Il brodino
La Pro Patria ha interrotto l’infinita serie negativa con la vittoria sulla modesta Clodiense. Un brodino che non risolve la malattia che attanaglia i tigrotti da inizio campionato, curata male per troppo tempo durante il quale sia la cura, sia il medico non erano quelli giusti. Una vittoria importante, al di là del fatto che gli ospiti fossero poca cosa, per come è stata raggiunta. Il vantaggio della Clodiense avrebbe potuto destabilizzare a livello mentale i giocatori, anche perchè nel passato difficilmente avevano ribaltato le partite nelle quali erano andati in svantaggio. Invece, è piaciuto l’equilibrio mantenuto, la lucidità di ripartire come se nulla fosse accaduto. Una conseguenza logica che nasce da un allenatore che sta lavorando moltissimo sulla psicologia di una rosa anestetizzata da un recente passato nel quale questo aspetto non è mai stato curato.
Due squadre diverse
Pensare che i valori tecnici della Pro Patria hanno portato ad una classifica del tutto simile a quella degli ospiti lascia senza parole e fa capire che quello che andava fatto non è stato fatto sotto questo punto di vista. La Pro Patria vale il doppio della Clodiense e non una manciata di punti di distacco.
Per fortuna c’è Mister Sala
Mister Sala ha il merito di aver capito tutto e subito e messo in campo quello che serve per sterzare dall’impasse nel quale sono caduti i tigrotti. La “cazzimma” di Alcibiade che sprona i compagni, l’invito di Nicco al pubblico per sostenere la squadra, sono segnali importanti di risveglio mentale che mai si erano visti prima. I leader devono fare questo di mestiere, ma il primo leader che deve dare l’esempio è chi sta in panchina, poi seguono gli altri.
Calendario favorevole, ma l’impresa sarebbe un miracolo
Ora, il calendario sorride alla Pro Patria : Lecco, Caldiero, Trento, Arzignano, Triestina, Atalanta U23, Virtus Verona, Alcione, Pro Vercelli, Lumezzane e Pergolettese, sono le prossime avversarie.
Tolta la Triestina, che con Mister Tesser ha ottenuto un andamento del tutto simile a quello di Vicenza e Padova, per cui è più facile ritrovarla nei playoff e non nei playout, il resto degli incontri sono del tutto fattibili. La Pro Patria ha 21 punti, lo scorso anno la prima posizione senza l’incubo dei playout fu la sedicesima dell’Arzignano che totalizzò 44 punti. Per cui, più o meno, i tigrotti dovrebbero fare 23 punti in 11 partite, ossia 2 punti medi a partita. Fino ad oggi ne sono stati ottenuti 0,77 a partita, per cui si dovrebbe triplicare il rendimento. Un traguardo davvero ambizioso difficilmente alla portata dei biancoblu, che però sono chiamati ad allontanarsi dall’ultimo posto e ad avvicinarsi alla miglior posizione in griglia playout.
Variabili impazzite
Poi, non si sa mai, crolli di qualche squadra, influenze di crisi societarie che potrebbero incidere sui risultati del team o una quota salvezza più bassa di quella dello scorso anno potrebbero aiutare la Pro Patria.
Uscire dal labirinto psicologico
Quello che conta è però uscire dal labirinto psicologico nel quale i tigrotti si sono infilati per rigenerarli in vista degli spareggi che determineranno il futuro della Pro Patria. Rocco, Beretta, Alcibiade, Nicco, ma anche Terrani e Palazzi, sono i pilastri dai quali ci si aspetta un percorso di crescita importante sul quale costruire una salvezza che sarebbe un vero e proprio capolavoro sportivo. Crederci non costa nulla, anche se il realismo afferma il contrario, ma d’altra parte aver atteso così a lungo prima di cercare una svolta è stato errore che non può trovare una soluzione facile e a buon mercato. Gli errori si pagano, da capire quale sarà il conto.
Flavio Vergani