Pro Sesto Pro Patria 1-0

La Pro Patria perde per uno a zero a Sesto San Giovanni e, come ampiamente previsto, non centra i playoff. Non era certamente oggi l’occasione per farlo, ma qualche partita fa, quando i tigrotti senza fame e mordente hanno lasciato spazio agli avversari, accontentandosi dell’obiettivo salvezza, celebrato con fin troppo entusiasmo in considerazione delle potenzialità della squadra. I tigrotti riescono nell’impresa di terminare al dodicesimo posto, proprio come lo scorso anno. Una capacità chirurgica di centrare il limbo tra l’inferno e il paradiso che sorprende, anche per il modo con il quale lo si è fatto. Lo scorso anno girone di andata fantastico e quello di ritorno pessimo, quest’anno il contrario, ma il risultato non cambia. Cambiano i pillars sui quali si è costruita questa salvezza che non fa rima con grandezza. Mister Colombo, dopo 19 partite, si è deciso a cambiare un modulo tattico che nemmeno con gli antirigetto funzionava più, ma non riusciva a mantenere il vero valore della Pro Patria turottiana, ossia la solidità difensiva. I tigrotti terminano con 51 reti subite, penultima peggior squadra del girone. Per fortuna, Castelli ha deciso di dare una mano davanti realizzando in un anno metà dei suoi goal garantiti in quattro anni di permanenza a Busto, ossia 13 su 26. Non pervenuti Parker e Curatolo, mentre Stanzani ha fatto il suo. Per lui, pronta la destinazione Ascoli che lo vuole a tutti i costi. Sterilità dei centrocampisti davvero record ( negativo)con pochissimi contributi in zona goal, per cui, grazie a San Castelli che ha saputo bilanciare il digiuno dei secondi e l’ingordigia della difesa. Una Pro Patria deludente nelle sue qualità di sempre, ossia la tignosità, la voglia di lottare, la determinazione, con approcci alle partite spesso sbandierati nelle vigilie ma mai dimostrate sul campo, se non in una manciata di partite nelle quali la Pro Patria è stata obbligata a far vedere il suo valore e lo ha fatto molto bene. Poi, è tornata sotto quel velo di mediocrità che l’ha portata ad un risultato ben al di sotto delle sue potenzialità.

Solo Mister Colombo ha cercato di convincere e convincersi che la gara di oggi avesse un senso, quando in realtà un senso non l’ aveva. Se la Pro Patria di Fiorenzuola e Caravaggio avesse avuto l’approccio richiesto non saremmo qui a parlare di un sipario che cala, ma di un nuovo palcoscenico che si aprirebbe, sta a lui capire i motivi per i quali non è riuscito quasi mai a trasmettere ai giocatori quello che aveva in mente in termini di approccio, visti i risultati che sotto questo aspetto sono ben inferiori alla posizione di classifica. Abbiamo sentito parlare di partite “non” da vincere quando opposti a squadre di vertice, senza riuscire a farlo con le squadre di pari livello o inferiori. Abbiamo spesso sentito esaltazione degli avversari, ma raramente percepito la convinzione di disporre di una squadra forte, quasi ci fosse qualche dubbio in filigrana e recondito. I risultati del dopo cambio modulo sono spesso stati diluiti nel suo valore dando importanza al  cambio di approccio e mentalità, senza tuttavia dimostrarlo con continuità nel tempo. Se così fosse, rimarrebbe aperto il tema di non aver saputo proporre, oltre al cambio di modulo, anche un cambio di approccio. Non è possibile giocare solo una manciata di partite e salvarsi alla grande per gridare al miracolo e all’obiettivo centrato. Certamente l’obiettivo è centrato, ma in sede di valutazione finale il rammarico fa rima con delusione e delusione fa rima con responsabilità.

Gli spot pubblicitari casalinghi per invogliare i tifosi allo stadio parlando di quattro vittorie, sette pareggi e ben otto sconfitte. Bene la performance in trasferta con otto vittorie, tre pareggi e otto sconfitte, chiaro segnale di una squadra senza capacità di impostare il gioco, ma opportunista nello sfruttare gli spazi concessi da altri. Davvero una sorpresa negativa per un centrocampo che faceva rima con i nomi di Nicco, Bertoni, Marano, Mallamo, Ferri, che a inizio torneo facevano luccicare gli occhi ai tifosi.

Difesa record negativo, centrocampo sotto tono, attacco sulle spalle del duo Stanzani- Castelli che meritano un monumento per aver limitato i danni provenienti da altri reparti. Vista così sembrerebbe oro la salvezza e forse lo è, ma la riflessione sul futuro e su chi dovrà vestire la maglia biancoblu  andrà fatta anche coinvolgendo chi fino a ieri era immune anche solo da un’analisi di primo livello. Qualche senatore, spesso esaltato più per il suo curriculum precedente che non per quello  fatto in campo, ha profondamente deluso, altri non si sono mai palesati, altri invece hanno sputato l’anima. Due di questi potrebbero essere ai saluti finali, visto che Fietta medita il ritiro e Saporetti medita l’avvicinamento a casa. Insomma, un futuro tutto da scrivere. Per ora, grazie per la salvezza della Pro Patria, la Pro Sesto saluta la serie C, dopo aver sognato la serie B e l’ammonimento torna tuonare in quel di Busto. Meglio una salvezza sicura che voli pindarici che fanno male al cuore, un ‘ottimo modo per consolarsi e per azzerare ambizioni fin da subito in virtù della famosa minestra o del salto della finestra.

Tifosi invece da promozione con due pullman al seguito nella trasferta odierna, ma non solo. Loro certamente meritavano di più

Pro Sesto-Pro Patria: 1-0 (0-0)

Marcatore: Fornito (PS) su rigore al 13’st

PRO SESTO (3-5-2): Bagheria; Marianucci, Toninelli, Giorgeschi; Poggesi (14′ st Maurizii), Sala, Poli (27′ st Bussaglia), Fornito (37′ st Caverzasi), Barranca; Toci (37′ st Mapelli), Florio (14′ st Kristoffersen). A disposizione: Formosa, Saccone, Basili, Bahlouli, D’Alessio, Palazzi, Sereni, Boscolo Chio, Iotti, Bruschi. Allenatore: Angellotti.

PRO APTRIA 1919 (3-4-2-1): Rovida; Bashi, Saporetti, Moretti; Renault C., Ferri (10′ st Mallamo), Bertoni (33′ st Nicco), Renault G. (33′ st Ghioldi); Curatolo (20′ st Parker), Citterio (20′ st Stanzani); Castelli. A disposizione: Mangano, Bongini, Vaghi, Ndrecka, Marano, Fietta, Minelli, Somma, Ferrario. Allenatore: Colombo.

ARBITRO: Lovison di Padova (Tempestilli di Roma 2 e Tchato di Aprilia; Piccolo di Pordenone)

NOTE: Spettatori 700 c. Terreno in pessime condizioni. Ammoniti: Florio (PSE), Toninelli (PSE), Kristoffersen (PSE). Calci d’angolo: 4-4. Minuti di recupero: 1′pt, 5’st

Flavio Vergani

 

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