Vicenza – Pro Patria 3-1

La Pro Patria è scarsa e quasi morta, il Vicenza è Scarsella e Della Morte Una battuta per cercare di sdrammatizzare la pesante caduta della Pro Patria che perde per tre a uno a Vicenza.

Scarsella realizza due reti, Della Morte la terza, a tempo scaduto il gioiellino Pitou la mette sulla testa di Lombardoni per un tabellino meno amaro.

Il famoso approccio che tutti i giocatori della Pro Patria si ripromettevano di migliorare anche questa volta è stato fallimentare. Dopo tre minuti il Vicenza è passato in vantaggio. Settimo goal subito dalla Pro Patria nei primi quindici minuti, nove goal se contiamo la Coppa Italia. Pro Patria che incassa la quarta sconfitta consecutiva, quinta se contiamo la Coppa Italia. Nove reti subite e due realizzate in queste partite.

Difesa sotto accusa, ma anche il portiere che anche oggi ha subito un goal con tiro non irresistibile sul suo lato debole, ossia la sua sinistra, il cui tempo di reazione non indimenticabile lo si era già notato nelle recenti sconfitte.

Certamente il ragazzo è giovane e si farà, ma erano giovani anche Greco e Caprile, però… Anche mister Colombo è giovane e si farà, la piazza stravede per lui, gode di crediti extra per quello che ha fatto per la Pro Patria, ma quello che c’è da capire è se tutte queste giustificazioni, seppur lecite, non incidano pesantemente sull’obiettivo salvezza della Pro Patria. La gioventù è sempre stato un pilastro sul quale si sono costruite le imprese della Pro Patria, in quanto sinonimo di solidità difensiva, grande dinamismo in fase di pressing, grande spirito di squadra, se queste certezze vengono meno, diventa importante farsi delle domande sui motivi per i quali questo accade.

Oggi il Vicenza ha creato goals validi, goals annullati e occasioni da rete praticamente ogni volta che ha attaccato la porta biancoblu. Questo deve far riflettere. In fase offensiva Castelli ha ripetuto l’ardua impresa di sbagliare per la seconda volta un goal davanti al portiere, Stanzani e Parker hanno fatto a gara per essere uno peggio dell’altro. Il centrocampo non verticalizza mai, se non con lanci assurdi e senza senso con un Bertoni geometra in orizzontale, Marano uomo di fatica e Citterio uomo di corsa.

La qualità? Sarà per un’altra volta, se essere giovani, anzi giovanissimi e dotati di tecnica che gli altri undici se la sognano, non basta per giocare in questa squadra.

Una squadra talebana da anni relativamente al modulo di gioco, quale garanzia di impermeabilità difensiva, un modulo che ha sacrificato e sta sacrificando giocatori di talento e inventiva, che non trovano posto nell’undici iniziale per non venire meno alla “bibbia tattica” da sempre professata dai tecnici sedutesi in panchina nel dopo Bonazzi, ultimo allenatore che ha avuto la licenza di proporre qualcosa di diverso, non può improvvisamente incassare bilici di reti e realizzarne così poche. La società non ha mai fatto mistero di investire poco per attaccanti grandi cifre, intese in entrambi i sensi, ossia economiche e realizzative, proprio contando sul fatto che la squadra basa le proprie fortune sul primo non prenderle. Strategia confermata quest’ anno con la cessione di attaccanti non bilanciata da arrivi.

Oggi la Pro Patria ha la terz’ultima peggior difesa del girone e il quart’ultimo attacco, da cui ne consegue il quart’ultimo posto in classifica.

Certamente qualcosa non sta girando come nelle aspettative, o forse, quest’anno si sono presi dei rischi in più rispetto allo scorso anno, forse abbagliati da un campionato, quello scorso, che aveva regalato la salvezza fin da subito, per poi metterla in discussione solo verso fine torneo dopo un calo di rendimento che ancora sembra non avere termine.

La prossima partita col Fiorenzuola diventa decisiva per il futuro di Mister Colombo i cui giocatori sono chiamati a mostrare sul campo quanto ci tengano a lui con una gara gagliarda, grintosa, da veri tigrotti. Atteggiamenti finora visti in pochissime occasioni e questa è la vera preoccupazione che non da pace ai tifosi.

D’accordo la gioventù, d’accordo l’allenatore giovane, d’accordo le assenze di qualche pedina importante, ma l’approccio nasce dalla testa e non dai piedi, la voglia di mordere le caviglie dovrebbero averla i famosi giovani che vogliono farsi, ma il campo dice che il giocatore del mese si chiama Fietta, uno che il 14 novembre compirà 39 anni. Questo è il vero elemento di riflessione dal quale partire. Sette reti nel primo quarto d’ora di gioco trasmettono l’idea di una squadra mentalmente molle, rassegnata al proprio destino, con poca autostima, sintomi che fanno pensare a quello che nessuno vuole pensare.

Dimostrare il contrario sarà facile, l’occasione capita perfetta col Fiorenzuola, non con il Real Madrid.

Flavio Vergani 

L.R. VICENZA-PRO PATRIA 3-1 (2-0)

Reti: 3′ pt Scarsella (LRV), 40′ pt Scarsella (LRV), 13′ st Della Morte (LRV), 48′ st Lombardoni (PPA)

L.R. Vicenza (3-4-1-2): Confente; De Col, Laezza, Sandon; Talarico, Tronchin (28′ st Cavion), Ronaldo (32′ st Jimenez), Costa; Scarsella (22′ st Greco); Della Morte (32′ st Rossi), Pellegrini (22′ st Rolfini). A disposizione: Massolo, Siviero, Ferrari, Lattanzio, Fantoni. Allenatore: Diana.
Pro Patria (3-5-2): Rovida; Moretti, Lombardoni, Saporetti; Somma (1′ st Renault), Citterio, Bertoni (32′ st Fietta), Marano (38′ st Ferri), Ndrecka; Stanzani (1′ st Parker), Castelli (28′ st Pitou). A disposizione: Mangano, Vaghi, Bashi, Piran, Minelli, Caluschi, Zanaboni. Allenatore: Colombo.

Ammoniti: Citterio (PPA)
Arbitro: Vergaro di Bari
Collaboratori: Nigri di Trieste e Tini Brunozzi di Foligno
IV Ufficiale: Gresia di Piacenza

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