E’ strana la prima domenica senza Pro Patria. Strana perchè dopo aver giocato d’inverno al freddo e al gelo assurdi turni infrasettimanali, ci si trova a casa col tepore della primavera. Un’assurdità che si somma alle altre e aggiorna l’elenco della cause del disaffezionamento dei tifosi, o meglio degli spettatori, del calcio di terza serie. Strano anche perchè la Pro Patria del 2024 aveva illuso e fatto sperare nella possibilità di giocare i playoff. Strano che questo non sia avvenuto perchè davvero sarebbe bastato poco. Un girone di bassissima qualità quello di quest’anno che ha permesso a squadre normali tendenti al basso di arrivare in alto e ad altre, come la Pro Patria, di salvarsi agevolmente senza aver giocato un intero girone e affidandosi a una manciata di partite vinte. Che importa avere la penultima difesa del campionato con 51 reti subite, se poi la salvezza arriva con tale facilità? E’ strano definire un capolavoro questa salvezza, forse lo erano le precedenti, ma questa lo diventa solo se si afferma che ci si è complicati la vita da soli con un record negativo del girone di andata che ha dell’incredibile, ossia ha obbligato a cambiare un modulo d’acciaio inox che era una certezza di sempre. Ovvio che poi tutto si complica e si grida al capolavoro, ma forse bisogna capire che il capolavoro non è altro che il ristabilimento della normalità persa per errori di gioventù di un tecnico apparso ancora bisognoso di esperienza per calcare i palcoscenici della serie C. Strano anche che giocatori storici a fine contratto non abbiano colto l’occasione per farsi confermare con prestazioni positive. Il probabile addio dei vari Bertoni, Nicco ( davvero generoso il premio di tigrotto del mese di Aprile assegnatogli dai tifosi) per non parlare di Marano, potrebbe avvenire senza rimpianti, visto che quest’anno la loro impronta non è stata la solita di sempre. Per la cronaca, altri possibili partenze per fine contratto potrebbero essere quelli di Mangano ( fine contratto), Rovida ( fine prestito), Lombardoni ( fine contratto), Minelli ( fine prestito), Moretti ( fine prestito), Saporetti(fine contratto), G Renault ( fin contratto), Curatolo ( fine prestito), Stanzani( fine contratto).
Pro Patria che si trova con un organico ridotto all’osso composto da : nessun portiere, Bash e Vaghi in difesa, Caluschi, Citterio, Ferri, Mallamo, Ndrecka, Piran; C Renaul e Somma a centrocampo, Castelli, Parker, Pitou, Zanaboni, in attacco.
E in panchina? Il Direttore non dice, non conferma e non smentisce, insomma, tutte queste certezze di conferma per Mister Colombo non ci sono, altrimenti lo si sarebbe detto fin da subito. Chiaro che quanto successo merita un’analisi e una riflessione. L’azzardo di un esordiente ha pagato sotto il punto di vista della salvezza, ma il modo con la quale la si è ottenuta, la svalorizzazione di alcuni giovani, il modulo di sempre violentato a favore di un’alternativa Pitou dipendente, sono elementi di rischio che ci si è dovuto prendere per far quadrare la situazione, ma senza dubbio non possono essere sminuiti in sede di valutazione finale.
Insomma, una squadra da rifondare anche nei suoi pilastri più datati, la prima volta che avviene nella gestione Turotti che dovrà ridare un’anima ad una compagine che potrebbe anche sposare un profilo di gioventù ancora più spinto per far quadrare il bilancio. Insomma, da qui a Luglio, quando i tigrotti torneranno a sudare, ci sarà molto da scoprire a riguardo della nuova Pro Patria, per ora, ci rimango solo i playoff degli altri. Non senza rimpianti, non sono delusione e non senza la certezza che quel posto avrebbe potuto essere nostro.
Flavio Vergani
