Per ora sono rumors, che però fanno rumore ogni giorno di più. Indiscrezioni che parlano di due manifestazioni di interesse concrete per la Pro Patria, che potrebbero permettere di alzare l’asticella delle ambizioni in casa biancoblù.
La riservatezza è massima, ma quello che filtra parla di operazioni di consolidamento e non di cambio della guardia immediata. Ossia, carburante da mettere nel motore per dare a Turotti un budget che non sia il più basso della categoria.
Troppo presto per sapere di più, certo è che la Pro Patria ha ancora il suo appeal, forse solo grazie al suo più importante asset che è il brand, il blasone, la awareness, un patrimonio che vive di suo, visto che negli ultimi anni poco o niente è stato fatto per valorizzarlo, visto che mai si è data priorità a strategie di marketing sul territorio in grado di valorizzare questo aspetto.
E’ giunto il momento di stendere un programma per il futuro e capire chi e come lo alimenterà. I nove anni passati hanno avuto come password la stabilità, il piuttosto meglio del niente, la museruola alle ambizioni, in cambio di certezze, di passi lunghi come la gamba, di grande realismo. Ora, anche vista la necessità di un pesante restyling della rosa, serve conoscere se il futuro dovrà fare rima con il passato o se finalmente i tifosi possono sognare quello che in altre piazze è avvenuto, senza per forza chiamarsi come le solite corazzate che nascono con l’ambizione nel sangue.
Giorni decisivi che presto faranno capire i contorni del futuro che potrebbero tingersi improvvisamente di altri colori, meno grigi e sempre più biancoblu.
Flavio Vergani