Ci siamo, è la vigilia della prima “madre” di tutte le partite. La Pro Patria si gioca la permanenza nei professionisti e una fetta del suo futuro. Precipitare in serie D equivale ad illudersi che sia un incidente di percorso facilmente risolvibile l’anno successivo. Parlare con le corazzate Ravenna, Pistoiese e Piacenza che vi racconteranno come il Forlì del nostro ex Saporetti le abbia infinocchiate tutte, nonostante un budget che per i forlivesi valeva molto meno di quello delle tre deluse.
Playout per la Pro Vercelli, Play-in per la Pro Patria
Diego Abbantantuono, quello che citò la Pro Patria e la Carrarese in un suo film di successo, direbbe che “già il nome mi sta pesantemente sui bàl”. In effetti in inglese to play significa “giocare”, mentre out significa “fuori”, per cui il significato immediato suonerebbe come “giocare per andare fuori”. Benissimo, lo faccia la Pro Vercelli, i tigrotti li devono chiamare Play-in, ossia giocare per rimanere dentro
Pro Patria sulla sedia scomoda.
La partita di Crema è stata l’ultima occasione persa dalla Pro Patria che, in caso di vittoria, avrebbe avuto due risultati su tre nella sfida di spareggio. Così i biancoblu dovranno vincere almeno una delle due partite di play-in per rimanere in categoria. C’è chi sta peggio, tipo chi, come il Caldiero, dovrà vedersela con la Triestina che senza i cinque punti di penalizzazione sarebbe arrivata davanti a Lumezzane, Pergolettese e Lecco. Ben gli sta alla Triestina direte voi, chi sbaglia paga, Certamente è così, ma che colpa ne ha il Caldiero che dovrà giocarsi la salvezza con chi mai sarebbe arrivato dove è arrivato? Lasciamo perdere il discorso Milan Futuro che si giocherà la salvezza con la Spal. Sappiamo cosa succede in questi casi con il trasbordo dei migliori giocatori dalla seria A alla serie C. Per cui, cari tigrotti, avrebbe potuto andare peggio, consolatevi e portate a casa la salvezza.
Ci sarà il Var…troppo tardi!
I signori del Palazzo fanno i fighi e per vestire gli spareggi con l’abito della festa si inventano la presenza del Var. Troppo tardi! Qualcuno è qui perchè il Var no c’era. E poi, che Var è con un pugno di telecamere? Giusto per scimmiottare il calcio superiore? Pensate a chi ogni anno fallisce e non termina il campionato, piuttosto che a queste “Varrate”.
Ne mancheranno ventitrè…anzi ventuno
Il Daspo ha colpito duro. Ventitrè provvedimenti per i nostri ultrà rei di aver infranto la legge nella trasferta di Vercelli. Non ci sentiamo di commentare in quanto non conosciamo i fatti, diciamo solo che ne mancheranno ventitrè, anche se due sostituti li abbiamo trovati. Arriveranno da Arezzo a tifare Pro Patria per via di un’amicizia senza confini che lega Massimo e Stefano ai tigrotti. Si faranno 800 chilometri per tifare Pro Patria, gli altri ventuno li dovremo trovare a Busto. Impresa impossibile?Sembrerebbe di si. Questa città vive la normalità e davvero poco sembra interessarsi alla sorti della sua squadra. In serie C o in serie D poco cambia per i molti impegnati nelle mille attività di sempre e lontani anni luce dai biancoblu. Attendono l’evento come quello con il Darfo Boario di qualche anno fa, quando lo stadio si popolò di tanti spettatori e non di tanti tifosi e qui sta tutta la differenza del mondo. A soffrire ci saranno sempre i soliti che sperano che la nuova proprietà possa portare un vento nuovo anche nei Play-in. Bruciano ancora gli spareggi col Padova, col Verona e con la Feralpi Salò, quando per fatti vari si decise di giocare in tutti i sensi i Playout, anche quando di chiamavano Playoff decidendo di giocare per uscire piuttosto che per entrare.
Quasi nessuno a 5 euro, tutti a 7,18 euro!
Il claim è di quelli forti: “tutti in curva a 5 euro”, ma tutti chi?
Non vogliamo fare i “pioggiat” e nemmeno il “Sinaghino ammazza “pioggi con il rampino”, ma ci sembra davvero poco sensato leggere su “Vivaticket” che i prezzi per la curva partono da 7,18 euro e non da 5 euro come da listino, per i distinti non da 15 euro ma da 16,63 euro e la tribuna laterale da 22,93 euro e non da 20 euro. La differenza è dovuta alle famose commissioni e diritti di prevendita. Percentualizzando queste gabelle nascoste si ha che per la curva l’incidenza percentuale è del 43,6%, per i distinti il 10.8%, per la tribuna laterale il 14,65%. Vi sembra normale pagare 2,18 euro di commissioni su un biglietto che ne costa 5 di euro? Vi sembra normale che la maggiore incidenza percentuale colpisca i posti a più basso costo? Certamente, direbbero i matematici, una cifra fissa impatta a livello percentuale in modo maggiore tanto più è bassa la cifra stessa e su questo non ci piove, ma il buonsenso dovrebbe derogare dalla matematica. Alternativa? Andare domani mattina, o prima della partita, ai botteghini dello stadio che saranno “commissioni free”in cambio di una coda che si prevede di un certo tipo, visto che anche gli abbonati dovranno munirsi di biglietto. Paga e taci, tanto son dù spiccioli, dirà qualcuno, ma rimane il fatto che la percentuale dice che non è così. Il 43 % non fa rima con dù spiccioli, ma con presa per il culo!
Ci verrebbe da chiudere col solito “tutti allo stadio”, ma tutti chi, se non i soliti?
Flavio Vergani