La Pro Patria vince ad Alessandria e mette in tasca la salvezza. Tre anni fa al Moccagatta andò nello stesso modo, vittoria con goal di Latte Lath, ma, in quell’occasione, i tigrotti stesero il red carpet ai grigi per sfilare in serie B, quest’anno i paramenti funebri per la discesa in serie D. Corsi e ricorsi delle piemontesi “up and down, che vede il Novara altro compagno di sventura dopo i fasti della serie A. Il tema che apre il dibattito è il solito, meglio un giorno da leone o cento da pecoroni? Ognuno dica la sua, valgono entrambe. Pro Patria in goal con la doppietta di Castelli che arriva a 13 reti e cancella il record di Le Noci, bravo lui, certo è che dal ritorno in serie C la concorrenza non è stata indimenticabile quanto a bomber. Chi si accontenta gode, dice il proverbio e i tifosi godono per l’ennesima salvezza. Nel calcio dove scompaiono i campanili, le maglie ufficiali sono sempre diversamente colorate, il calendario presenta orari variabili come quelli delle cassiere del “Gigante”, serve fare di necessità virtù e accontentarsi del poco, che spesso assomiglia al molto. D’altra parte, basta dire “guarda Legnano” o “guarda Varese” e il cerchio si chiude sotto il punto di vista delle disgrazie altrui che sconsigliano di puntare al piuttosto con il rischio di ottenere il niente, mentre uno stadio senza altoparlanti da anni e campi di allenamento ancora nella wishlist di tifosi e società certificano la sentenza di un futuro sempre più legato a Patrizia Testa, visto che i recenti rumors di toscani e bergamaschi che avrebbero chiesto info sugli assets societari sono scappati gambe in spalle, senza nemmeno chiedere una due diligence. Arriva una benedetta salvezza che da sempre è l’obiettivo dei tigrotti, ma certamente questo obiettivo arriva tardi e male.
Un girone di andata disastroso regalato agli avversari per l’esagerato affetto verso un modulo tattico che stava diventando un ossessione, poi un inizio d’anno dove si è visto il vero potenziale della Pro Patria e poi il calo motivazionale che ha portato a partite inguardabili. Pro Patria dal potenziale ben superiore alla posizione che occupa che si è resa si è complicata la vita da sola con scelte tecniche discutibili, atteggiamenti sbagliati e performance di alcuni pilastri ben al di sotto delle attese che potrebbero incidere sulle scelte future del Direttore Turotti. Ora, la potenziale possibilità di centrare i playoff è ancora intatta, da capire quante energie nervose siano ancora nel serbatoio biancoblu. Giocare i playoff sarebbe il modo migliore per dare un senso ad una stagione più in scuro che in chiaro dandole una pennellata di significato, davvero non si capisce come questa squadra possa arrivare dietro Lumezzane e Giana Erminio, proprio nell’anno nel quale i tigrotti possono vantare un bomber da quasi 15 reti. I 27 punti del girone di ritorno parlano chiaro sul valore della squadra. Moltiplicati per due, farebbero 54 punti, ossia quanti quello del Legnago al sesto posto, per cui, va bene gioire per la salvezza, ma non tentare la soddisfazione del gradino superiore convinti di aver fatto il massimo sarebbe un’equazione errata. Tutto quello che verrà di diverso , sarà il minimo, non il massimo.
Flavio Vergani
