Deludente Pro Patria che perde per tra a uno a Fiorenzuola. I biancoblu, oggi ancora in total black anche se gli avversari vestivano di rosso, hanno mostrato un atteggiamento rinunciatario facendosi attaccare subito dai padroni di casa. Le debolezze e le forze degli avversari erano noti al mondo intero: peggior difesa dei padroni di casa, ottimo Luca Mora, ex tigrotto e Thomas Alberti centravanti pericoloso. Buonsenso dovrebbe consigliare di attaccare una squadra debole in difesa, invece a parte il solito Pitou, degli altri attaccanti nemmeno l’ombra. E’ bastato un superbo lancio di Ferri per il francesino per passare in vantaggio, a conferma di quanto si sarebbe potuto fare se la voglia fosse stata diversa, invece si è lasciato campo agli avversari che nel secondo tempo hanno ribaltato la partita con una doppietta di Alberti ( si, proprio lui) e un goal di Gonzi. Ovviamente, Luca Mora ha dominato in campo con una partita monumentale, ma su questo non c’erano dubbi, il talento di chi ha calcato i campi di serie A fa la differenza e premia chi ce l’ha.
La Pro Patria? Chi l’ha vista? Come scritto ripetutamente su queste colonne, la Pro Patria e in particolare il centrocampo di questa squadra è stato costruito per il modulo3-5-2-che da sempre fa parte del dna dei tigrotti, Mister Colombo si è dimostrato allergico a questo modulo violentandolo con esclusioni illustri che hanno consigliato un passaggio tardivo al 3-4-2-1, però gli interpreti per questa nuova disposizione sono pochi e non hanno figure di back. In sintesi, senza Mallamo e Nicco il modulo diventa impraticabile. Bertoni, dopo la scialba prova di Lumezzane e quella negativa col Vicenza, oggi è stato del tutto ininfluente, non garantendo nessuna delle due fasi. Marano, acquisto di punta del mercato è relegato in panchina e quando gioca gli viene assegnato un ruolo lontano anni luce dal suo, rimane Fietta che non è eterno, non di acciaio inox e non può fare miracoli. Il risultato di oggi è anche determinato da una diversa motivazione dei padroni di casa che si giocavano un pezzo di salvezza, mentre la Pro Patria è apparsa imborghesita dagli ultimi risultati che l’hanno allontanata dalla zona retrocessione, anche se ora è tempo di preoccuparsi nuovamente. San Chakir non c’è più a Busto, per cui sarebbe rischioso attendersi il miracolo da qualcuno di diverso che al momento ha il tabellino dei goal fatti ancora intonso. Due partite consecutive perse più con la testa che con le gambe e qui Mister Colombo dovrebbe suonare la carica per far tornare ai tigrotti la voglia di correre e lottare. Il Vicenza è forte e lo sanno anche i sassi, ma in 10 contro 11 si poteva fare di più, il Fiorenzuola però non può stravincere con la Pro Patria, al di degli acquisti e del rendimento del 2024, per il semplice motivo che la Pro Patria non ha niente di meno. Due partite del genere non possono portare zero punti. Forse, è giunto il momento, più di incensare eccessivamente squadre del tutto alla portata della Pro Patria di motivare al meglio i giocatori bustocchi e far capire loro che nulla hanno da invidiare a nessuno se giocano come sanno e con la voglia di inizio 2024. Lasciare in filigrana ai giocatori di aver perso contro squadre descritte eccessivamente forti è esercizio controproducente, gli alibi non aiutano nel rincorrere la salvezza.
Flavio Vergani
Fiorenzuola-Pro Patria: 3-1(0-1)
Marcatori: Pitou (P) al 26’pt, Alberti (F) all’8’st e al 20’st, Gonzi (F) al 29’st
FIORENZUOLA (4-3-3): Sorzi; Sussi, Potop, Reali (18′ st Bondioli), Maffei; Nelli, Mora (35′ st Musatti), Gonzi; D’Amico (35′ st Anelli), Alberti (43′ st Seck), Morello (18′ st Bocic). A disposizione: Bertozzi, Roteglia, Gentile, Popovic, Brogni. Allenatore: Tabbiani.
PRO PATRIA 1919 (3-4-2-1): Rovida; Minelli, Saporetti, Moretti; Somma (31′ st Marano), Ferri (38′ st Curatolo), Bertoni (15′ st Fietta), Ndrecka; Stanzani (15′ st Citterio), Pitou; Castelli (38′ st Parker). A disposizione: Mangano, Bashi, Ghioldi. Allenatore: Le Noci (Colombo squalificato).
ARBITRO: Gandino di Alessandria (El Filali di Alessandria e Boato di Padova; Renzi di Pesaro)