Quando la testa diventa una croce

In casa con il Legnago, poi viaggio a Bergamo con Atalanta U23, poi di nuovo in trasferta con l’Alessandria, ritorno in casa con la Virtus Verona e finale a Sesto San Giovanni con la Pro Sesto.

Questo il calendario che separa la Pro Patria dalla fine del campionato. Un finale non irresistibile quanto a difficoltà delle partite che dovrebbe garantire la salvezza ai tigrotti, sempre se le gare verranno affrontate con la modalità inizio anno e non come a Fiorenzuola. Vediamo la situazione nel dettaglio.

Distanza attuale dal quint’ultimo posto cinque punti, dal quart’ultimo sette punti.

Le Noci, mister per una notte, anzi per un giorno, ha fatto sapere che alla Pro Patria mancano tre punti per la salvezza, facciamo quattro per stare sereni, che si traducono in meno di un punto a partita nelle prossime cinque.

Prossime cinque di cui una con l’ultima che si chiama Alessandria, con una gamba e mezza in serie D, una con la penultima che si chiama Pro Sesto che ha ben 15 punti in meno dei tigrotti e qualcosa vorrà pur dire, una con la quinta in classifica, ossia il Legnago, una con la sesta in classifica ( Atalanta U 23) e una con la Virtus Verona che ha tre punti in meno della Pro Patria. Facciamo finta di dare per perse quelle con le top Atalanta e Legnago, rimarrebbero da fare tre/ quattro punti con Alessandria, Virtus Verona e Pro Sesto. Un’impresa davvero non impossibile per i tigrotti. Un calendario che potrebbe però essere il nemico numero uno per la Pro Patria in quanto così alla portata che potrebbe essere considerato scontato. Una considerazione che non è figlia della superficialità, tutti i giocatori sanno perfettamente che niente è facile e scontato nel calcio, ma la mente è subdola e spesso non si fa convincere neppure di buoni propositi o dalle (in)certezze che le si vuole imporre. Sono meccanismi strani quelli che gestiscono le motivazioni e la concentrazione, non automatici, non governabili. Trattasi di una chimica complicata, di tarli che lavorano in background convincendo anche di quello che non si è certi di essere convinti. La tranquillità è spesso nemica della motivazione. Vale nella vita, quando nessuno cerca un nuovo posto di lavoro, se non quando la disoccupazione lo rende prioritario, nessuno studente che ha una media voti superiore alla sufficienza studia per l’ultimo compito in classe come chi ha una insufficienza grave, nessun sano di salute è attento alla dieta come chi soffre di gastrite. Non perché sia poco importante trovare un lavoro migliore, studiare o stare attenti attenti a quello che si mangia o si beve, ma la testa accetta e fa ritenere sufficiente quello che si fa in situazioni di comfort, mentre obbliga alla over performance quando trasmette una sensazione di urgenza, di paura, di rischio grave.

Vale per tutti nella vita di tutti i giorni e vale per gli sportivi spesso stimolati dai grandi eventi, dalle finali, dalla alta posta in palio. Se Fiorenzuola Pro Patria fosse stata la finale playoff o playout non sarebbe certamente finita come è finita, ma non perché la Pro Patria abbia scelto di giocare quella partita con quell’atteggiamento, ma solo perché la sua tranquillità si è scontrata con una squadra affamata di punti, motivata, per niente certa di salvarsi. La partita di andata con la Triestina è stata uguale a quella di ritorno? Proprio no. Cosa è cambiato? Tutto e niente sulla carta. Loro più forti della Pro Patria all’andata e loro più forti al ritorno, ma alla roboante vittoria dell’andata per tre a zero è seguita una sconfitta casalinga per i triestini ad opera dei tigrotti. Periodo diversi, momenti diversi, situazioni cambiate che hanno modificato i rispettivi stimoli, motivazioni e certezze che fanno cambiare la realtà che sembrava scritta.

Per cui, ora che la Pro Patria ha vissuto un momento di rilassatezza, dopo un picco motivazionale altissimo causato da un girone di andata che ha creato ansie e preoccupazioni, che ha portato la squadra ad una reazione forte, tornerà a sentire gli spilli della motivazione alimentata dal traguardo dei tre punti mancanti per arrivare all’obiettivo e ripartirà come ha recentemente dimostrato da saper e poter fare. Fatti i tre punti il sacro furore di spegnerà? Può darsi, ma alla fine, chissenefrega?

Con il Legnago l’occasione è ghiotta visto che la vittoria sarebbe anche prestigiosa, ma senza farsi prendere dalla frenesia, un punto in questo periodo è d’oro perché avvicinerebbe alla salvezza e terrebbe l’ambiente sereno.

Flavio Vergani

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