L’inno dei rosiconi

Leggiamo (su www.sportlegnano.it) e pubblichiamo. L’articolo è senza firma per cui non possiamo ringraziare l’autore per la grande gioia che ci ha regalato nel leggere questo “inno dei rosiconi”che ha trasformato un giorno feriale in giorno festivo.

C’è chi tenta l’impossibile per acquisire titoli sportivi di altre società per scalare la graduatoria del calcio ( non riuscendoci) e chi scala senza colpo ferire (riuscendoci).  Quanto all’ atroce dubbio sollevato dall ‘autore del pezzo che si chiede: “Che razza sia la belva che non ha saputo mordere quando serviva”, rispondiamo che trattasi della belva bustocca, che sicuramente non avrà saputo mordere con le unghie ma col portafoglio, cosa non scontata e per la quale non crediamo si possano prendere lezioni dai confinanti. La volpe e l’uva è sempre tema d’attualità.

Una promozione di cartone? Sicuramente si, nel pieno rispetto delle normative green della Comunità Europea, il cartone non inquina e fa parte della categoria “carta”, la stessa dei soldi scuciti dalla Pro Patria per avere meritato il privilegio della riammissione. La Pro Patria non si aggrappa a nessun regolamento, è il regolamento che si aggrappa alla Pro Patria in cerca di una società, anche perdente sul campo, ma sana e questo non è da tutti. Il regolamento è contento e la Pro Patria pure. Che festa è mai questa? E’ la festa della Testa, a noi va bene così, per reclami, segnalazioni o maggiori richieste di come si faccia ad arrivare a questo citofonare in via Cà Bianca.

E’ vero“La Pro Patria è retrocessa, punto”, ma è anche vero che se in caso di riammissione sarà riammessa, punto! Il senso di tale realtà può essere messo in discussione e qui lo abbiamo fatto senza se e senza ma nei precedenti articoli, ma che senso ha dare un senso a quello che un senso non ce l’ha? Lo dice anche Vasco Rossi, come non credegli. Insomma, siamo ancora qua, eh già…!

Certo è che leggere articoli del genere procura intenso piacere, una vera e propria dolce ricompensa per la temporanea retrocessione e ci viene da dire: grazie di essere retrocessi!

Flavio Vergani

Da www,sportlegnano.it

Nel calcio moderno, dove il merito si sbriciola come vecchia calce sotto la pioggia dei compromessi, la Pro Patria, retrocessa sul campo con pieno merito (checché se ne dica nei salotti ovattati della burocrazia pallonara), si ritrova oggi, con la stessa fierezza di chi cade in ginocchio e grida vittoria, pronta a risalire in Serie C non grazie al pallone ma alla contabilità. 

La Lucchese scompare, triste canto del cigno di una realtà che meritava tutt’altro destino, e subito si spalanca una porta per chi aveva fallito sul prato verde. E chi troviamo sull’uscio? Proprio loro, i biancoblù bustocchi, i “tigrati” con le unghie spuntate, graffianti solo nelle retrovie degli uffici federali. Perché diciamocelo senza ipocrisie: la Pro Patria è retrocessa, punto. E se rientrerà tra i professionisti, lo farà per mancanza altrui, non per valore proprio

Il presidente Luce, il ds Turotti, gli imperscrutabili santi del “Daghidaponta” — tutti pronti a brindare come se si fosse vinto qualcosa. Ma che senso ha una promozione per default? Dove va a finire l’essenza stessa dello sport, se chi perde viene premiato e chi vince fallisce? 

Eppure c’è chi esulta. Si parla di programmazione, di nuovo tecnico, di mercato in fermento. Ma l’odore che sale da questa promozione di cartone non è di erba appena tagliata, bensì di faldoni bollati e fideiussioni a scadenza. Una Serie C conquistata a tavolino, come una coppa vinta per forfait avversario. Che festa è mai questa? 

La Pro Patria si aggrappa a un regolamento che premia la sopravvivenza contabile più della gloria sportiva. Brava Patrizia Testa, che ha gestito i conti con l’acume di un banchiere. Ma che tristezza, questo calcio che applaude i bilanci e dimentica i gol. 

Oggi si celebra il ritorno dei tigrotti. Ma viene da chiedersi: che razza di belva è mai quella che non ha saputo mordere quando contava davvero?

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