche feroci e davvero poco meritate. Oggi, con la squadra all’inferno ad un passo dalla serie D, si spera che chi ha totalizzato 21 punti in 28 partite ne possa fare 23 in 10 partite. E’ davvero cambiato il mondo, oppure come diceva quello piccolo, brutto e cattivo “a Busto l’acqua va al contrario”. A fatica, ma oggi dobbiamo dargli ragione.

Flavio Vergani

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