Il nuovo logo c’è, cercasi la riforma

Parterre de roi alla Triennale di Milano per la “La Notte della Serie C”, dove il Presidente Marani e il Vicepresidente Vicario Gianfranco Zola, hanno presentato il nuovo logo della serie C.

L’invito è stato davvero esteso, pure noi lo abbiamo ricevuto, la partecipazione davvero di qualità con i vari  Galliani, Marotta, Giuntoli, i campioni del mondo e d’Europa Grosso, Zambrotta, Tardelli, Chiellini, Buffon, i grandi arbitri internazionali Collina, Rizzoli, Rocchi e Casarin, Arrigo Sacchi e il CT Luciano Spalletti in collegamento dal centro tecnico federale di Coverciano.

La spiegazione della nascita del nuovo logo lascia attoniti  e la citiamo per esteso senza ulteriori commenti. Le frontiere del marketing comunicativo sono davvero infinite: La nuova brand identity della Serie C NOW è stata pensata per unire – in un unico logo – la gloriosa storia della Lega con la modernità richiesta dalle sfide del futuro. Il nuovo marchio nasce dall’incontro di due lettere C: una aggraziata che rappresenta la grande tradizione del campionato, e una più lineare a evidenziare l’innovazione. La scelta dei colori nasce, infine, dalla volontà di acquisire un elemento visivo forte, in discontinuità con i colori utilizzati nel sistema sportivo italiano, ma in linea con le nuove tendenze internazionali in tema di design, tonalità e creatività.

Tutte da capire invece la parole di Gianfranco Zola, promotore nei mesi scorsi di un importante ( presunta-n.d.r.) riforma: “Sono molto contento di aver intrapreso questo cammino insieme al presidente Marani. Abbiamo deciso di puntare forte sui giovani, sui centri sportivi e sull’innovazione con riforme e investimenti. Il nuovo logo va proprio in questa direzione: è un simbolo di novità e modernità, rivolto anche ai giovani”.

Se l’importante riforma è quella che ha svuotato e sta svuotando gli stadi e se puntare sui giovani significa utilizzarli fin a che portano contributi alle società e poi abbandonarne la maggior parte al loro destino, spesso nelle serie minori, beh, diremmo che questa si chiama Legge Melandri e non “importante riforma”. A riguardo dei centri sportivi, Zola si faccia un giro a Busto e ci spieghi il motivo per il quale non solo manca il centro, ma anche un campo sportivo in sintetico, abbiamo solo ad un altoparlante che gracchia da anni, tanto quanto le molte promesse mai mantenute.

Chiamala importante riforma…

Flavio Vergani

 

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