Turotti contestato, chi l’avrebbe mai detto?

Chi lo avrebbe mai detto che anche il Direttore Sportivo Sandro Turotti potesse subire l’onda della contestazione con richiesta di dimissioni come sta avvenendo in questi giorni? Turotti è stato un asset di questa società, una conditio sine qua non della Presidente Patrizia Testa che da sempre lo ha considerato elemento di riferimento del suo mandato presidenziale. E come darle torto visti i risultati portati dal biellese in casa Pro Patria? Successi che fanno rima con salvezze spesso vestite da playoff, giocatori da leccarsi i baffi portati a Busto come Gatti, Caprile, Pierozzi, Castelli e tanti altri che hanno regalato campionati tranquilli alla piazza e budget contenuti alla proprietà.

Allenatori sempre peggio dei giocatori

Onestamente non così brillante è stata la sua performance a riguardo degli allenatori con una sola star al suo attivo, ossia quel Ivan Javorcic che ha regalato la promozione alla Pro Patria e poi al Sud Tirol. Non entusiasmanti i vari Bonazzi, Prina, Vargas e Colombo, sotto analisi Leandro Greco, anche se l’inizio non è stato indimenticabile.

Mai in discussione

Turotti è sempre stato il cognome impronunciabile dalla piazza in termini di responsabilità e colpe,  qualunque sia stato il risultato del campo, in quanto sinonimo di qualità, affidabilità, competenza e conoscenza, Insomma, un professionista al di sopra di ogni sospetto quanto a colpe relative alla performance della squadra. 

..tranne adesso…

Cosa è successo ultimamente che ha minato la fiducia dei tifosi, tanto che nella puntata di ieri di ” A mente fredda”, firmata dal super tifoso Andrea Macchi è stato proposta la soluzione interna Giovanditti al posto del monumentale Sandro Turotti?

L’asticella che lo ha travolto

L’involuzione delle performance fa seguito ad un Turotti stranamente ottimista riscontrato a inizio dello scorso torneo quando ha sorpreso tutti con un’uscita che ha fatto sognare la piazza: “alzeremo l’asticella delle ambizioni”, disse il Direttore. Un’uscita non da lui, visto che da sempre ha predicato piedi per terra, passi lunghi come la gamba, obiettivi di minima. Un’affermazione che se detta da uno come lui doveva essere per forza vera e supportata dai fatti. Col senno del poi viene il dubbio ch il Direttore avesse delle certezze che poi si rivelarono non concrete, o forse solo tempi di implementazione del progetto che da immediate furono posticipate. Diversamente non ci si spiega tutto questo ottimismo ostentato.

Dopo  i molti top…tanti flop

Purtroppo, dopo lo svarione Marano del campionato precedente, Turotti proseguì il filotto degli acquisti deludenti con i vari Palazzi e Toci o con conferme tutte da decifrare come quella di Curatolo. Anche questa volta la scelta dell’allenatore si dimostrò perdente, ma soprattutto deluse il tempo troppo lungo nel quale fu difesa la posizione del fagnanese con ripercussioni sull’esisto finale della stagione.  La campagna acquisti di Gennaio fu la seconda delusione regalata ai tifosi. Mentre si parlava di una minoranza facoltosa in grado di finanziare la campagna acquisti invernale, venne proposta ai tifosi la perla di acquistare a mercato aperto uno svincolato. Un’assurdità totale priva di ogni logica. Arrivò tale Barlocco che mise in panchina Piran, un giovane del vivaio tra i migliori in campo fino a quel momento. Con lui, ecco Coccolo e Rocco, giocatori che nulla portare alla causa tigrotta.

Chi non sbaglia mai, si chiesero i tifosi? Nessuno, tutti prima o poi cadono in un anno negativo. Per cui, la riconferma del Direttore, nonostante la retrocessione che di fatto cancellò la validità del suo contratto, venne considerata dovuta da una parte della tifoseria. Un’altra parte di tifosi non fu così convinta, in quanto dotati di una mente più “aziendalista”che dice che quando non centra l’obiettivo il dirigenti e i collaboratori devono farsi da parte sempre e comunuque.

11 Giugno, il giorno del riscatto

La conferenza stampa dell’ 11 Giugno fu grasso che cola per i tifosi con un Turotti determinanto a riscattarsi dalla debacle del campionato precedente. Meno giovani in campo, più budget e finalmente a Busto il suo sogno di sempre, tale King Udoh che di fatto sdoganava sogni si rcok and roll.

Libertà per l’allenatore di scegliere qualche giocatore da lui preferito, questa l’interpretazione di “discontinuità” verso il passato che il Direttore chiarì a chi non aveva capito il vero significato del termine da lui utilizzato nella conferenza stampa dei sogni di mezza estate. Ed ecco Schiavone approdare alla corte di  Mister Greco, allenatore della serie “Mi manda Javorcic”.

Tifoseria in modalità sogni di rock and roll

La tifoseria si mise in modalità “attendiamo i grandi colpi di mercato” e non c’era giorno che le chat non diventassero calde per sapere se qualcuno sapesse qualcosa. Lo stesso Turotti disse che “ovviamente, vogliamo fare meglio dello scorso anno”, mentre la rappresentante di Finnat, ossia l’ Avvocata Zema, aggiungeva che “noi siamo ambiziosi”. Finalmente un calcio alle ambizioni di minima e spazio alle ambizioni di una piazza da tempo digiuna di grandi successi. Insomm, un salto in alto che alla luce dei fatti si è dimostrato un salto in “Bassi”.

Turotti li compra tutti rotti

Una esaltazione che è durata davvero poco, visto che se è vero che arrivavano nomi di giocatori con curriculum di spessore era anche vero che quel curriculum riportava alla casella “presenze” dell’ultimo anno o degli ultimi anni, numeri prossimi allo zero. Insomma, la seconda puntata della telenovela Lombardoni, giocatore confermato lo scorso anno, nonostante evidentissimi problemi fisici.

Per non farsi mancare niente, Turotti confermava il portiere Rovida e Citterio , due che nel passato non hanno mai fatto rima con prestazione di categoria superiore. L’allenatore? Si parlava di Tesser, arrivò l’ennesima scommessa in linea con le precedenti, ossia Leandro Greco, non certamente uno che ha infiammato la piazza.

Insomma, pià scommesse che certezze, anche se la competenza di Turotti facevano pensare che ci si fosse accertati sul grado di rischio di questa scelte. Impossibile pensare che un professionista di tale spessore non avesse avvertito il rischio potenziale dei vari Schiavone, Masi e Mora.

Scommesse quasi tutte perse

Purtroppo, al momento sembra che le scommesse di Turotti, a parte quella di Rovida, siano tutte perse. Allenatore poco incisivo e senza un’idea precisa di gioco, Schiavone fermo ai box, Mora spesso fuori, Masi infortunato, Schirò non incisivo come ci si aspettava, Ganz di scarsa utilità, visto il ruolo di comprimario a lui assegnato.

Chi avrebbe dovuto dare valore aggiunto alla squadra non lo sta facendo come era nella previsioni non della competenza, ma del buonsenso, mentre altre scelte come quella di Renelus, giocatore del tutto normale e niente di più e niente di meno di altri che si trovano in zona, fanno rimpiangere recenti rinunce come quelle di Zanaboni e Beretta messi alla porta per fare spazio al duo Renelus-Ganz che insieme hanno prodotto zero reti.

Due, quasi tre, campagne acquisti sbagliate

Francamente due campagne e mezze sbagliate proprie negli anni delle ambizioni dichiarate fanno pensare ad una perdita di smalto del Direttore Turotti che mai nella sua carriera era retrocesso e lo scorso campionato lo ha fatto e mai aveva realizzato due squadre  così deludenti consecutivamente. Ovvio che anche per lui si è aperta la porta che porta al banco degli imputati, ma forse la cosa più giusta per tutti sarebbe stato un reset totale fin dopo la retrocessione per aprire un nuovo cliclo sotto tutti i punti di vista.

Ultima chiamata

Turotti avrà modo di giocare il jolly fin da subito nel caso servisse un cambio di guida tecnica, ma non con Bolzoni, come suggerito dall’amico Andrea Macchi, ma con un allenatore esperto e di categoria perchè le soluzioni ” a zero”non sono più accettabili. La serie C pretende certi budget che comprendono anche un cambio di allenatore e di staff, se si pronuncia la parola ambizione di conseguenza si deve sapere i costi annessi e connessi, altrimenti ci si rassegni al dilettantismodella serie D. Ci eravamo già, sarebbe bastato rimanerci.

Ultimo jolly, la campagna acquisiti invernale dove potrà riscattare il club dei “Cocco” dello scorso anno con acquisti incisivi. Se anche con una minoranza facoltosa questo non è sarà sostenibile, allora metteremo da parte l’asticella del salto in alto e ci rimarrà il materasso dove cadono gli atleti, insomma via l’asticella rimarebbe la squadra materasso, perfetta per il posto che oggi occupa.

Flavio Vergani

 

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