Una giornata nata grigia per la pioggia che ha benedetto la giornata dell’ Immacolata, proseguita in perfetta tinta con la maglia degli avversari e terminata con identiche tinte fosche per la Pro Patria che pareggia per uno a uno con il fanalino di coda Alessandria. Un pareggio che ha il sapore dell’impresa, visto che l’Alessandria è parsa nettamente la squadra peggiore vista allo “Speroni”, senza qualità in nessun reparto, a testimonianza di quanto i numeri sappiano definire in modo esatto il valore delle squadre, al di là della soggettività dei tifosi, che spesso nasce dall’amore verso i propri colori che rende sfumato quello che ai numeri appare molto chiaro. Pronti via e occasionissima per Parker che spreca, poi autorete alessandrina su tiro di Renault, poi rigore per la Pro Patria che Parker si fa parare. Poi, il buio. Zero tiri in porta effettuati e solita squadra senza identità, senza personalità, senza un’idea di gioco diversa dallo sfruttare le seconde palle o le casualità. Il portatore di palla non ha mai soluzioni dettate dal movimento dei compagni, difficile vedere tre passaggi di fila, centrocampisti lontani anni luce dalla porta ( per loro zero goals in questo campionato), con gli attaccanti più prolifici in panchina ( qualcuno di loro diventato giallo di capelli dalla rabbia) o out per problemi fisici. Nel secondo tempo la Pro Patria rinuncia a proporre qualsiasi trama di gioco rintanandosi nella propria metà campo e il “Lupidi” fin da subito fa sapere che “andrà a finire come al solito”. Detto e fatto, nell’unica volta che gli ospiti tirano in porta ottengono il goal del pareggio. Davvero umiliante vedere i tigrotti assediati in casa dall’Alessandria anche dopo aver subito il pareggio. Chi si aspettava una reazione d’orgoglio, una iniezione di energia per cercare la vittoria è rimasto deluso. La squadra è sulle ginocchia, crede poco in sè stessa, manca di autostima e non si percepiscono miglioramenti di nessun tipo. Intanto, i giorni passano e la classifica piange.
Se, come detto da Mister Colombo, non sono le partite con le prime della classe che vanno vinte, ma quelle con le dirette concorrenti, allora serve chiedersi perchè questo non sia mai avvenuto ne prima, con le varie Giana, Arzignano, Lumezzane e ne dopo con Fiorenzuola e Legnago. Le preannunciate soluzioni tattiche alternative annunciate da Mister Colombo nella scorse settimane non si sono viste, si continua a farsi del male da soli lasciando in panchina il bomber della squadra Stanzani per favorire Pitou, senza avere il coraggio di provare soluzioni che li prevedano entrambi. Se non lo si fa con la mediocre Alessandria in un turno casalingo, con chi lo si potrà fare? Davvero inconcepibile questa ossessiva convinzione che questa squadra possa giocare sempre e solo con lo stesso schema tattico, anche quando, come quest’anno, non sta restituendo nulla di più di delusioni a nastro. Difesa che incassa al primo refolo di vento, centrocampisti avulsi dalla manovra e mai pericolosi sotto porta. attaccanti serviti col contagocce. Ci chiediamo quale sia il valore aggiunto di questa scelta che sta regalando solo record negativi. E’ giunto il momento di una riflessione a trecentosessanta gradi, continuare a sperare che la soluzione ai problemi di questa squadra siano concentrati nell’anche oggi speriamo si vinca domani è un suicidio intellettuale proprio dei tifosi talebani, pronti ad immolare sempre e comunque il buonsenso, pur di non sgarrare dalle linee guide della eterna riconoscenza. Gli altri, hanno invece il diritto di far presente tutta la loro delusione, come avvenuto a fine partita, senza che nessuno se ne debba sorprendere o peggio ancora replicare dal campo. L’esperienza dovrebbe insegnare a come comportarsi in questi casi, peccato si sia persa l’occasione per farlo lasciandosi andare a comportamenti del tutto evitabili.
Flavio Vergani