Pensieri al …crepuscolo ( di Sandro “Lupo” Lupidi)

Speravo sicuramente di poter esprimere giudizi molto confortanti dopo il trittico di prestazioni e risultati che avevano gratificato la nostra classifica  mentre al contrario devo ricadere in valutazioni che ricordano purtroppo fatti ed atteggiamenti sul campo che avrei volentieri voluto dimenticare e mettere nell’archivio di un passato da considerare solo come palcoscenico di esperienze storicamente vissute ma non più da riproporre.

La giornata che ha proposto il confronto con il Vicenza ha purtroppo evidenziato vecchi difetti ed antiche paure, enfatizzate sicuramente dalla caratura tecnica e fisica dei nostri avversari.

Anche avere la possibilità di giocare per lungo tempo con la superiorità numerica si é rivelato ancora una volta un aspetto controproducente ai fini del confronto quasi che la situazione paradossale di avere maggiori possibilità di offendere abbia avuto una proiezione distorta nella testa dei ragazzi, forse rivelatasi non preparata a tale evento non previsto, azzerando tutte le motivazioni e negativizzando qualunque riferimento ad una rinnovata ed intensa cattiveria agonistica che avrebbe dovuto essere alla base delle proposizioni in tema di tentativi di attacco alla difesa ospite.

E’ evidente che ogni confronto con organici particolarmente attrezzati e con obiettivi assolutamente dichiarati di passaggio alla categoria superiore rivela difficoltà prevedibili ma quello che ha sconcertato le nostre attese é stata la passività mentale di attendere, quasi come evento fatalisticamente già scritto, la certezza di subire quella rete al passivo che avrebbe costituito il risultato finale senza possibilità di appello.

Tentando una indagine psicologica sembra quasi che alla base di certe prestazioni al di sotto delle capacità dei singoli, con conseguenti gravi incertezze durante le fasi di gioco, si nasconda un problema di testa forse troppo rilassata dopo gli ultimi risultati positivi, quasi un effetto boomerang nella mente dei nostri ragazzi che sembrano soffrire di pause di costanza nella concentrazione, mentre tali circostanze dovrebbero invece liberare i nostri rappresentanti da paure ed ansie pregresse, esprimendo finalmente le potenzialità che, ad oggi, sono state espresse solo in modo discontinuo.

La mia sorpresa con annessa delusione a tutti i livelli, sia tecnici sia comportamentali, si é rivelata ancor più significativa in quanto durante il recente simposio, tenutosi nella sede istituzionale, il comitato degli dei del pallone, affiliati alla federazione degli dei dell’Olimpo, sotto la presidenza onoraria di Giove, detto “Il pluvio”, con la suo fianco la figlia diletta Minerva (dea di molteplici virtù applicabili anche in sede sportiva ed impropriamente sponsor anche di fiammiferi!!) nelle dichiarazioni di voto, si erano schierati finalmente con atteggiamento benevolo nei confronti degli attori in biancoblù, considerati meritevoli di avere sul campo il giusto riconoscimento all’impegno dimostrato e profuso con costante applicazione, attingendo a tutte le risorse a disposizione, anche superando avversità derivate da situazioni difficili, quali la forzata rinuncia ad elementi particolarmente importanti ed, in alcuni ruoli, determinanti nello scacchiere della nostra squadra.

Ora una caduta prevede certamente la capacità di risollevarsi in tempi molto rapidi e quindi il reset conseguente deve condurre ad una rivisitazione di quanto appena vissuto ed una analisi programmatica per quanto andremo a proporre sin dal prossimo impegno che dovrà certificare la ripresa del nostro cammino senza incertezze residue.

Occorre sempre sottolineare comunque che nella vita di tutti i giorni le situazioni che storicamente si evolvono, figlie della sequenza degli eventi che talvolta hanno cadenze impreviste e quindi possono costituire il sale con il quale insaporire una pietanza dal gusto preventivamente scontato, devono sempre rappresentare in ogni caso momenti determinanti da vivere intensamente, cogliendone l’essenza per trasformare in realtà quello che solo nel pensiero si era rappresentato come una soluzione almeno sorella della nonna utopia.

Pertanto nessun rilassamento per raggiungere quel traguardo che fino a ieri rappresentava l’obiettivo minimo di ogni stagione in quanto abbiamo tutte le potenzialità e le possibilità per regalarci qualcosa in più e costituire un disturbo scomodo e fastidioso per i nostri prossimi interlocutori sul campo.

Il nostro campionato NON DEVE terminare il 28 aprile perché é troppo presto andare in vacanza senza gustare i piatti del mesi di maggio al ristorante dei play-off.

Non é una preghiera ma semplicemente un ordine in quanto é vietato tradire le nostre attese!!

parola del “Lupo

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