Analizzando il percorso del campionato espresso fino ad oggi risultano evidenti alcune macroscopiche deficienze programmatiche e progettuali che hanno condizionato dall’origine le prestazioni ed i conseguenti risultati ottenuti sul campo dove la realtà più evidente si concretizza nella miopia gestionale con mancata o sottovalutazione dei rischi derivati da un organico non bilanciato dove alcuni ruoli (es difensori centrali) non hanno sostituti naturali, con evidenti difficoltà di interpretazione da parte di elementi adattati e prevedibili fondamentali errori che hanno determinato gli esiti degli incontri a nostro sfavore.
E’ evidente quindi come le responsabilità delle insufficienti prestazioni e conseguenti negativi ZERI in termini di punti in classifica non siano da addebitare esclusivamente alla conduzione tecnica, sicuramente non ottimale e talvolta discutibile in termini di scelte, anche se condizionata dal forzato utilizzo di elementi alcuni fuori ruolo e ovviamente spesso in difficoltà a svolgere il compito assegnato, ma a cascata da addebitare alla dirigenza sportiva che ha inserito in organico tasselli, alcuni non affidabili in relazione alla continuità di utilizzo riscontrata anche nel recente passato, e di cui alcuni con evidenti imbarazzi tecnici che testimoniano un mancato adeguamento alla categoria.
A questo punto della stagione non é sicuramente semplice anzi impossibile rimediare ad evidenti errori giustificabili solo in parte con quanto figlio di riammissioni tardive quando le altre squadre erano già in raduno con organico completo e quindi conseguenti tempistiche di azioni in costruzione compresse e svolte forse con troppa frenesia e superficialità, affidando la scelta al nome importante con esperienza consolidata, tralasciando il recente passato contrassegnato da frequenti pause nelle presenze in campo o selezionando nel settore “under” possibili elementi più di prospettiva, ancora da dimostrare, che di sicuro rendimento immediato.
Auspico che nelle intenzioni dei rappresentati della società non alberghi l’idea autolesionistica di riproporre l’esperienza maturata al termine del campionato precedente in quanto tale evento avrebbe un impatto probabilmente senza ritorno in relazione ad una credibilità, fino ad oggi sostenuta da una gestione virtuosa, creando un fossato non valicabile tra proprietà e tifoseria e caduta in una categoria dalla quale nuovamente emergere presenterebbe difficoltà già affrontate e non dimenticate prima della sofferta promozione che aveva riportato finalmente un pubblico adeguato sugli spalti del nostro Speroni oggi teatro di seggiolini biancoblù che sono gli spettatori più numerosi in occasione dei nostri incontri casalinghi.
Difficile non essere ripetitivi se le voci in campo, quando si manifestano, recitano a memoria copioni già scritti senza fornire messaggi significativi che siano determinanti per diradare tanti giustificati dubbi che sono argomento quotidiano di noi tifosi, fuori dalla stanza dei bottoni, e che ormai, salvo improbabili “coup de theatre”, hanno creato un solco pericoloso, anticamera già prospettata della indifferenza e del probabile completo disinteresse per le future vicende del nostro “ovale” recentemente simbolo valorizzato della storia che coniuga la città con la nostra Pro Patria et Libertate 1919.
Cerchiamo quindi di guardare al presente con la convinzione, che dovrà però essere supportata dai prossimi eventi, che quando si tocca il fondo una risalita dovrebbe essere fisiologica, salvo voler assaporare per alcuni prossimi anni il gusto dell’anonimato d’annata triste alternativa ad un prelibato Raboso DOC.
Gettare alle ortiche quanto sarebbe ancora nelle nostra mani costituirebbe solo una pagina grigia della storia biancoblù e sicuro argomento di trattazione conseguente, non certo a tinte rosa, e che non potrebbe costituire sicuramente un vanto per la proprietà congiunta, disponibile quindi ad affrontare uno “tsunami” di critiche per le quali sarebbe difficile trovare giustificazioni sostenibili.
L’arrampicata sui vetri o specchi é sport fortemente pericoloso e decisamente difficoltoso anche se con uso appropriato di potenti ventose e di conseguenza una caduta non sarebbe evento improbabile ma quasi storicamente prevedibile.
A buon intenditore poche parole e forse oggi é giunta l’ora di cestinare le troppe parole e di affidarsi a fatti concreti per almeno tamponare se possibile alcune falle nello scafo e rimettere la nave in condizioni di sicurezza onde evitare un naufragio annunciato.
Sandro Lupidi












