Alla ricerca del tempo perduto ( di Sandro “Lupo” Lupidi)

Sbagliare é caratteristica assoluta degli esseri umani ma perseverare é sempre stato deleterio scivolando su giustificazioni e motivazioni difficilmente sostenibili.

In fondo la dote che deve caratterizzare un valido operatore di un settore é quella di riuscire ad utilizzare il materiale a disposizione ricavandone la resa migliore e quindi esaltando le caratteristiche dei singoli con l’utilizzo nei ruoli più consoni alle loro attitudini.

L’orchestra attira critiche da parte degli osservatori non solo se gli strumenti emettono note stonate in quanto bisognosi di essere accordati ma anche nel caso in cui abbiamo assegnato ai componenti compiti non adatti ovvero un violinista non può essere adattato a suonare la batteria.

Il diritto di critica quindi da parte di un tifoso non deve essere mai rubricato come mancanza di rispetto nei confronti di una persona che deve affrontare tutti i giorni la quotidianità di un lavoro che comporta decisioni, talvolta difficili e scomode, ma solamente un piccolo tentativo di essere assolutamente attento e personalmente partecipe alle vicende sportive della squadra del cuore per la quale vorrebbe vedere solo orizzonti senza nuvole.

Lontana in ogni caso l’idea malsana di essere infallibile ma quella di essere perfettibile deve essere sempre messa sul piatto dei nuovo propositi per migliorare il risultato finale.

E’ compito ingrato dover prendere atto di una situazione di classifica che preoccupa in termini di risultati dove le responsabilità, a mio avviso,  sono equamente divise tra conduzione tecnica e giocatori per le quali mi permetto una analisi differenziata.

Il dottorato di ricerca intrapreso dal nostro tecnico si é felicemente concluso con la discussione della tesi di laurea avente come oggetto “l’armonia dell’errore” con il riconoscimento da parte della commissione d’esame del massimo dei voti.

Gli argomenti che hanno riscosso maggiore interesse hanno riguardato l’utilizzo adeguato e corretto del parco giocatori con attribuzione dei ruoli che potessero valorizzare in modo migliore capacità ed attitudini del singolo e la dote di sapere, in ogni momento di un incontro, leggere le difficoltà presenti con risoluzione brillante dei problemi adottando soluzioni e correzioni del modulo attuato rimediando in alcuni casi a scelte di partenza non rivelatesi adatte allo svolgimento dei ruoli assegnati.

Soffermando inoltre l’attenzione sul rendimento offerto dai giocatori in particolare alcuni personaggi, arrivati sui nostri lidi con etichette preziose da oreficeria di lusso, con prospettive di garantire qualità di prestazioni , sarebbe auspicabile che facessero ritorno alle società che ci hanno concesso l’utilizzo degli stessi con contributi trascurabili (assenze ricorrenti ed impegno nei limiti sindacali) anziché dimostrarsi partecipi alle vicende della squadra solo in sede di intervento in sala stampa.

La cruda analisi inoltre in relazione al rendimento in sede realizzativa dei nostri attaccanti deputati a trasformare in conclusioni vincenti il lavoro di squadra conduce desolatamente ad una situazione che oserei definire a mezza strada tra il paradossale e l’imbarazzante a causa del ridotto ed in alcuni casi assente apporto di alcuni componenti.

L’unica certezza, purtroppo rilevata durante gli ultimi eventi, resta al contrario quella che spesso l’anemia realizzativa risulta penalizzata dalla ricorrente immagine che porta almeno un pallone a violare la nostra porta e di conseguenza a rendere l’impegno più difficile e talvolta non rimediabile a causa della succitata incapacità di concretizzare eventuali manovre offensive.

Ormai non é più giustificabile aggrapparsi ai luoghi comuni della dialettica comunicativa volta a prendere in esame casualità e sfortune varie in quanto l’osservatore attento non può che rilevare al contrario evidenti prodromi di una non corretta impostazione della manovra sul campo che conduce in modo inevitabile ad un evento negativo che penalizza la nostra squadra.

Rimediare non é semplice in quanto l’organico oggi a disposizione, ulteriormente non garantito da presenze costanti di componenti che avrebbero dovuto essere la spina dorsale della nuova creatura, subisce ad ogni incontro variazioni di ruoli e moduli di schieramento talvolta non bene interpretati dai ragazzi, spesso non per proprie colpe, ed una mancata individuazione di un 11 base accresce anche una derivata cattiva esecuzione dei compiti di volta in volta assegnati.

Preso atto che meritare un risultato non é sinonimo di certezza di vittoria (vedi Lumezzane) che risulta conseguita solo quando riesci a depositare una palla in rete in più dell’avversario l’aspetto che mi ha colpito é stato quello della “confessione” a chiosa dell’ultima trasferta dove sotto l’azione del siero della verità le dichiarazioni degli addetti ai lavori hanno denotato la evidente preoccupazione di avere difficoltà a trovare soluzioni per uscire da una situazione psicologica, al limite delle involuzione, che al contrario necessita urgentemente di trovare una strada per invertire al più presto un trend ora pericoloso intrapreso fino ad oggi.

Quando anche il muro  dell’ostinato ottimismo denota delle crepe questo rappresenta in fondo il segnale che certifica il reale stato di consapevolezza di essere giunti dinanzi ad un bivio che può essere determinante per stabilire il destino futuro del nostro percorso oggi non più sufficiente a garantire certezze se non con finali non auspicabili.

In sintesi occorre quindi trasformare la palpabile ed evidente delusione, evidenziata senza mezzi termini alla fine dei recenti incontri, in concreta e feroce rabbia agonistica che dovrà essere marchio di fabbrica dei prossimi confronti che ci attendono per i quali, al di là di rapporti di forza di organico, l’unico obiettivo da conseguire deve essere quello di mettere a referto i 3 punti della vittoria senza incertezze o remore psicologiche.

Restiamo alla finestra con fiducia che il messaggio sarà recepito e vogliamo essere testimoni  di quanto vorrete regalare ai Vs veri tifosi.

Il richiamo del Lupo.

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