Milleottocento e rotti spettatori. Lo “Speroni” che ruggisce. Le code per andare a casa. I posteggi sold out. Busto respira ancora per la sua Pro Patria e i nuovi dirigenti oggi hanno potuto toccare con mano il sangue che bolle nelle vene di chi vuole bene alla Pro Patria e che deluso da tempo attende solo l’occasione giusta per tornare a sventolare la bandiera. C’era il Giovanni Toia, c’era la Cinzia, c’erano Massimo e Stefano addirittura da Arezzo per strappare la Pro Patria dall’inferno della serie D.
Mister Sala si veste da Karpov e fa lo scacchista nel primo tempo. Gioca in casa, ha i bianchi, ma rifiuta la prima mossa. Preferisce lo stallo per non subire un matto prematuro e gioca a nascondino mantenendo protetta la casella del Re.
La strategia è fin troppo chiara in casa piemontese, attendere lo sbilanciamento dei bianchi e blu per colpirlo con il morso del cobra. Mister Sala non è nato ieri e non abbocca facendo sfilare i primi quarantacinque munuti sul nulla di fatto.
Nel secondo tempo la musica cambia e il Karpov bustocco imbriglia il gioco con una mossa che sembra il gambetto del cavallo. Sposta Piran a sinistra al posto di uno spento Barlocco e l’arrocco ospite viene scalfito.
Beretta è monumentale nel difendere la palla, Alcibiade fa la torre, Pitou fa il creativo, e Ferri dà lo scacco matto di questo primo match con un goal che se andasse come tutti sperano rimarrà nella storia.
I tigrotti sono apparsi concentrati, puntuali nello svolgere i compiti e se Mehic avesse sfruttato l’occasione di fine partita il film avrebbe già un finale scontato.
Invece, è solo terminato il primo tempo, tutto è ancora in gioco, ma metà dell’opera è stata compiuta. Al “Piola” sarà terribilmente difficile, i piemontesi avranno un unico risultato, ossia la vittoria e sul campo giocheranno il tutto per tutto.
Sarà un Sabato di fuoco, ma la Pro Patria di oggi è apparsa consapevole delle sue forze e questo aiuterà a preparare la partita con la certezza che tutto è ancora in gioco, anche se la pressione ora è in mano alla Pro Vercelli che ha perso il bonus dei due pareggi per salvarsi.
Servirà invadere Vercelli prenotando i pullman dei club per fare un muro biancoblu in grado di far capire ai ragazzi che non saranno soli, l’onda dello “Speroni”dovrà diventare uno tsunami in grado di annegare gli avversari che dopo oggi temono ancor di più i tigrotti.
Sarà una settimana densa di tensioni, il tempo passerà lento, il countdown interminabile, sarà la madre di tutte le settimane per una partita che vale stagione, categoria e futuro.
Flavio Vergani